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Elezione del governo: ancora tutti con il fiato sospeso

Alla cerimonia di giuramento manca ancora il o la settimo(a) consigliere(a) federale. Keystone

Dopo l'esclusione di Christoph Blocher dal governo federale, la suspense rimane totale. Eletta al suo posto, la direttrice delle finanze cantonali grigionesi Eveline Widmer Schlumpf ha chiesto un tempo di riflessione.

La 51enne democentrista annuncerà la sua decisione giovedì mattina. Il suo partito esige che rinunci. Gli altri sei ministri uscenti sono invece stati rieletti ed hanno prestato giuramento mercoledì.

Il momento più atteso della mattinata elettorale era sicuramente quello dell’elezione del ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher.

Il rappresentante dell’UDC non è riuscito a raggiungere la maggioranza assoluta al primo turno: ha ottenuto solo 111 voti contro i 116 andati alla sua collega di partito Eveline Widmer-Schlumpf.

“Non me l’aspettavo”, ha detto poco dopo il primo turno il deputato dell’UDC Oscar Freysinger. Visibilmente deluso, il vallesano ha ricordato che in caso di non rielezione di Christoph Blocher il suo partito passerebbe all’opposizione. “Si tratterebbe di una grande sconfitta per la democrazia. Il partito che ha ottenuto più voti alle recenti elezioni federali non può non essere rappresentato in governo!”, ha aggiunto.

Al secondo turno, la grande sorpresa: il parlamento ha eletto Eveline Widmer-Schlumpf con 125 voti, contro i 115 raccolti da Blocher.

Fine della concordanza?

La democentrista retica, figlia dell’ex consigliere federale Leon Schlumpf, ha chiesto di potere riflettere fino a giovedì mattina alle otto per decidere se accettare o meno l’elezione.

Se la consigliera di Stato grigione dovesse declinare il mandato, occorrerà un nuovo scrutinio per eleggere il settimo membro dell’esecutivo elvetico.

Anche per la designazione del vice-presidente della Confederazione occorrerà aspettare fino a giovedì mattina. Candidato a tale carica era infatti Christoph Blocher. I parlamentari preferiscono quindi decidere a bocce ferme, quando il nome di tutti i sette ministri sarà noto, prima di procedere a questa elezione.

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Concordanza

Questo contenuto è stato pubblicato al Con concordanza si intende la continua ricerca di un equilibrio, di un compromesso tra le parti, tra le diverse comunità culturali, linguistiche, sociali e politiche che compongono la Svizzera. Uno degli aspetti più visibili del sistema di concordanza elvetico è la ripartizione dei seggi nel governo federale proporzionalmente alla forza dei partiti, pratica in uso…

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Reazioni

“È una catastrofe per tutto il paese”, ha affermato il consigliere nazionale argoviese Ulrich Giezendanner, mentre il presidente dell’UDC Ueli Maurer sostiene che la consigliera di stato grigionese non accetterà la nomina. Alla televisione svizzero tedesca, Maurer ha ribadito che l’UDC andrà all’opposizione anche se solo uno dei suoi ministri uscenti non verrà rieletto.

“L’UDC deve prendersela solo con sé stessa se Christoph Blocher non è stato rieletto in Consiglio federale” ha dal canto suo affermato il presidente del partito liberale radicale Fulvio Pelli alla televisione svizzero romanda, precisando che quanto accaduto è dovuto alle provocazioni dell’ex imprenditore zurighese e del suo partito che “ha fatto di tutto per rendere difficile la rielezione di Blocher”.

Per il vicepresidente del partito popolare democratico Dominique de Buman, l’esito del voto riflette un sentimento di insofferenza verso tutti gli attacchi portati alla democrazia e il consigliere nazionale socialista Andreas Gross ha definito “eccezionale” il fatto che il leader del maggior partito non sia stato eletto in governo.

Ministri rieletti

Sono stati invece confermati in governo senza problemi di sorta gli altri sei ministri uscenti. Il primo ad essere rieletto è stato Moritz Leuenberger. Il ministro dei trasporti, dell’ambiente, delle comunicazioni e dell’energia ha ottenuto 157 voti su 178 schede valide. Le schede bianche sono state ben 64 provenienti in larga misura dai membri del gruppo parlamentare dell’Unione democratica di centro (UDC).

Mentre Leuenberger si deve accontentare di un esito discreto, il ministro dell’interno Pascal Couchepin è stato rieletto in modo brillante con 205 voti su 246. Si tratta del suo miglior risultato da quando è in governo (1998). Per il 2008, Couchepin è stato poi eletto – con 197 voti su 231 schede valide – presidente della Confederazione, una carica che ha già ricoperto nel 2003.

Anche il ministro della difesa Samuel Schmid ha registrato un ottimo risultato: su 219 schede valide a lui sono andati 201 voti dell’assemblea federale.

È poi stata la volta della ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey. La socialista ha registrato un voto simile a quello del suo collega di partito: 153 voti su 180 schede valide.

Il miglior risultato è stato registrato dal quinto consigliere federale eletto, Hans-Rudolf Merz. Il ministro delle finanze ha ottenuto ben 213 voti su 233 schede valide.

L’ultimo ministro ad essere rieletto è stata Doris Leuthard, che ha registrato 160 voti su 191 schede valide.

swissinfo, Anna Passera

Sono rieletti in governo:
– Moritz Leuenberger con 157 voti
– Pascal Couchepin con 205 voti
– Samuel Schmid con 201 voti
– Micheline Calmy-Rey con 153 voti
– Hans-Rudolf Merz con 213 voti
– Doris Leuthard mit 160 voti
– Eveline Widmer-Schlumpf con 125 voti (non si sa ancora se accetterà o meno l’elezione)

Pascal Couchepin è stato eletto presidente della Confederazione con 197 voti.

Corina Casanova è stata eletta cancelliera federale con 124 voti.

Il sistema d’elezione del Consiglio federale garantisce la formazione del governo.

Per ogni seggio si inizia con due turni di scrutinio ai quali chiunque può candidarsi contro l’uscente che si ripresenta.

In teoria qualsiasi cittadino svizzero che gode dei diritti politici può scendere in lizza. Il numero dei candidati non è limitato.

Il primo che raggiunge la maggioranza assoluta (teoricamente 124 suffragi se tutti i deputati e i senatori partecipano al voto) è eletto.

Se più candidati raggiungono la maggioranza assoluta, è eletto chi ha il maggior numero di suffragi.

Se nessuno ottiene la maggioranza, chi ha il minor numero di voti è eliminato.

Si prosegue finché tutti i sette componenti dell’esecutivo sono designati.

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