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Finanze federali, verso una partita di poker miliardaria al Parlamento svizzero

Persone discutono
Intese nell'aula del Consiglio degli Stati. Rappresentanti dei verdi e dei Verdi liberali. KEYSTONE/KEYSTONE / ANTHONY ANEX

La spesa svizzera sta aumentando rapidamente e c'è incertezza su come trovare i fondi. I partiti stanno affilando le armi per una battaglia sul bilancio. La sinistra, intanto, non fa quasi più breccia in Consiglio nazionale. La nostra analisi della sessione primaverile del Parlamento.

Iniziamo dai temi che toccano gli svizzeri e le svizzere all’estero: il Consiglio nazionale (Camera bassa) ha deciso di porre fine alle rendite per i figli versate alle persone pensionate. È il tema di questa sessione che ha toccato in modo più diretto la diaspora elvetica, specialmente i padri in pensione che ricevono questa rendita per i propri figli o figliastri. È un argomento che abbiamo trattato in dettaglio qui. Si attende ancora una decisione in merito da parte del Consiglio degli Stati (Camera alta).

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Anche il nuovo progetto federale per un’identità elettronica (e-ID) ha superato un primo ostacolo, con il voto favorevole del Consiglio nazionale. Ne abbiamo discusso qui.

Passiamo ora al quadro generale, ovvero le finanze federali. La Svizzera è a corto di liquidità, ma ci sono alcune spese importanti in vista, e tutte sembrano urgenti. Solo una era però in programma per questa sessione parlamentare: gli aiuti per la ricostruzione dell’Ucraina. La proposta del Consiglio federale ammonta a sei miliardi di franchi, distribuiti su dieci anni.

Le altre due sfide finanziarie, invece, sono arrivate a sorpresa e, data la loro portata, hanno praticamente dirottato la sessione. Si tratta del finanziamento aggiuntivo dell’esercito e dell’aumento dei costi per le rendite di vecchiaia.

Finanziamenti irrisolti

Poco prima dell’inizio della sessione primaverile, a fine febbraio, è emerso che i conti dell’Esercito svizzero sono quantomeno in disordine. Un’indagine della SRF ha paventato un deficit finanziario delle forze armate. Dopo molte spiegazioni ufficiali, rimane la consapevolezza generale che l’esercito ha urgente bisogno di più soldi, soprattutto a causa della guerra in Ucraina, che ha dato una spinta alla Svizzera verso il riarmo e la modernizzazione della difesa. Nei prossimi quattro anni bisognerà raccogliere 26 miliardi di franchi a questo scopo. Il metodo di finanziamento resta però ancora irrisolto.

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Il Consigliere agli Stati socialista Pierre-Yves Maillard, padre della 13esima rendita AVS, discute con il ministro dell’economia Guy Parmelin. KEYSTONE

La sessione era appena iniziata quando il sovrano, il popolo svizzero, ha deciso in votazione di aumentare le rendite dell’assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS). La Confederazione dovrà pagare 5 miliardi di franchi all’anno supplementari a partire dal 2026. Anche questo non era previsto, il “sì” popolare è stata una sorpresa.

L’iniziativa approvata dall’elettorato lascia aperta la questione della provenienza del denaro per finanziare la 13esima rendita AVS. Anche in questo caso, quindi, il finanziamento risulta irrisolto.

Il contraccolpo economico della guerra in Ucraina

La Svizzera, come già accennato, è alla ricerca dei sei miliardi con cui vuole contribuire alla ricostruzione dell’Ucraina. Ne va anche dell’immagine della Confederazione all’estero. L’idea è che, in quanto Stato neutrale, la Svizzera ha un margine di manovra limitato per fornire aiuti militari, ma può aiutare con il denaro.

Tuttavia, non è facile trovare tale somma. I contraccolpi dell’invasione russa contro l’Ucraina stanno colpendo diversi ambiti. Oltre agli aiuti per la ricostruzione, le spese sono aumentate per il sistema di asilo e per l’esercito. In tutti questi settori, servono miliardi.

La lobby dell’agricoltura

C’è di più. Quando in gioco ci sono miliardi, la lobby dell’agricoltura diventa un fattore importante. Il mondo contadino ha presa sul timone di importanti partiti e rappresenta un temuto potere trasversale in Parlamento. I e le rappresentanti dell’agricoltura acconsentiranno a dei finanziamenti supplementari solo se resterà qualcosa per loro altrove. È una partita che tutti i gruppi di interesse giocano in Parlamento, ma la lobby dell’agricoltura la spunta più spesso di altri.

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I rappresentanti più influenti della lobby dell’agricoltura in Parlamento: Marcel Detting (a sinistra), nuovo presidente dell’UDC, e Markus Ritter, presidente dell’Unione dei contadini. KEYSTONE/© KEYSTONE / PETER KLAUNZER

L’ovvia constatazione di questa sessione è che nei prossimi anni le spese della Svizzera cresceranno molto più rapidamente delle sue entrate. È ciò che è emerso dalle affermazioni dei e delle parlamentari nelle prime settimane di marzo. Ora, si stanno affilando le armi. La battaglia sulle misure di austerità e sulle entrate speciali è alle porte – e durerà a lungo.

Freno al debito, i prossimi passi

Secondo le stime provvisorie, su un bilancio complessivo della Svizzera di circa 85 miliardi di franchi, si registreranno costi aggiuntivi fino a 5 miliardi di franchi. Il Paese dovrà probabilmente indebitarsi.

Più facile a dirsi che a farsi, poiché il popolo svizzero ha imposto alla Svizzera un rigido freno all’indebitamentoCollegamento esterno due decenni fa. Dal 2003, il Paese non può spendere nulla che non sia stato guadagnato altrove o risparmiato.

Questo freno all’indebitamento è considerato una conquista e ha portato a un rapporto tra debito e PIL invidiabile nel confronto internazionale.

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Attualmente, il debito pubblico svizzero si attesta attorno al 16% del prodotto interno lordo e sta diminuendo.

Poiché questo bilancio è così sano, anche la voglia di approfittarne cresce. Politici e politiche si chiedono cosa sia meglio: meno debito o più investimenti pubblici nel futuro, considerato il fatto che al momento sembrano tutti urgenti. Una soluzione sarebbe sospendere temporaneamente il freno all’indebitamento. Esiste una disposizione esplicita per aggirarlo in “situazioni straordinarie”. Un’altra idea strategica della sinistra è quella di utilizzare come linea guida il tasso di indebitamento, anziché l’ammontare assoluto del debito in franchi svizzeri.

Indebitarsi, ma nel modo giusto

L’ala destra del Parlamento è favorevole ad aggirare il freno all’indebitamento per gli investimenti, come accaduto durante la pandemia, per garantire i fondi necessari al miglioramento della capacità di difesa.

Anche le forze di centro, con la guerra in Ucraina, ragionano in modo analogo. “Dovremmo fornire finanziamenti straordinari per la ricostruzione dell’Ucraina e per i costi di accoglienza delle persone rifugiate ucraine”, ha affermato il presidente del partito Il Centro Gerhard Pfister alla NZZ, riferendosi probabilmente all’aggiramento del freno all’indebitamento.

Per la sinistra invece, l’urgenza si trova soprattutto nelle misure sociali come l’assistenza all’infanzia e la protezione del clima. “Il freno all’indebitamento non sopravviverà ancora a lungo in questa forma”, ha affermato il copresidente del Partito socialista Cédric Wermuth alla SRF. Il leader del PS rivela anche che tra i partiti rappresentati in Governo si sta discutendo di ammorbidire questo strumento. “C’è una grande consapevolezza che qualcosa debba cambiare”, ha detto.

Nuove idee per le entrate fiscali

Dietro le quinte, il dibattito sul bilancio autunnale è quindi già iniziato in primavera. Vengono annunciate rivendicazioni e misurati i margini per negoziare, con la consapevolezza che la discussione sul bilancio più importante e probabilmente più difficile degli ultimi decenni è imminente.

Sul tavolo ci sono anche idee per nuove tasse, da un aumento delle imposte federali o dell’IVA, fino alle imposte sulle plusvalenze, passando per le imposte sulle transazioni finanziarie e l’abolizione del segreto bancario in Svizzera. Sarebbe rompere un tabù, ma c’è chi pensa che un tale sacrificio porrebbe fine all’elusione fiscale portando miliardi nelle casse pubbliche.  

Nei corridoi di Palazzo federale in questa sessione primaverile si è assistito al preludio di una partita di poker miliardaria. Ciò di cui si è discusso pubblicamente nelle aule, invece, ha suscitato meno scalpore; il menù della sessione mancava di piatti forti, e anche di contorni.

Ciò è stato vero almeno fino alla vicenda dell’aggressione con coltello a sfondo antisemita. Una mozione di un’urgenza inattesa ha chiesto un piano d’azione contro il razzismo e l’antisemitismo. Il Consiglio nazionale ha approvato la mozione, mentre il Consiglio degli Stati deve ancora esprimersi.

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In seguito a un brutale attacco a Zurigo, in Consiglio nazionale si è occupato della questione dell’antisemitismo. KEYSTONE/© KEYSTONE / ALESSANDRO DELLA VALLE

La destra prevale più spesso

Per concludere, da questa sessione sembrerebbe emergere che l’equilibrio politico si sia spostato a destra. “Il Consiglio nazionale è diventato più di centro-destra. Solo raramente la sinistra riesce a far valere le proprie posizioni”, afferma Philipp Burkhardt, responsabile della redazione parlamentare della radio pubblica SRF.

Un esempio è stato il dibattito sugli aiuti alla ricostruzione dell’Ucraina. Il Parlamento ha deciso che i miliardi per l’Ucraina saranno finanziati dal bilancio ordinario e il freno all’indebitamento non si potrà aggirare per tale ragione. In questo modo sarà più difficile sbloccare i fondi. Inoltre, i pagamenti per l’Ucraina saranno in concorrenza con i bilanci esistenti per la cooperazione internazionale, per il disappunto della sinistra.

Lo stesso schema si è presentato anche per la legge sulla protezione ambientale e la legge sul CO2. Si è parlato, ad esempio, di 30 km/h nelle aree urbane e di quante misure di compensazione del CO2 la Svizzera debba esternalizzare. Il centro-destra ha prevalso nei due casi, per la delusione dei Verdi.

Tuttavia, anche se la destra sta guadagnando potere in Parlamento, la sinistra sta vivendo una storica espansione sociale alle urne, come ha dimostrato il recente “sì” all’iniziativa per una 13esima AVS. Così si muovono – lenti ma udibili – gli ingranaggi della politica svizzera, mentre il mondo gira sempre più velocemente.

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A cura di Benjamin von Wyl

Traduzione, Zeno Zoccatelli

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