Dei mercati e degli amici
La Svizzera deve utilizzare meglio il suo potenziale di politica estera e non deve concentrarsi esclusivamente sull'Europa.
È quanto sottolineato lunedì a Berna dalla ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey aprendo l’annuale conferenza degli ambasciatori.
La Svizzera è uno Stato indipendente che «non appartiene all’Unione europea e, in un mondo globalizzato, ha bisogno di mercati e di amici», ha dichiarato lunedì la consigliera federale Micheline Calmy-Rey, nel suo discorso d’apertura dell’annuale conferenza degli ambasciatori in programma a Berna.
Più attenzione agli altri continenti
«Negli ultimi anni – ha sottolineato la ministra degli esteri – abbiamo concentrato l’essenziale dei nostri sforzi alle relazioni bilaterali con l’Europa. Il 50% delle nostre risorse finanziarie e del nostro personale è stato adibito a tale mansione. Le relazioni con l’Unione Europea sono una priorità della nostra politica estera e lo rimarranno».
Secondo la responsabile del Dipartimento degli affari esteri (DFAE), però, la Svizzera deve meglio utilizzare il potenziale di politica estera e «prestare più attenzione al resto del mondo, a cominciare dai partner importanti, come gli Stati Uniti o la Cina, o di paesi ben disposti nei nostri confronti e che perseguono gli stessi obiettivi».
Neutralità non significa tacere
Per quanto concerne la neutralità, Micheline Calmy-Rey ha dichiarato che non si tratta di un principio sinonimo di indifferenza e che non significa «tacere o rimanere inattivi, ad esempio quando i diritti umani vengono calpestati».
Per la consigliera federale la neutralità presenta alcuni vantaggi: «non ci trasciniamo le vestigia di un passato coloniale o imperiale» e questo «fa di noi dei difensori credibili del diritto internazionale e umanitario».
La prima volta coi consoli
La conferenza degli ambasciatori, che si svolge fino a mercoledì al Kultur Casino, deve esaminare i «principi e le linee d’azione della politica estera svizzera», ha indicato il DFAE.
Per la prima volta vi partecipano anche i consoli generali «nell’intento di rafforzare l’unità di azione della Svizzera all’estero e di sfruttare le sinergie potenziali fra tutte le componenti del DFAE».
Un sistema d’allerta anticorruzione
La conferenza si occuperà anche di questioni legate alla corruzione, dopo che in alcune ambasciate elvetiche sono venuti alla luce dei casi di visti venduti.
A questo proposito, la ministra degli esteri ha auspicato la creazione «di un sistema di allarme precoce» destinato all’individuazione dei problemi nei settori consolare e diplomatico. Questo dovrebbe permettere «d’identificare per tempo eventuali errori o mancanze per porvi rimedio».
Altri aspetti, come le risorse umane, la politica economica estera o la tematica della parità tra uomo e donna nella politica estera, saranno affrontati in sedi separate. Come già in passato, il presidente della Confederazione e altri membri del Consiglio federale parteciperanno alla Conferenza, cui presenzieranno anche numerosi osservatori esterni, svizzeri o internazionali.
swissinfo e agenzie
La conferenza annuale degli ambasciatori si tiene da lunedì a mercoledì al Kultur Casino di Berna alla presenza di 150 rappresentanti della Svizzera all’estero.
Con il motto “l’azione della Svizzera”, i partecipanti alla conferenza discuteranno in particolare di quanto concretamente fa la Svizzera in Europa e nel mondo.
Oltre agli ambasciatori e ai responsabili degli uffici della Direzione dello sviluppo e della cooperazione, la conferenza accoglie quest’anno anche i consoli generali. Ai dibattiti interverranno pure il presidente della Confederazione Samuel Schmid e altri membri del Governo.
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