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Dibattito sull’oro: si ricomincia da zero

Il futuro dei ricavati della vendita dell'oro ritorna nelle mani del Consiglio Nazionale Keystone

Secondo la Camera alta del Parlamento, i 20 miliardi ricavati dalla vendita dell'oro in eccedenza della Banca nazionale devono essere distribuiti alla Confederazione (1/3) ed ai cantoni (2/3).

Il Consiglio degli stati ha rifiutato martedì di seguire la proposta della Camera del popolo di destinare una parte dei ricavati all’AVS.

È dal 1997 che il dibattito sulla distribuzione delle 1300 tonnellate di oro in eccedenza e sugli utili regolari della Banca nazionale svizzera (BNS) occupa l’arena politica nazionale.

Nel corso di sette anni, sono state discusse numerose proposte sull’utilizzo dei circa 21,2 miliardi di franchi che risulterebbero dalla vendita dell’oro.

In giugno, nel Consiglio nazionale (la camera del popolo) ha prevalso la strana alleanza fra Partito socialista (PS) e Unione democratica di centro (UDC). La sua proposta: due terzi dell’oro in eccedenza all’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) e un terzo ai cantoni.

Una proposta che non è però stata accolta dal Consiglio degli Stati, riunitosi martedì.

La grande maggioranza dei senatori (32 voci contro 9) ha infatti rifiutato di modificare la chiave di ripartizione, sia dei miliardi ricavati dalla vendita dei lingotti, sia dei benefici annuali della BNS.

La commissione del Consiglio nazionale per lo status quo

La commissione per l’economia del Consiglio degli stati mantiene dunque l’attuale situazione: un terzo alla Confederazione e due terzi ai cantoni.

Questa chiave di ripartizione corrisponde a quanto la Costituzione federale prevede per gli utili della Banca nazionale.

Oro all’AVS già respinto in votazione popolare

L’UDC aveva già subito una sconfitta sul tema nel 2002. La sua iniziativa popolare, che voleva assegnare tutto l’oro in eccedenza all’AVS, era stata respinta alle urne.

Ma anche il controprogetto governativo all’iniziativa UDC – che proponeva di suddividere l’oro in tre parti uguali tra AVS, cantoni e fondazione Solidarietà – non aveva incontrato il favore del popolo.

La Fondazione Solidarietà – un’idea lanciata dal consigliere federale Arnold Koller nel 1997 – avrebbe dovuto prestare aiuto a donne e uomini in difficoltà in Svizzera e all’estero. Il progetto era nato nel bel mezzo delle polemiche sul ruolo della Svizzera nella Seconda guerra mondiale.

La distribuzione degli utili della Banca Nazionale

La diatriba era anche sorta sugli utili della Banca nazionale – circa 3 miliardi di franchi l’anno. Come detto, la Costituzione ne regola attualmente la suddivisione in ragione di due terzi ai cantoni e un terzo alla Confederazione.

Sia il PS, sia l’UDC avrebbero voluto assegnare buona parte degli utili all’AVS. I cantoni avrebbero dal canto loro ricevuto un miliardo di franchi l’anno. I socialisti avevano lanciato a riguardo un’iniziativa popolare.

Il governo ritiene però che l’iniziativa non servirebbe a risanare a lungo termine le finanze dell’AVS. Secondo i suoi calcoli, dal 2013 gli utili della BNS non supererebbero il miliardo previsto per i cantoni.

90% dell’oro già venduto

Secondo la Banca nazionale, tra il maggio 2000 e il settembre 2004 sono già state vendute 1170 tonnellate di oro in eccedenza. Le rimanenti 130 tonnellate dovrebbero essere vedute entro la fine di marzo del 2005.

La vendita delle 1300 tonnellate d’oro è passata attraverso i canali di 15 banche nazionali europee, ha fatto sapere la BNS:

swissinfo, Christian Raaflaub
(traduzione e adattamento: Andrea Tognina)

1300 tonnellate d’oro in vendita
Ricavato: circa 21,2 miliardi
Possibili beneficiari: Confederazione, cantoni, AVS

Dopo l’abolizione della convertibilità aurea del franco, la Banca nazionale svizzera (BNS) ha riserve d’oro in eccedenza.

1300 tonnellate di metallo giallo sono state scorporate dalle riserve della BNS e destinate a scopi di utilità pubblica.

Sull’utilizzo delle riserve in eccedenza è però scoppiata una polemica che dura da sette anni. Sempre nuove idee e proposte vengono lanciate nel dibattito.

Martedì, il Consiglio degli Stati ha deciso di mantenere la chiave di ripartizione attuale: un terzo alla confederazione, due terzi ai cantoni.

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