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Elezioni italiane: Veltroni riconosce la sconfitta

A 71 anni Berlusconi si appresta a guidare per la terza volta il governo italiano. Al suo primo tentativo Veltroni non ce l'ha fatta. Keystone

Si delinea una vittoria netta della coalizione di Silvio Berlusconi alle elezioni anticipate italiane. Secondo le ultime proiezioni Berlusconi ha un vantaggio chiaro sulla coalizione guidata da Walter Veltroni sia alla Camera che al Senato.

Il distacco fra la coalizione capeggiata da Silvio Berlusconi e quella guidata dal rivale Walter Veltroni è diventato con il passare del tempo incolmabile. Se le proiezioni dovessero essere confermate, il Popolo della libertà con la Lega e il Movimento per l’autonomia avranno una chiara maggioranza in parlamento.

L’alleanza di centrodestra otterebbe infatti il 46,7% dei voti al Senato (settima proiezione) contro il 38,5% ottenuto da Partito democratico e Italia dei valori. Alla Camera il vantaggio è leggermente inferiore: l’alleanza guidata dal Popolo della libertà raggiungerebbe secondo le proiezioni il 45,9% dei voti, quella del Partito democratico il 38,9%. Un divario chiaro che smentisce i primi exit poll, secondo i quali c’era una differenza di soli due o tre punti percentuali tra le due coalizioni rivali.

In calo di 3,5 punti percentuali rispetto al 2006 la partecipazione al voto che ha raggiunto l’80,5%. Lo ha confermato il ministro dell’Interno Giuliano Amato. Non c’è stata quindi l’astensione di massa che in molti temevano alla vigilia del voto. «Gli italiani si aspettano di essere chiamati a votare ogni cinque anni. Li abbiamo invece costretti ad andare a votare dopo neppure due anni», ha spiegato il ministro. «Questa può essere una ragione per la loro minore partecipazione al pure essenziale momento democratico».

Maggioranza assoluta al Senato

Secondo le proiezioni Consortium per la Rai con una copertura del 96% la coalizione di Silvio Berlusconi composta da Partito della Libertà, Lega e Movimento per l’autonomia avrebbe un vantaggio di circa otto punti percentuali sull’alleanza di Walter Veltroni composta dal Partito democratico e dall’Italia dei valori.

In termini di seggi, Berlusconi e i suoi alleati dovrebbero conquistare 166 su 315, raggiungendo in modo confortevole la maggioranza assoluta.

Il Popolo della Libertà ne otterrebbe 143, la Lega Nord 22 e il Movimento per l’autonomia 1. Il Partito democratico dovrebbe invece conquistare 138 seggi: 120 seggi al Partito democratico e 18 all’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.

L’Unione di Centro di Pier Ferdinando Casini, che questa volta correva da sola, dovrebbe avere tre senatori. Fuori dal Senato potrebbe per contro restare la Sinistra Arcobaleno di Fausto Bertinotti.

Camera dei deputati

Per quanto concerne la Camera dei deputati, la coalizione di centro-destra avrebbe un vantaggio di circa sei punti percentuali secondo le proiezioni Consortium per la Rai.

Popolo della Libertà, Lega Nord e Movimento autonomista per il sud dovrebbero attestarsi al 45,9%, mentre Partito democratico e Italia dei Valori raggiungerebbero il 38,9%. Nel dettaglio il Popolo della Libertà è al 38,3%, la Lega al 6,4% e il Movimento per l’autonomi all’1,2%. Il Partito democratico è al 33,8% e l’Italia dei valori al 5,1%.

L’alleanza guidata dal Cavaliere otterrebbe 340 seggi, quella guidata da Veltroni 241.

La terza volta di Berlusconi

Quindici anni dopo il suo primo tentativo, Silvio Berlusconi, 71 anni, è quindi destinato a guidare il paese per la terza volta.

A cantare vittoria è anche la Lega Nord: il partito di Umberto Bossi dovrebbe aver raccolto il 7% circa dei suffragi, contro il 4,5% delle legislative dell’aprile 2006.

Walter Veltroni, leader del Partito democratico, ha riconosciuto la sconfitta: “Come è prassi in tutte le democrazie occidentali, ho telefonato a Berlusconi per dargli atto della vittoria ed esprimergli l’augurio di un buon lavoro”, ha dichiarato. Veltroni ha inoltre confermato la sua piena disponibiltià ad affrontare con il Popolo della libertà le riforme istituzionali e la riforma elettorale.

Malgrado l’insuccesso che si sta delineando, l’ex sindaco di Roma può comunque abbozzare un sorriso: riunire il 34% dei voti con la pesante eredità di venti mesi di governo Prodi sulle spalle non era sicuramente facile. La scelta di rompere con la tradizione delle vaste coalizioni eteroclite di centro-sinistra si è quindi almeno in parte rivelata pagante.

swissinfo e agenzie

Il parlamento italiano è composta da due camere: la Camera dei deputati (630 seggi) e il Senato (315 seggi). Tra questi vi sono anche i 12 deputati e i sei senatori della Circoscrizione estero.

La legge elettorale italiana presenta alcune particolarità che rendono instabile il sistema parlamentare con maggioranze risicate al Senato.

Alla Camera dei deputati la ripartizione dei seggi si effettua su base nazionale con l’attribuzione del premio di maggioranza a livello nazionale. Lo sbarramento è del 4% per la singola lista.

Al Senato la ripartizione si effettua su base regionale con l’attribuzione del premio di maggioranza a livello regionale. Lo sbarramento è dell’8% per la singola lista.

I senatori e i deputati della circoscrizione estero sono attribuiti con il metodo maggioritario uninominale.

I primi ministri italiani dal 1994:

Maggio 1994 – dicembre 1994: Silvio Berlusconi
Giugno 1995 – maggio 1996: Lamberto Dini
Maggio 1996 – ottobre 1998: Romano Prodi

Ottobre 1998 – aprile 2000: Massimo D’Alema
Aprile 2000 – giugno 2001: Giuliano Amato
Giugno 2001 – maggio 2006: Silvio Berlusconi

Da maggio 2006: Romano Prodi

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