Gli Svizzeri dell’estero restano fuori dal Parlamento
44 Svizzeri dell'estero si sono candidati per le elezioni. Per loro però non c'è stata alcuna chance: il sistema elettorale e la mancanza di una lobby a sostegno della Quinta Svizzera vanificano qualsiasi ambizione di successo.
Con 2251 voti, Raphaël Thiémard dal Belgio ha ottenuto il miglior risultato. Era l’unico candidato ecologista dall’estero.
Raphaël Thiémard, registrato sulla lista del canton Friburgo, non aveva previsto uno score del genere. «Sono un po’ sorpreso, se si considera che a Friburgo i Verdi devono sempre lottare per ottenere dei risultati», confida a swissinfo.
«Mi sarei aspettato risultati migliori per gli Svizzeri dell’estero iscritti nei cantoni di Zurigo e Ginevra».
I tre candidati che hanno ottenuto il numero maggiore di preferenze sono tutti originari della Svizzera romanda. Nonostante annoverasse molti espatriati sulle sue liste, il partito vincitore delle elezioni, l’Unione democratica di centro (UDC), non è riuscito a piazzare alcuno Svizzero dell’estero in Parlamento.
«Sapevamo che sarebbe stato estremamente difficile», ha commentato lunedì il presidente UDC Ueli Maurer. «Avevamo ciononostante coltivato la speranza di creare la sorpresa, proponendo tre liste separate di Svizzeri dell’estero. Purtroppo non è bastato».
Thiémard, iscritto non sulla lista degli Svizzeri dell’estero ma su quella ufficiale dei Verdi, non crede in questa forma di candidatura. «Penso che il principio delle liste separate abbia evidenziato i suoi limiti».
Manca una lobby
Per Gabrielle Keller, responsabile dell’informazione presso l’Organizzazione degli Svizzeri dell’estero, il motivo per il quale gli espatriati non hanno avuto la minima chance di essere eletti è chiaro: «Innanzitutto, è difficile riunire un numero sufficiente di voti quando si vive all’estero».
«La campagna elettorale si sarebbe dovuta svolgere in Svizzera – prosegue – dove però non si è presenti e dove manca il sostegno di una lobby».
Secondo Keller, l’entrata nel Parlamento di un rappresentante della Quinta Svizzera non è ad ogni modo inimmaginabile. «Dipende dai mezzi che si hanno a disposizione o da quale lobby si riesce a mobilitare per conquistarsi le simpatie dentro e fuori le frontiere elvetiche».
Il deputato socialista Mario Fehr, che in Parlamento si è molto impegnato per la Quinta Svizzera, fa un esempio. «Se l’ex consigliere nazionale ecologista Ruedi Baumann si fosse ripresentato, sarebbe stato probabilmente eletto».
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Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE)
Pro e contro
Per Fehr è chiaro in quale direzione bisogna muoversi: «Chi vuole che in futuro gli Svizzeri dell’estero siano rappresentanti in Parlamento deve agire a livello istituzionale».
«Abbiamo presentato una mozione per una rappresentanza diretta degli Svizzeri dell’estero nel Consiglio nazionale e in quello degli Stati. Non c’è altra possibilità», commenta.
Una proposta (già applicata da altri paesi) che piace anche Raphaël Thiémard. «È ipocrita affermare che gli Svizzeri dell’estero possono candidarsi, quando però non hanno alcuna reale possibilità di successo».
L’idea di un 27esimo cantone virtuale seduce invece meno il Consiglio degli Svizzeri dell’estero. «Noi vogliamo ottenere una parità tra i cittadini elvetici all’estero e quelli in patria. La creazione di un cantone potrebbe contribuire all’isolamento della Quinta Svizzera», spiega Gabrielle Keller. «Gli Svizzeri dell’estero non sono dei personaggi esotici».
Per il momento, il presidente dell’UDC è perplesso. Le elezioni hanno evidenziato che il sistema di liste cantonali non può funzionare per aprire le porte del Parlamento agli espatriati.
«Credo però che gli Svizzeri dell’estero non votino per un altro espatriato, ma per un partito. Non sono quindi dell’avviso che un 27. cantone possa essere la soluzione».
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Quinta Svizzera
E-voting
Keller cita poi un altro aspetto a sfavore di una candidatura dall’estero: la posta. «In un paio di casi ci hanno segnalato che il materiale di voto non è stato recapitato a tempo. Un disguido però difficile da verificare».
Non si sa infatti se siano stati i cantoni o i comuni a non rispettare il termine. Oppure se è stato un problema della Posta. «Ad ogni modo, ciò dimostra la necessità di introdurre il voto elettronico».
swissinfo; Gaby Ochsenbein e Christian Raaflaub
(traduzione di Luigi Jorio)
44 Svizzeri dell’estero erano in lizza per un seggio in Parlamento (7 donne e 37 uomini).
33 candidati UDC, 6 PLR, 3 PPD, 1 UDF, 1 Verdi.
La maggior parte (31) si sono candidati sulla lista del canton Zurigo.
Gli altri nei cantoni di Berna, Friburgo, Ginevra, Vaud, Sciaffusa e Vallese.
Quattro anni fa i candidati dall’estero sono stati 15.
Nei cantoni di Ginevra, Lucerna e Vaud i voti degli Svizzeri dell’estero sono stati contati separatamente.
Lucerna: in crescita le preferenze degli Svizzeri all’estero per l’UDC con il 19,4% dei voti, percentuale tuttavia inferiore al risultato cantonale (25,3%). In netto calo invece le preferenze per PPD e PLR.
Ginevra: l’UDC ha ottenuto più voti dall’estero rispetto alle tre passate elezioni, ma meno della media nazionale. Anche i Verdi sono progrediti. La lista UDC internazionale ha conquistato il 2,19% dei voti (1,25% in Svizzera).
Vaud: i voti ai democentristi superano anche qui i risultati delle precedenti elezioni. In calo i liberali radicali.
La partecipazione al voto degli espatriati iscritti è stata minore rispetto alle tre passate legislature: 34,63% a Ginevra (totale: 47,46%) e 39% a Lucerna (53%).
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