Fronte comune contro i risparmi nella formazione
La Confederazione deve assumersi le sue responsabilità nel settore della formazione professionale. Cantoni, sindacati e datori di lavoro hanno lanciato una battaglia comune contro i piani di risparmio del governo.
I rappresentanti dei cantoni e dei partner sociali invitano il parlamento a correggere le decisioni governative.
Si rafforza l’opposizione contro l’intenzione della Confederazione di risparmiare nel settore della formazione professionale.
La Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione ha infatti ottenuto l’appoggio dell’Unione sindacale svizzera (USS) e dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), che giovedì hanno presentato congiuntamente a Berna le loro argomentazioni.
Per una volta, i rappresentanti dei sindacati e dei datori di lavoro tirano dalla stessa parte della corda per denunciare i rischi di un disimpegno federale, in un ambito considerato di grande importanza per il futuro economico e sociale del paese.
Secondo la nuova legge sulla formazione professionale, la parte del contributo assunto dalla Confederazione dovrebbe passare dall’attuale 16,5% al 25% entro il 2008.
Il governo ha però annunciato alcuni mesi fa di voler ridurre la propria partecipazione in questo settore. I membri del Consiglio federale intendono aumentare solo del 4,5% i crediti destinati alla formazione, alla ricerca e all’innovazione (FRI), durante il periodo 2008-2011.
Investimento per il futuro
Secondo i rappresentanti cantonali, che postulano un aumento dell’8% della partecipazione federale, un disimpegno del genere “avrebbe conseguenze devastanti”.
“I cantoni non saranno mai in grado di compensare pienamente le perdite registrate”, ha dichiarato alla stampa il direttore dell’USAM e consigliere nazionale del Partito liberale radicale Pierre Triponez.
Dal canto suo, Paul Rechsteiner, presidente dell’USS e consigliere nazionale socialista, ha sottolineato che i costi della formazione professionale non rappresentano soltanto una spesa, ma sono anche un investimento.
E in quest’ambito non va dimenticato il danno alla credibilità dello Stato centrale, ha aggiunto il consigliere di Stato lucernese Anton Schwingrub. “Al di là della riforma della formazione professionale, è la fiducia dei cantoni nella Confederazione a soffrire a causa dell’annunciata riduzione dei contributi federali”.
swissinfo e agenzie
Altri sviluppi
Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE)
La legge federale sulla formazione professionale del 13 dicembre 2002 è entrata in vigore il 1° gennaio di quest’anno.
Le disposizioni legali prevedono un aumento dal 16,5% al 25% entro il 2008 del contributo della Confederazione alle spese per la formazione professionale.
Nel 2004 in Svizzera sono stati impiegati 2,78 miliardi di franchi per finanziare il settore della formazione.
Nella loro lotta contro i risparmi della Confederazione nel settore della formazione professionale, i cantoni hanno ricevuto la settimana scorsa anche il sostegno dei partiti di governo.
Nell’ambito del tradizionale incontro alla Casa von Wattenwyl, i rappresentanti del Partito socialista, del Partito popolare democratico e del Partito liberale radicale si sono pronunciati contro i tagli del contributo federale alla formazione e alle scuole federali.
Per il periodo 2008-2011, i tre partiti chiedono una crescita superiore al 4,5% previsto dal governo dei crediti per la formazione, la ricerca e l’innovazione. Solo l’Unione democratica di centro, il quarto partito governativo, si è espresso per un contributo inferiore.
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