Formazione professionale garantita
Un'iniziativa sindacale vuole garantire i posti d'apprendistato per la gioventù. Un sì conferirebbe alla Confederazione ampie responsabilità di coordinazione.
Il proposto rafforzamento del sistema formativo è accusato di dirigismo dagli ambiti economici.
L’apprendistato professionale è un pilastro della formazione elvetica. E a sostegno del sistema che combina attività pratica a lavoro attivo nell’economia, arriva ora alle urne un’iniziativa popolare, promossa dalla sinistra, denominata «per un’offerta appropriata di posti di lavoro».
Che il sistema sia saldamente ancorato al percorso formativo elvetico è dimostrato dalle cifre: meno del 30 per cento dei giovani frequenta, dopo l’obbligo scolastico, un liceo. Tutti gli altri entrano nel mondo del lavoro seguendo i corsi delle scuole professionali.
Domanda e offerta
Ma la situazione non è sempre facile. A Zurigo non è raro avere 40 candidature per un posto d’apprendistato commerciale o di informatica. I dati ufficiali confermano la situazione: nelle regioni di campagna e di montagna alla fine dell’obbligo scolastico, l’80 per cento dei giovani interessati trova un posto di lavoro; in città è solo il 74 per cento. Questa situazione obbliga i giovani a ripiegare su soluzioni transitorie, come il decimo anno scolastico, o dei corsi di lingua.
I primi ad avere difficoltà nella ricerca di un posto di lavoro sono gli stranieri. Solo il 64 per cento riesce a trovare un posto di apprendistato, benché la maggioranza abbia un curriculum scolastico tutto elvetico.
Dall’altro lato in alcuni settori, come l’edilizia, molti posti di formazione non riescono ad essere occupati. A volte il lavoro non corrisponde agli interessi dei giovani, in altri casi hanno un ruolo le questioni geografiche e pratiche. Abbandonare casa anzi tempo per seguire una formazione in un’altra regione è difficile, specialmente con uno stipendio mensile di poche centinaia di franchi.
Il fondo per premiare chi è attivo
Sindacati e organizzazioni giovanili vogliono migliorare la situazione con un’iniziativa popolare, lanciata nel 1998. Il cuore della proposta è la creazione di un fondo per la formazione professionale; uno strumento che si aggiungerebbe alle strutture scolastiche.
I datori di lavoro sarebbero tenuti a versare dei contributi nel fondo. Il ricavato sarebbe ridistribuito fra le ditte che offrono posti di formazione. Il traguardo è dunque quello di incentivare l’impegno a favore dei giovani. Negli ultimi anni è infatti cresciuto il numero di ditte che rinuncia per questioni di costi agli apprendisti. Con il fondo l’impegno supplementare verrebbe ricompensato anche finanziariamente.
Oltre ad un’offerta sufficiente di posti, il testo vuole inoltre migliorare e garantire la qualità della formazione, affidando ai partner sociali un compito di controllo. I datori di lavoro sarebbero dunque controllati meglio per evitare che i giovani siano ridotti a forza lavoro a basso costo. La Confederazione otterrebbe una funzione di coordinamento e di controllo più importante. Attualmente le responsabilità sono distribuite a più livelli e fra diverse organizzazioni di categoria.
L’opposizione borghese
Per la maggioranza del Parlamento, come per gli imprenditori, la proposta però va troppo avanti. Si approvano i traguardi e si riconoscono le carenze che precludono alla gioventù un accesso garantito alla formazione, ma si rinvia alla legge sulla formazione professionale che ha già provveduto a coprire alcune falle.
Si teme inoltre che l’iscrivere il diritto alla formazione nella Costituzione potrebbe obbligare lo Stato ad accollarsi sempre nuovi compiti. La realizzazione del fondo, poi, implicherebbe un ulteriore meccanismo burocratico. Simili modelli esistono già e funzionano in alcuni cantoni, ma l’applicazione federale sarebbe troppo complessa.
Economiesuisse, la principale organizzazione dell’economia, sostenuta dai partiti borghesi, paventa un accresciuto ruolo dello Stato e un’intromissione nell’autonomia aziendale. In Consiglio nazionale, il voto rispecchia direttamente la divisione fra destra e sinistra: 124 i no del centro-destra, contro 58 sì rosso-verdi.
Analoga la situazione al Consiglio degli Stati. Qui solo i sei senatori socialisti hanno sostenuto il testo. Anche il Consiglio federale invita il popolo a respingere la proposta.
swissinfo, Daniele Papacella
Il testo dell’iniziativa che in caso di un sì popolare andrebbe a completare la Costituzione federale:
Art. 34ter a (nuovo)
1 Il diritto a una formazione professionale appropriata è garantito.
2 La Confederazione e i Cantoni assicurano un’offerta sufficiente in materia di formazione professionale. Questa formazione deve rispondere a criteri di qualità e può avere luogo in aziende e scuole professionali, scuole statali o istituzioni analoghe che sottostanno alla sorveglianza dello Stato.
3 La Confederazione istituisce un fondo per la formazione professionale.
4 Il fondo è finanziato mediante contributi di tutti i datori di lavoro. I costi dei posti di formazione offerti sono presi in considerazione purché soddisfino le condizioni qualitative.
5 La Confederazione disciplina la ripartizione dei mezzi finanziari tra i Cantoni. L’utilizzazione di questi mezzi è di competenza dei Cantoni. Essi coinvolgono i partner sociali. Questi collaborano in particolare nella valutazione della qualità dei posti di formazione.
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