«Facciamoci ascoltare all’estero»
La consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha aperto lunedì a Berna la sua prima Conferenza degli ambasciatori.
La ministra degli esteri ha invitato i capi missione a profilare maggiormente la politica estera svizzera.
La ministra degli esteri, in carica da otto mesi, si è rivolta a 108 capi missioni giunti a Berna. Per la prima volta, alla Conferenza degli ambasciatori hanno preso parte anche 16 responsabili degli Uffici della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).
Sfruttare il potenziale
La piccola Svizzera, con la sua forza economica e il suo impegno per i diritti umani, non deve sottovalutare il potenziale politico di cui dispone nel mondo, ha sottolineato Micheline Calmy-Rey. «Sono convinta che se ci teniamo in disparte non facciamo altro che indebolire la difesa dei nostri interessi».
Secondo Calmy-Rey la Svizzera deve sfruttare al massimo le capacità d’azione in politica estera. In questo senso, «il nostro paese deve far leva sull’esperienza federalista, multiculturale, multietnica, pacifica e forte della sua democrazia diretta, e portare un’equa parte del fardello comune», ha aggiunto.
I diplomatici svizzeri sono in concorrenza con quelli degli altri Stati e potrebbero perdere influsso, ha ammonito. Calmy-Rey è convinta che «non veniamo presi sul serio se non ci manifestiamo».
Rinforzare il sistema internazionale
Calmy-Rey ha detto che la posizione da lei occupata non è quella di una «super diplomatica». Il mio compito – ha proseguito – è essenzialmente quello di mettere in pratica la volontà del Consiglio federale, delle Camere e del popolo. La sua missione è dunque di natura politica: definire gli obiettivi, vegliare alla loro applicazione, spiegarli e difenderli.
L’obiettivo della politica estera – ha ancora sottolineato Calmy- Rey – consiste nel garantire la sicurezza e il benessere degli Svizzeri in un mondo in costante evoluzione. In momenti d’insicurezza, sebbene gli Stati Uniti siano in una posizione dominante, nessun Stato può pretendere di risolvere da solo i problemi che si affacciano sulla scena internazionale.
È di conseguenza necessario rafforzare il sistema multilaterale. Gli abitanti di Surselva e di Gondo, vittime di catastrofici scoscendimenti, sanno perfettamente che i ritardi e le lacune nella realizzazione delle decisioni delle conferenze internazionali sul clima (Protocollo di Kyoto) hanno conseguenze dirette sulla loro vita quotidiana, ha aggiunto la responsabile del DFAE.
Solitudine sempre più evidente
La consigliera federale ha anche accennato all’allargamento dell’UE. Ha rilevato che «l’Alleingang della Svizzera in Europa diventa più appariscente con l’allargamento dell’Unione da 15 a 25 membri».
A Berna vi è il sentimento – ha proseguito – che i nostri partner dell’UE comprendano sempre meno che la Svizzera non aderisca a una comunità di Stati che condivide le stesse idee e valori, che ha contribuito in modo determinante alla pace e alla prosperità in Europa e che rappresenta la maggior forza politica del continente».
L’annuale Conferenza degli ambasciatori si protrae fino a mercoledì. Giovedì è in programma un’escursione in Vallese, il cantone del presidente della Confederazione Pascal Couchepin.
swissinfo e agenzie
93 ambasciate svizzere nel mondo.
12 missioni presso le organizzazioni internazionali.
44 consolati generali.
35 uffici di coordinamento della DSC.
Preoccupata di orientare meglio l’azione della diplomazia svizzera, Micheline Calmy-Rey intende riorganizzare la rete di rappresentanze elvetiche all’estero e il lavoro della DSC.
Oltre a 108 ambasciatori, per la prima volta sono presenti anche diversi capi delle antenne della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).
La collaborazione con la DSC prevede l’idea di affidare – a seconda dei casi – compiti diplomatici ai rappresentanti dell’aiuto allo sviluppo.
Dopo l’allargamento a 10 nuovi membri, la Svizzera potrebbe non dover disporre di un’ambasciata in tutti gli Stati dell’UE.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.