Dimissioni ai vertici del Partito socialista
Dopo la sconfitta elettorale di domenica scorsa, il presidente socialista Hans-Jürg Fehr ha rassegnato venerdì le dimissioni. Anche il vice-presidente Yves Maillard ha deciso di abbandonare la propria carica.
Non si è trattato di una richiesta dall’interno del partito: Fehr ha sottolineato la necessità di cambiamento dopo i risultati negativi.
Il presidente del Partito socialista svizzero Hans-Jürg Fehr e il vice Pierre-Yves Maillard hanno annunciato venerdì in una conferenza stampa a Berna le dimissioni dai rispettivi incarichi per il 1° marzo 2008, indicando che si tratta di una conseguenza della disfatta elettorale del 21 ottobre.
Le dimissioni non sono state richieste: al contrario, nella seduta del Comitato direttivo diverse voci si sono levate per chiedere a Fehr di rimanere al suo posto, ha dichiarato Maillard. Egli ha inoltre indicato che sia lui sia il presidente intendevano inizialmente ritirarsi soltanto nell’autunno 2008.
Hans-Jürg Fehr ha dal canto suo sottolineato che la decisione di dimettersi non è stata facile. A suo parere, tuttavia, dopo la chiara sconfitta di domenica non si poteva agire come se nulla fosse successo.
La consigliera nazionale bernese e capogruppo socialista Ursula Wyss non ha escluso una sua candidatura alla guida del partito.
Sconfitta elettorale
Il Partito socialsita ha ottenuto alle ultime elezioni una percentuale di voto del 19,5%, corrispondente a un calo del 3,8% rispetto alle federali del 2003. In seno alla Camera bassa, ha perso 9 seggi scendendo così 43 deputati.
Già lo scorso 15 aprile, in occasione delle elezioni cantonali zurighesi, i socialisti avevano perso 17 seggi. «Zurigo non è la Svizzera, a ottobre vinceremo», aveva in sostanza affermato Fehr in sede di commento.
Reazioni dispiaciute
«Peccato perdere due partner all’inizio della nuova legislatura»: è la reazione del presidente del Partito liberale radicale svizzero Fulvio Pelli, dopo l’annuncio delle dimissioni del presidente socialista Hans-Jürg Fehr e, in mattinata, di quello dell’Unione democratica di centro Ueli Maurer. Fehr, ha aggiunto Pelli, «era un partner corretto».
Durante la presidenza di Fehr, la collaborazione con i socialisti è stata costruttiva, ha dal canto suo commentato la presidente dei Verdi Ruth Genner, la quale si è augurata che tale intesa possa proseguire anche in futuro. Verdi e socialisti «devono continuare a costruire sinergie, pur mantenendo la loro identità».
La portavoce del Partito popolare democratico Marianne Binder ha definito Fehr un politico moderato e ha espresso l’auspicio che il PS, dopo la sua partenza, non scivoli eccessivamente a sinistra, né assuma posizioni radicali. Nessun commento, invece, da parte del segretario generale dell’Unione democratica di centro Gregor Rutz, pure lui dimissionario.
swissinfo e agenzie
Hans-Jürg Fehr, nato nel 1948 e storico di formazione, era entrato nel PS nel 1977. Dal 1999 siede nel Consiglio nazionale. Il 6 marzo 2006, nel congresso straordinario di Basilea, i delegati lo avevano preferito a Werner Marti alla presidenza, per succedere a Christiane Brunner, con 531 voti contro 360.
In quell’occasione era stato eletto anche il 39enne vicepresidente Maillard, attualmente consigliere di Stato vodese.
Spostato, senza figli, Fehr ha lavorato come insegnante, redattore e responsabile di una casa editrice.
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