G20: nuovo ordine mondiale e fine del segreto bancario
Riuniti a Londra, i membri del G20 hanno approvato un piano da 5'000 miliardi di dollari per combattere la recessione mondiale e creare un nuovo ordine economico. I partecipanti al vertice hanno inoltre concordato di porre fine al segreto bancario e di regolamentare i mercati finanziari.
“Questo è il giorno in cui il mondo si è unito per combattere la recessione globale. Non con delle parole, ma con un piano di rilancio economico, riforme e chiare scadenze”, ha dichiarato il primo ministro britannico Gordon Brown al termine del vertice del G20 a Londra.
Gli accordi presi dai dirigenti delle principali potenze economiche e dei maggiori paesi emergenti dovrebbero portare ad un “nuovo ordine economico mondiale”, ha aggiunto il capo del governo britannico. Complessivamente i membri del G20 intendono impiegare 5’000 miliardi di dollari entro la fine del 2010 per stabilizzare l’economia mondiale, rivitalizzare il commercio internazionale e salvare milioni di posti di lavoro.
I partecipanti al vertice di Londra hanno adottato un piano in 6 punti, che mira tra l’altro a rafforzare le istituzioni finanziarie mondiali, liberare le banche dai fondi “tossici”, regolamentare i mercati, limitare i salari dei manager bancari ed aiutare i paesi emergenti e in via di sviluppo a superare la crisi.
Finita l’era del segreto bancario
Tra gli obbiettivi fissati dal G20 figura anche la lotta ai paradisi fiscali. “L’era del segreto bancario è terminata” si legge nel documento finale adottato a Londra.
“Il segreto bancario del passato deve avere fine”, ha dichiarato lo stesso Gordon Brown, annunciando la pubblicazione di una lista nera dei paradisi fiscali, che servirà a “porre termine alla non cooperazione da parte di paradisi fiscali che non accettano di trasmettere le informazioni richieste”.
Secondo quanto affermato dal presidente francese Nicolas Sarkozy, la Svizzera non figura sulla “lista nera” dei paradisi fiscali, che comprende solo 4 paesi. La Confederazione è stata però inserita su una “lista “grigia”, in cui sono inclusi i paesi che hanno annunciato di voler rispettare gli standard dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), ma che non li hanno ancora messi in atto.
“Se la Svizzera porterà a termine il processo, sarà inserita nella lista bianca, in caso contrario in quella nera”, ha indicato Sarkozy alla stampa. “Berna deve attuare al più presto delle misure per allentare il segreto bancario”, ha ribadito il ministro delle finanze tedesco Peer Steinbrück, che negli ultimi mesi aveva duramente criticato la politica fiscale della Confederazione.
Delusione del governo svizzero
“Dovevamo attenderci di figurare su una simile lista. Per questo motivo, a giusta ragione, il Consiglio federale ha deciso lo scorso 13 marzo di adeguarsi all’accordo dell’OCSE sulla doppia imposizione fiscale. In questo modo abbiamo potuto perlomeno alleviare le pressioni più forti”, ha dichiarato il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz.
Il consigliere federale si è detto comunque deluso per il fatto che la Svizzera, quale membro dell’OCSE, non sia stata coinvolta nella definizione dei criteri impiegati per stabilire queste liste. Hans-Rudolf Merz ha inoltre respinto le richieste formulate dai principali paesi europei in favore di uno scambio automatico delle informazioni fiscali. “Sarebbe veramente la fine del segreto bancario”, ha sottolineato il presidente della Confederazione.
Anche la ministra di giustizia e polizia Eveline Widmer-Schlumpf ha deplorato la decisione del G20 di mettere la Svizzera su una lista dei paradisi fiscali. “Non vi è nessuna ragione per punire la Svizzera: ci siamo dimostrati molto cooperativi e non vedo che cosa possa venirci ancora rimproverato”.
Piani finanziari senza precedenti
L’insieme delle misure previste dai membri del G20 dovrebbero permettere di liberare qualcosa come 5’000 miliardi di dollari per far fronte alla recessione mondiale e garantire in futuro una maggiore stabilità economica. I partecipanti al vertice si sono inoltre impegnati a garantire 1’000 miliardi di dollari al Fondo monetario internazionale, alla Banca mondiale e alle altre istituzioni finanziarie internazionali.
Questi fondi permetteranno in particolare di triplicare le risorse finanziarie del Fondo monetario internazionale, che dovrebbero passare da 250 a 750 miliardi di dollari. Un contributo importante in tale ambito sarà assunto anche dai paesi emergenti, a cominciare dalla Cina, che dovrebbe ottenere in cambio un ruolo più importante all’interno di questa istituzione di Bretton Woods.
Altri 250 miliardi verranno impiegati per sostenere il commercio mondiale, che ha registrato una forte flessione dalla seconda metà dell’anno scorso. Ulteriori mezzi finanziari, pari a 50 miliardi di dollari, saranno stanziati per aiutare le economie dei paesi emergenti e in via di sviluppo ad affrontare i contraccolpi della recessione mondiale.
Rilancio del commercio mondiale
I provvedimenti concordati dovrebbero accrescere in misura del 4% la produzione mondiale, salvando milioni di posti di lavoro nel mondo, ha dichiarato Gordon Brown. I miliardi concessi dalle potenze economiche del G20, che forniscono circa l’80% del Prodotto interno lordo mondiale, dovrebbero rendere più robusta e veloce la ripresa congiunturale, rispetto al 2% previsto attualmente dal Fondo monetario internazionale per la fine del 2010.
I partecipanti al vertice di Londra hanno pure concordato di riprendere le trattative del ciclo di Doha dell’Organizzazione mondiale del commercio, volte a ridurre le barriere protezioniste e a favorire gli scambi economici internazionali. Lanciato nel 2001, questo ciclo di negoziati si è arenato a più riprese in seguito soprattutto alle divergenze emerse tra le potenze industrializzate e i paesi emergenti, che chiedono una maggiore apertura dei mercati al commercio di prodotti agricoli.
Medicina giusta per l’economia
Un accordo è stato trovato anche sull’introduzione di “nuove regole” a livello globale per regolamentare i mercati finanziari e limitare le retribuzioni dei dirigenti delle grandi aziende. “Non ci saranno più bonus per chi provoca fallimenti”, ha dichiarato Gordon Brown.
Le retribuzioni dovranno riflettere la performance, mentre i nuovi vertici delle istituzioni finanziarie dovranno venire assunti sulla base del merito. “Tutto ciò incoraggerà la responsabilità delle aziende a livello globale”, ha aggiunto il premier britannico.
Riassumendo i risultati del vertice, il presidente americano Barack Obama ha affermato che il G20 ha dato al paziente, ossia l’economia mondiale, “la medicina giusta” per stabilizzare le sue condizioni di salute, ma le ferite “devono ancora guarire” e potrebbero ancora “apparire nuove crisi”.
swissinfo e agenzie
Creato nel 1999, dopo la crisi che aveva colpito i paesi asiatici e la Russia, il G20 rappresenta una piattaforma d’incontro e di dialogo tra le maggiori potenze economiche mondiali e i principali paesi emergenti.
Tra gli obbiettivi del G20 vi sono la stabilità economica mondiale e la promozione degli scambi commerciali a livello internazionale.
Il G20, presieduto quest’anno dalla Gran Bretagna, si era già riunito nel novembre dell’anno scorso per trovare una strategia comune di fronte alla crisi economica e finanziaria mondiale.
Fanno parte di questo gruppo 19 paesi: Stati uniti, Canada, Brasile, Argentina, Messico, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Russia, Turchia, Australia, Giappone, Cina, India, Indonesia, Corea del Sud, Arabia saudita e Sudafrica.
Il Fondo monetario, la Banca mondiale e la Banca centrale europea costituiscono il 20esimo membro.
La Svizzera mira a poter partecipare almeno alle riunioni preparatorie del G20.
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