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Iniziativa per vacche con le corna bocciata

una mucca senza corna.
La maggioranza delle mucche in Svizzera è come questa: privata delle corna. E la maggioranza dei votanti ha rifiutato oggi di promuovere un'inversione di rotta con incentivi finanziari. Gian Ehrenzeller/Keystone

Le corna di mucche e capre non entreranno nella Costituzione svizzera. L'iniziativa che voleva incentivare il loro mantenimento è infatti stata respinta nella votazione popolare odierna.

Quasi il 55% dei votanti e la stragrande maggioranza dei cantoni hanno detto no all’iniziativa “per la dignità degli animali da reddito agricoli (iniziativa per vacche con le corna)Collegamento esterno“, lanciata da un piccolo contadino di montagna, Armin Capaul. 

In sei cantoni il verdetto popolare è invece stato favorevole alla proposta di  introdurre un incentivo finanziario della Confederazione per i detentori di bovini e caprini che non li scornano. Un contributo motivato dal fatto che gli animali con le corna hanno bisogno di più spazio, altrimenti c’è il rischio che si feriscano tra di essi.

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Il testo dell’iniziativa non contemplava alcun obbligo per gli allevatori di mantenere le corna dei loro bovini e caprini. Dunque i contadini avrebbero avuto libertà di scelta.

Al centro delle preoccupazioni dei promotori dell’iniziativa c’era il benessere degli animali, dalla decornazione alle condizioni di stabulazione. Oggi in Svizzera alla maggioranza dei vitelli è praticata la cauterizzazione dell’abbozzo corneale. Cosicché le corna non crescono.

Armin Capaul e i suoi sostenitori hanno denunciato questa prassi, che a loro avviso causa grandi dolori agli animali, i cui effetti in certi casi perdurano nel tempo. Inoltre, hanno sottolineato, le corna sono importanti per il comportamento sociale di mucche e capre.

Governo e parlamento contrari

Gli oppositori hanno contestato questi argomenti e sostenuto che l’iniziativa avrebbe limitato inutilmente l’autodeterminazione imprenditoriale dei contadini e avrebbe fatto lievitare ulteriormente i costi statali, già elevati, per il settore agricolo.

Nel corso della campagna, i promotori avevano stimato che i contributi per i contadini che avrebbero lasciato le corna ai loro bovini e caprini sarebbero complessivamente ammontati a circa 15 milioni di franchi all’anno. Questo importo sarebbe rientrato nel budget della Confederazione per l’agricoltura. Il Consiglio federale aveva stimato dal canto suo questi costi tra i 10 e i 30 milioni di franchi.

Il governo e il parlamento raccomandavano di respingere l’iniziativa. Tra i partiti, socialisti, Verdi e Verdi liberali raccomandavano il sì, mentre tutti gli altri raccomandavano il no.

Il ministro vittorioso omaggia il promotore dell’iniziativa

Il responso delle urne costituisce una vittoria in particolare per il ministro dell’economia Johann Schneider-Ammann, che ha condotto la sua ultima campagna di votazione, poiché ha rassegnato le dimissioni per la fine di quest’anno. Il liberale radicale ha interpretato il rifiuto dell’iniziative “per vacche con le corna” come una conferma dell’odierna politica agricola svizzera: “Dicendo no, i cittadini hanno espresso la loro fiducia nella politica agricola attuale”, ha dichiarato in una conferenza stampa al Palazzo federale a Berna.

Secondo Schneider-Ammann, la maggioranza del popolo ritiene inutile e addirittura controproducente una disposizione costituzionale sulle corna. A suo avviso, la politica agricola elvetica soddisfa già ampiamente le aspettative in materia di benessere degli animali. Inoltre, gli agricoltori non dovrebbero essere spinti in una direzione di incentivi finanziari, che non sono al passo con i tempi.

Il ministro ha però reso omaggio ad Armin Capaul, che con la sua iniziativa ha avuto il merito di dare la possibilità alla popolazione di discutere e poi di decidere su questo tema. Armin Capaul ci ha dimostrato che nel nostro Paese è possibile lanciare e portare al voto un’iniziativa praticamente da soli. Tanto di cappello!”.

La lotta continua

La bocciatura dell’iniziativa “per vacche con le corna” nel voto odierno non costituisce una sorpresa. Ma considerate le forze in campo, per i promotori si tratta di una sconfitta onorevole, soprattutto alla luce dei successi ottenuti in sei cantoni.

Il risultato uscito dalle urne elvetico non ha dunque… scornato Armin Capaul. Il contadino non intende abbandonare la sua battaglia. “La ‘Comunità d’interesse vacche con le corna’ non sarà sciolta e presto discuteremo fra di noi come continuare”, ha indicato Capaul alla radio svizzera tedesca SRF. “Era un’iniziativa a favore del benessere di mucche e capre”, ha sottolineato, aggiungendo che con questo rifiuto la maggioranza dei votanti ha “decornato l’animale simbolo della Svizzera”, di conseguenza adesso “dovrà spiegare questo a tutto il mondo”.

Armin Capaul davanti a un cartellone per il sì all iniziativa per vacche con le corna.
Deluso dal verdetto delle urne svizzere, Armin Capaul non intende comunque abbandonare la sua lotta per il benessere degli animali. © KEYSTONE / LAURENT GILLIERON

Piccolo “miracolo”, anche con l’aiuto di svizzeri all’estero

Già il fatto stesso che questo testo sia giunto al voto popolare è considerato una sorta di “miracolo della democrazia di base”. Armin Capaul è riuscito quasi da solo a raccogliere le centomila firme necessarie per portare alle urne svizzere l’iniziativa.

Oltre alla raccolta delle firme per strada, Capaul aveva anche pubblicato i formulari sul suo sito web, in modo che i cittadini li potessero stampare, sottoscrivere ed eventualmente raccogliere firme loro stessi. In tal modo, ne sono state riunite circa 20’000, che gli sono state inviate per posta. Tra questi firmatari figuravano parecchi svizzeri all’estero, residenti per esempio in Norvegia, America e Francia.

Il contadino grigionese, che vive nel Giura bernese da anni, ha finanziato il tutto utilizzando una parte dei suoi risparmi per la pensione e delle donazioni da parte della Protezione animali zurighese e della Banca comunitaria libera (Freie Gemeinschaftsbank).

Capaul è stato sostenuto inoltre da Bio Suisse, Greenpeace, Protezione animali svizzera, una parte degli agricoltori così come molte persone che condividono le idee antroposofiche dell’intellettuale Rudolf Steiner, che sviluppò il concetto di agricoltura biodinamica.

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