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Davos – la fortezza del forum economico

Divieto assoluto di volo sui cieli di Davos: anche i voli in parapendio saranno sospesi Keystone

Con la delega del Consiglio federale è pronto il concetto di sicurezza per proteggere i big di politica e economia che si incontrano a Davos.

Misure mai viste in Svizzera che costeranno almeno 13 milioni di franchi per i cinque giorni del meeting.

Non solo gli anti-global guardano con attenzione all’incontro di Davos di fine gennaio. Da quando il segretario di Stato americano, Colin Powell, e il nuovo presidente brasiliano Luis Ignacio Lula Da Silva hanno annunciato la loro presenza, anche gli apparati di sicurezza di altri stati si interessano per il Forum.

Una tavola rotonda con gli organizzatori e le autorità ha evidenziato tutte le opzioni negli scorsi mesi e ora si arriva alla fase operativa. Una sfida senza precedenti per il Paese. Ma – come ha affermato il ministro dell’economia, Joseph Deiss – il ritorno del Forum, dopo la puntata a New York nel 2002, è anche un’occasione importante per la Svizzera.

E la Svizzera ufficiale non si fa aspettare. Ben quattro consiglieri federali su sette parteciperanno personalmente all’incontro. E a meno di dieci giorni dall’apertura ufficiale l’esecutivo federale ha definitivamente avallato le ultime direttive per la sicurezza degli oltre 2000 partecipanti.

Controllo a terra e nell’aria

Il ministro della difesa ha ottenuto dal governo la delega per eventuali interventi aerei. Durante i lavori del vertice ci sarà infatti un divieto generale di sorvolo per la località alpina. Durante tutta la giornata almeno due velivoli dell’aviazione militare sorvoleranno costantemente il territorio.

La notte gli FA/18 saranno a terra, ma rimarranno pronti per il volo, come i Superpuma dell’esercito. Istallazioni radar mobili controlleranno lo spazio aereo. Sarà il comandante dell’aviazione Hans-Ulrich Fehrlin a seguire le operazioni: nel caso un aereo entrasse nello spazio aereo protetto e non seguisse le indicazioni radio, l’esercito farà fuoco. Anche lui ha riaffermato mercoledì davanti ai media: “Non abbiamo mai messo in moto un tale dispiegamento di forze”.

Controllo a terra

Nel comunicato di mercoledì il governo ha espressamente sottolineato che non si delineano dei pericoli concreti, ma lo stato d’allerta è generale. I servizi d’informazione nazionale sono già all’opera da settimane. In caso di bisogno anche alcuni reparti di fanteria sono pronti ad intervenire.

3’500 poliziotti assediano Davos e i centri nevralgici delle città dell’altipiano. A Davos stesso l’esercito ha già istallato dei laboratori per riconoscere armi chimiche, biologiche ed eventualmente atomiche. I ripetuti attentati degli ultimi mesi, soprattutto in Asia, hanno riaffermato i timori nati dopo l’11 settembre: piccole cellule fanatiche possono arrivare ovunque.

Ma, comunica il governo, la sfida principale rimangono i dimostranti. Non tanto quelli organizzati pacificamente, quelli che contestano lo spirito globalizzatore che aleggia sull’incontro dei big di economia e politica raccolti nella località grigionese. Nel 2001 alcune manifestazioni violente avevano creato ingenti danni, non solo a Davos.

Operazione cara

Gli anni Novanta sono stati anni di crescita per l’incontro di Davos. Da seminario specializzato per i manager di azienda, è diventato progressivamente un incontro fra economia e politica. La presenza di grandi nomi e grandi capitali ne fa un po’ lo specchio della società globale, nel bene e (come sottolineano gli oppositori) nel male.

Ma l’interesse crescente rimette in discussione le condizioni organizzative e di sicurezza. Nel 1997 l’impegno delle forze dell’ordine era costato poco più di 200’000 franchi. Quest’anno ci vorranno almeno 13 milioni.

swissinfo, Daniele Papacella

Provvedimenti senza precedenti per lo spazio aereo dal 23 al 28 gennaio: gli aerei, ma anche gli sportivi del parapendio, non potranno solcare i cieli della regione.

Giorno e notte i cieli saranno sorvegliati.

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