Hans-Rudolf Merz lascia il Consiglio federale
Il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz ha annunciato venerdì le sue dimissioni per la fine di ottobre. In Consiglio federale dal 2004, Merz sarà ricordato soprattutto per le vicende legate al segreto bancario elvetico e la crisi con la Libia.
Via un ministro… via un altro. Dopo l’annuncio della partenza del consigliere federale Moritz Leuenberger il mese scorso, tocca ora ad Hans-Rudolf Merz, 67 anni, uscire di scena.
«Ho presentato le mie dimissioni alla presidente dell’Assemblea federale Pascale Bruderer», ha detto Merz durante una conferenza stampa organizzata venerdì mattina a Berna.
È stata una decisione difficile, facilitata però dal fatto di aver raggiunto «qualche obiettivo importante», ha affermato Merz, facendo riferimento al buon bilancio delle casse statali nel 2009.
Il consigliere federale uscente ha poi rammentato la conclusione e la ratifica dei dieci primi accordi di doppia imposizione, così come l’adozione dell’accordo UBS con gli Stati Uniti da parte del Parlamento.
Fallimenti…
Partito con l’intenzione di risanare le finanze pubbliche, Hans-Rudolf Merz lascia dietro di sé un bilancio contrastato e se ne va sommerso dalla critiche per come ha gestito due vicende delicate: UBS e Libia.
Eletto in governo a fine 2003, l’esponente del Partito liberale radicale ha in un qualche modo deluso le attese e l’anno di presidenza della Confederazione, nel 2009, non l’ha certamente favorito.
L’appenzellese ha fatto una figura mediocre di fronte agli attacchi internazionali alla piazza finanziaria elvetica. Merz, strenuo difensore del segreto bancario, ha finito con l’allentare i cordoni ed è giunto perfino a rompere il tabù assoluto del mondo finanziario, evocando la possibilità di uno scambio d’informazioni bancarie con l’Unione europea.
E la sua testardaggine nel muoversi in solitudine quando il dossier UBS prendeva una brutta piega non lo ha di certo sottratto alle aspre critiche delle commissioni della gestione.
Quanto poi alla crisi con la Libia, il consigliere federale si è recato a Tripoli nell’agosto del 2009 nel tentativo di ottenere il rilascio dei due ostaggi svizzeri. È tuttavia rientrato a casa a mani vuote dopo aver fatto concessioni a Gheddafi, giudicate inaccettabili da molti.
…ma anche successi
Sorretto dalla buona congiuntura e a furia di programmi di risparmio, Merz è comunque riuscito a risanare i conti dello Stato, anche se con il sopraggiungere della crisi è stato costretto a contenere le proprie ambizioni.
Il suo progetto di sgravare la Confederazione da tutta una serie di compiti non ha mai smesso di essere ritoccato. Gli alleggerimenti fiscali a favore dell’economia, tema caro a Merz, sono andati avanti.
Il consigliere federale può vantarsi di aver fatto accettare in votazione popolare, nel febbraio 2008, una riforma della tassazione delle aziende. Una bella vittoria dopo la sconfitta del maggio 2004, quando il popolo bocciò in modo risoluto un analogo pacchetto fiscale.
Altri sviluppi
Consiglio federale
Il miglior ministro delle finanze d’Europa
Il presidente del Partito liberale radicale Fulvio Pelli ha espresso rincrescimento per la decisione di Hans-Rudolf Merz di ritirarsi nel mese di ottobre. «È un consigliere federale che merita tutto il nostro rispetto. Il popolo si renderà conto solo in futuro dell’importanza dell’operato del miglior ministro delle finanze d’Europa».
Pelli ha sottolineato l’impegno e la lungimiranza di Merz nell’ambito della crisi finanziaria. Decidendo l’intervento statale in favore dell’UBS, ha aggiunto, Hans-Rudolf Merz ha assunto le proprie responsabilità, ricavando un vantaggio per la Confederazione.
In un comunicato diramato venerdì mattina, il Partito socialista stila invece un bilancio «globalmente negativo» dell’operato del capo del Dipartimento delle finanze (DFF) e sottolinea che Merz «lascerà dietro di sé tutta una serie di problemi irrisolti».
I socialisti citano la vicenda UBS in cui «le responsabilità non sono sempre state chiarite», ad iniziare dal grado di connivenza fra l’UBS, l’autorità di sorveglianza Finma e il DFF.
Per il Partito popolare democratico (PPD), Merz è stato un buon ministro delle finanze. «È però stato un presidente debole, superato dalla crisi finanziaria, da quella con la Libia e dagli attacchi venuti dall’estero», ha dichiarato il presidente del partito Christophe Darbellay.
Contrariamente ai Verdi, i quali hanno già rivendicato il seggio vacante, il PPD non ha ancora svelato le sue intenzioni. Secondo i popolari democratici, radicali e socialisti avrebbero già concluso un accordo di mutuo sostegno per l’elezione dei successori di Moritz Leuenberger e Merz.
Seggio ambito
Il seggio di Merz interessa pure all’Unione democratica di centro (destra nazional-conservatrice), primo partito del Paese, presente in governo con un unico esponente (Ueli Maurer).
«Solo i partiti di centro possono rivendicare la poltrona che si libererà in seguito alla partenza di Merz», ritiene però il Partito borghese democratico, per il quale l’UDC «non può pretendere di occupare il seggio».
«Coloro che pensano di sottrarre questo seggio – ha avvertito Gabi Huber, presidente del gruppo liberale alle Camere – mettono in pericolo il principio della concordanza e giocano con il fuoco».
I deputati delle due camere del Parlamento saranno chiamati a scegliere il successore di Merz nel corso della sessione autunnale, che si aprirà il 13 settembre.
swissinfo.ch e agenzie
Hans-Rudolf Merz nasce il 10 novembre 1942 a Herisau (Appenzello Esterno).
Nel 1971 conclude i suoi studi in economia e diritto finanziario all’Università di San Gallo.
Dal 1969 al 1974 è il segretario della sezione san gallese del Partito liberale radicale.
Dal 1977 al 2003 svolge la professione di consulente aziendale indipendente; fa parte del consiglio di amministrazione di diverse imprese industriali e di servizi svizzere.
Nel 1997 viene eletto quale rappresentante liberale radicale del canton Appenzello Esterno nel Consiglio degli Stati (Camera dei cantoni).
Nel dicembre 2003 è eletto nel governo federale quale successore di Kaspar Villiger. Dalla sua entrata in carica all’inizio del 2004 dirige il Dipartimento federale delle finanze.
È stato presidente della Confederazione nel 2009.
Hans-Rudolf Merz è sposato e padre di tre figli.
Nel 2003, l’esponente dell’Unione democratica di centro Christoph Blocher è eletto nell’esecutivo svizzero e strappa il seggio dei popolari democratici occupato da Ruth Metzler.
Il mandato di Blocher è però limitato: nel 2007 è a sua volta scalzato dalla collega di partito Eveline Widmer-Schlumpf, poi uscita dall’UDC per entrare nel nuovo Partito borghese democratico.
Sempre nel 2003, Hans-Rudolf Merz prende il posto del collega liberale radicale Kaspar Villiger al Dipartimento federale delle finanze.
Nel 2006, l’argoviese popolare democratica Doris Leuthard sostituisce il collega di partito Joseph Deiss alla testa del Dipartimento federale dell’economia.
Un po’ a sorpresa, nel 2008 tocca al ministro della difesa Samuel Schmid annunciare le proprie dimissioni. Gli succede Ueli Maurer, ex presidente dell’UDC.
Un anno più tardi è il responsabile del Dipartimento dell’interno, Pascal Couchepin, a lasciare il governo dopo undici anni di servizio. L’Assemblea federale sceglie quale suo sostituto il neocastellano Didier Burkhalter.
Quest’anno sono invece ben due i consiglieri federali a ritirarsi da Palazzo federale. Oltre alle dimissioni odierne di Hans-Rudolf Merz, il 9 luglio il veterano del governo Moritz Leuenberger (eletto nel 1995) comunica di volersi ritirare dalla vita politica per la fine dell’anno.
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