Gli sviluppi del nucleare allarmano la Svizzera
Davanti all’assemblea generale dell’ONU, la Svizzera ha espresso la propria preoccupazione per la scarsa applicazione dei trattati sul disarmo nucleare.
L’ambasciatore svizzero presso l’ONU, Peter Maurer, lancia un appello affinché il Trattato di non-proliferazione nucleare sia finalmente applicato.
La Svizzera considera particolarmente inquietanti gli ultimi sviluppi in ambito di armamento nucleare.
Ragion per cui l’ambasciatore elvetico Peter Maurer ritiene che gli Stati debbano agire più efficacemente per migliorare la credibilità delle convenzioni in questo settore.
Migliorare la credibilità
Dopo più di 35 anni dalla sua entrata in vigore, il Trattato di non-proliferazione nucleare (TNP) – firmato da 188 Stati – è applicato solo in minima parte: «Siamo ancora molto lontani dal raggiungere gli scopi in esso prefissi», ha fatto notare Maurer.
Alla stessa stregua, anche il trattato sulla proibizione degli esperimenti nucleari fatica ad essere applicato efficacemente. Quanto ai negoziati in vista dell’adozione di una convenzione sulla vendita di materiale nucleare, devono ancora cominciare.
Davanti alla Conferenza sul TNP, cominciata lunedì presso la sede dell’ONU a New York, l’ambasciatore elvetico ha affermato la necessità di «agire senza indugi per migliorare la credibilità di questi trattati, la cui applicazione si fa sempre più urgente».
Nessuna concessione
La Svizzera ritiene fondamentale che si mantenga quel che fino ad ora si è riusciti ad ottenere di positivo con il trattato. Non si può invece tollerare alcuna regressione né concessione particolare che ne svii i dettami.
«Il TNP deve essere il solo strumento giuridico a carattere obbligatorio per la promozione della pace e la non-proliferazione delle armi nucleari», ha affermato Peter Maurer.
Ma, fintanto che India, Pakistan e Israele non avranno ratificato il trattato, la sua universalità non potrà essere garantita. Sarà quindi importante agire in tal senso.
I problemi dell’applicazione lacunosa dell’accordo nascono però anche dal fatto che alcuni Stati, pur avendolo firmato, non lo rispettano. È il caso della Corea del Nord e dell’Iran, sospettati di sviluppare segretamente un programma di armamento atomico.
Fondi sbloccati
Un’ulteriore fonte di preoccupazione è data dallo «sviluppo di un mercato nero particolarmente importante» nel settore dell’armamento nucleare.
La Svizzera ha espresso il proprio rammarico per il fatto che alcune nazioni, fra cui gli Stati Uniti, hanno sbloccato dei fondi destinati allo sviluppo di nuove armi nucleari. «Sono decisioni contrarie al senso stesso del trattato», ha aggiunto Maurer.
Il diplomatico elvetico ha però anche fatto notare che, nel corso degli ultimi anni, si registrano alcuni sviluppi positivi. Ad esempio, l’adesione di Cuba al TNP, la decisione libica di rinunciare al nucleare e il trattato russo-americano sul disarmo strategico.
swissinfo e agenzie
Il TNP è stato adottato nel 1968.
La Svizzera l’ha ratificato nel 1977.
La riunione fra i 188 Stati firmatari del TNP si tiene a New York dal 2 al 27 maggio.
L’incontro si prefigge di rilanciare il trattato, finora troppo poco applicato.
Un esempio: Corea del Nord e l’Iran (Stati firmatari) sono sospettati di sviluppare un programma segreto d’armamento atomico.
Il TNP combatte la proliferazione delle armi nucleari.
I Paesi che partecipano all’accordo sono classificati in due categorie: Stati nucleari (Cina, Francia, Regno Unito, Russia, Stati Uniti) e Stati non dotati di armamenti nucleari.
Il loro impegno è duplice: gli Stati nucleari si impegnano a perseguire un disarmo nucleare generalizzato e totale; gli altri Stati si impegnano a non sviluppare né dotarsi di armi
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