I cantoni rilanciano il dibattito sull’Europa
Per la maggioranza dei cantoni, la via dei bilaterali con l’Europa è senza futuro e la cavalcata solitaria difficoltosa. 12 cantoni vorrebbero l’adesione all’Ue.
La Conferenza dei governi cantonali invita la Confederazione a precisare la sua strategia.
La Conferenza dei governi cantonali (CdC) chiede al Consiglio federale di precisare la sua strategia politica europea durante la corrente legislatura. La via dei bilaterali suscita molto scetticismo, hanno spiegato i rappresentanti dei cantoni in una conferenza stampa a Berna.
Da un sondaggio interno è emerso che 17 governi cantonali su 25 non vedono un futuro a medio e lungo termine per i bilaterali.
Trattative difficili
Il rapporto del gruppo di lavoro «Europa Riforme Cantoni» (EuRefKa) della CdC, è stato stilato prima del sorgere degli attuali problemi in merito ai controlli alla frontiera tedesca e alla tassa sulle riesportazioni.
Tuttavia, già tra il novembre 2003 e il gennaio 2004 era emerso chiaramente come le trattative sul piano bilaterale per la soluzione di determinati problemi con l’Ue si facessero sempre più difficili.
La maggioranza dei cantoni è convinta che in futuro non sarà più possibile concludere degli accordi bilaterali. I cantoni si chiedono quindi se quella dei bilaterali sia la via giusta per regolare i rapporti estremamente variegati fra Svizzera e Ue a lungo termine.
A loro avviso vanno valutati vantaggi e svantaggi sia dei bilaterali, sia di un’adesione pura e semplice all’Unione europea. Per 12 cantoni un’adesione all’Ue sarebbe la soluzione migliore. Otto cantoni sono contrari almeno per il momento e per il prossimo futuro. Cinque sono indecisi.
Richiesta chiarezza al Consiglio federale
Vista la confusione che regna attualmente, i governi cantonali chiedono al Consiglio federale di specificare maggiormente sia i tempi che i contenuti della sua politica europea: la strategia non può essere quella del cavaliere solitario, viene precisato.
I cantoni intendono inoltre essere parte attiva in Europa, perseguendo una politica indipendente, anche se concordata con la Confederazione. Questa strategia, basata sul rapporto dell’EuRefKa, è stata adottata nell’assemblea plenaria dello scorso 12 marzo.
Consci del fatto che l’evoluzione europea impone tutta una serie di riforme, i cantoni hanno dimostrato la volontà di affrontare i problemi il più presto possibile.
Se dalle considerazioni del Consiglio federale dovesse risultare auspicabile un’adesione all’Ue, allora sarebbe necessario lanciare un’ampia campagna di dibattiti per discutere questioni fondamentali, come la democrazia diretta, il federalismo, ma anche problemi di carattere più pratico come un eventuale innalzamento dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) a livello europeo (15%).
swissinfo e agenzie
I cantoni rilanciano il dibattito europeo. Per la maggioranza di loro gli accordi bilaterali non hanno futuro e una cavalcata solitaria non è più proponibile.
A lungo termine, per la maggioranza dei cantoni, l’unica soluzione possibile è un’adesione all’Unione europea.
Per questo i cantoni chiedono al Consiglio federale di pronunciarsi chiaramente sulla questione. Il governo dovrebbe inoltre stilare il catalogo dei pro e dei contro dei bilaterali e di un’eventuale adesione.
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