Daniel Rudolf Anrig a capo della guardia pontificia
Dal primo dicembre la guardia svizzera pontificia ha un nuovo comandante, il 34esimo della sua storia centenaria. Una nomina, quella del 37enne Daniel Rudolf Anrig, che porta con sé qualche polemica. Reportage da Città del Vaticano.
“Sono cose di 5 anni fa, tutto fu chiarito, ed è curioso il fatto che ora i giornali tornino sulla vicenda”. Aveva detto di voler tacere. Ma alla fine, e di fronte ai giornali internazionali che rievocano quella storia, Daniel Rudolf Anrig, da oggi nuovo comandante delle guardie svizzere, qualcosa ha voluto dirla. “È una storia che per me e per i miei uomini si è conclusa positivamente, visto che la denuncia venne archiviata dalla magistratura”.
La “storia” di cui si riparla in occasione dell’insediamento del giovane comandante (37 anni, 4 figli, sposato con una teologa) risale al 2003. Anrig era comandante della polizia dal canton Glarona.
I suoi uomini effettuarono un blitz antidroga in un centro di accoglienza per richiedenti l’asilo. E vennero accusati di aver commesso – a volto coperto per non essere riconosciuti – violenze e abusi, addirittura con umiliazioni di tipo sessuale. La denuncia partì anche da parte di Amnesty International.
Vennero tutti scagionati, anche il comandante, dall’inchiesta della magistratura. Tuttavia furono certificati alcuni atteggiamenti scorretti, e Anrig venne condannato al pagamento di 500 franchi di multa e a metà delle spese dell’accusa.
“Dio mi ha preparato in modi diversi”
Dopo il Tages Anzeiger, nelle scorse settimane è stato il quotidiano tedesco Spiegel Online a riproporre la vicenda. E venerdì anche la stampa italiana.
“Il lavoro della polizia è spesso al centro di valutazioni diverse”, ha spiegato Daniel Rudolf Anrig di fronte a queste nuove polemiche. “Comunque, come responsabile io sento il dovere di tener conto delle varie opinioni, anche per migliorarmi”.
E forse non a caso, nel suo discorso di insediamento di sabato, Anrig (che a 20 anni fu già alabardiere delle Guardie Svizzere) ha dichiarato testualmente: “Con il mio rientro nella guardia, e forte delle esperienze accumulate nella mia vita professionale e nella società, credo di essere pronto per questa delicata missione. Dio mi ha preparato in modi diversi”.
“Tutto è stato chiarito”
In ogni caso il clima della cerimonia, svoltasi in concomitanza con la benedizione della bandiera del corpo, non ne ha minimamente risentito. Né si sottrae a qualche domanda sul “caso” il cappellano degli oltre 100 uomini che hanno giurato fedeltà al papa e impegno per la sua sicurezza.
“Non c’è nessun problema, tutto è stato spiegato e per noi tutto è stato chiarito”, assicura monsignor Alain de Raemy. “Del resto lo stesso comandante Anrig é stato molto aperto su questa vicenda, e ha aggiunto che comunque si tratta di un’esperienza da cui trarre insegnamenti”.
E anche sulla presunta perdita di ruolo della guardia svizzera nella protezione del pontefice a beneficio della Gendarmeria italiana – timore più volte espresso dall’ex comandante Thomas E. Maeder – i nostri interlocutori sono estremamente sereni.
“Sono appena arrivato, ma vengo dall’esperienza svizzera, dove il federalismo ci insegna a collaborare, e sono fiducioso di poter applicare questo metodo anche in Vaticano”, afferma il neocomandante. Mentre per monsignor de Reamy “il fatto che ci sia un po’ di concorrenza è del tutto normale: si tratta di due ambiti di responsabilità assai vicini, ma credo che la personalità del nuovo comandante svizzero sarà un’occasione per rinnovare il legame tra tutti noi”.
swissinfo, Aldo Sofia, Città del Vaticano
La guardia svizzera pontificia fu fondata il 22 gennaio del 1506 da papa Giulio II della Rovere.
Oggi, i 110 uomini che la compongono si occupano della difesa e della guardia d’onore del pontefice.
Condizioni d’ammissione: svizzeri, di sesso maschile, dai 19 ai 30 anni, alti almeno 174 cm, di fede cattolico-romana, che hanno effettuato il servizio militare in Svizzera, in possesso di un certificato federale di capacità professionale o di una maturità.
Al momento del reclutamento devono essere celibi, ma possono sposarsi durante il loro mandato.
L’impegno minimo è di 2 anni.
Nato il 10 luglio 1972 a Walenstadt, nel canton San Gallo, è sposato e ha quattro figli.
È stato Alabardiere della Guardia svizzera pontificia dal 1992 al 1994.
Tornato in patria, nel 1999 si è laureato in diritto civile ed ecclesiastico presso l’Università di Friburgo, dove per due anni ha svolto il ruolo di assistente di cattedra di diritto civile.
Dal 2002 al 2006, ha guidato la polizia criminale del cantone Glarona.
Nominato capitano dell’esercito svizzero, dal 2006 ricopre la carica di comandante generale del corpo di polizia glaronese
Il 19 agosto è stato scelto quale nuovo comandante della Guardia svizzera pontificia.
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