Denuncia contro lo Stato – un nuovo strumento di democrazia diretta?
È un’iniziativa senza precedenti per la Svizzera: circa 150 donne di età avanzata hanno annunciato che intendono denunciare lo Stato, in quanto non intraprenderebbe abbastanza per lottare contro il surriscaldamento del clima. I prolungati periodi di canicola minacciano in particolare la salute delle persone anziane.
Un’iniziativa analoga ha già avuto successo in Olanda: un tribunale civile ha accolto una denuncia inoltrata da un’organizzazione non governativa e da circa 900 persone, che esigeva una politica climatica più rigorosa da parte dello Stato.
Denunce contro la politica climatica sono state approvate anche in diversi Stati degli USA. Questo strumento di partecipazione della società civile approda ora anche in Svizzera: il 23 agosto un gruppo di circa 150 donne hanno creato l’Associazione delle anziane per il clima (Verein KlimaSeniorinnen), con l’intenzione di deporre una denuncia ancora nel corso di quest’anno.
“Siamo convinte che il surriscaldamento del clima costituisce un pericolo inaccettabile per la nostra salute. Con la nostra associazione vogliamo permettere alle persone direttamente colpite da questo fenomeno di organizzarsi, in modo che venga attuato questo diritto fondamentale alla salute per noi e per le generazioni future”, indicano le promotrici, tra le quali non figurano solo donne di sinistra.
Blocher vs. Blocher
Tra i membri della nuova associazione vi sono l’ex-presidente del Partito socialista Christiane Brunner (69 anni) e Judith Giovanelli Blocher (84 anni), la sorella dell’ex consigliere federale Christoph Blocher. Lo stratega dell’Unione democratica di centro (UDC) si batte da tempo per un politica climatica poco vincolante.
La Confederazione intende ridurre del 20%, entro il 2020, le emissioni di gas ad effetto serra, rispetto ai valori del 1990. Troppo poco per attuare la Legge federale sul CO2, ritengono le 150 donne. Secondo il gruppo di esperti intergovernativi sul cambiamento climatico (IPPC), sarebbe necessaria una riduzione delle emissioni del 25 – 40% per evitare un surriscaldamento del clima superiore a 2 gradi.
L’associazione intende far sapere solo quest’autunno a che tribunale verrà inoltrata la denuncia. Le donne non intendono accontentarsi di una querela, ma vogliono anche presentare una domanda per un’attuazione più rigorosa della legge sul CO2. La denuncia verrebbe sporta contro il Dipartimento federale dell’ambiente, diretto da Doris Leuthard, o contro il governo svizzero.
Se i tribunali svizzeri sono dovessero dare loro ragione, le donne potrebbe rivolgersi alla Corte europea dei diritti umani. Nella loro denuncia fanno infatti riferimento all’articolo 10 della Costituzione federale, che garantisce il diritto alla vita, ma anche agli articoli 2 e 8 della Convenzione europea sui diritti umani, che assicura la protezione della sfera privata e famigliare.
Le promotrici di questa iniziativa si fondano, a tale proposito, su una perizia redatta nel 2015 dalla giurista zurighese Ursula Brunner per l’organizzazione ambientalista Greenpeace. Denunce di questo tipo si starebbero preparando anche in Norvegia e Belgio.
L’associazione ricorda che soprattutto le donne anziane soffrono più degli altri dei lunghi periodi di calura, che intensificano acciacchi e varie infermità e possono essere letali. Ad esempio la mortalità delle donne nell’estate del 2003 era aumentata in maniera eccezionale.
Traduzione di Armando Mombelli
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