I contadini auspicano riforme più «dolci»
Giovedì i delegati dell'Unione svizzera dei contadini (USC) hanno richiesto la revisione della politica agricola 2011, sottomessa al parlamento nelle prossime settimane.
La principale organizzazione agricola del paese chiede più sostegno finanziario e più calma nel promuovere riforme.
Il ritmo delle riforme previste nel quadro della politica agricola 2011 (PA 2011) è troppo rapido: è l’allarme lanciato giovedì a Berna dall’assemblea dei delegati dell’USC, secondo cui il reddito delle famiglie dei coltivatori e degli allevatori rischia di diminuire del 20%.
A pochi giorni dall’inizio della sessione invernale delle Camere federali oltre 330 delegati hanno sottoscritto un appello al parlamento, affinché corregga il tiro e dia un colpo di freno al progetto del Consiglio federale.
Il governo prevede di trasformare le sovvenzioni in pagamenti diretti, di diminuire gli aiuti all’esportazione e in generale di tagliare i contributi ai contadini. Il credito quadro totale per il periodo 2008-2011 verrebbe ridotto a 13,499 miliardi, vale a dire 593 milioni in meno di quello stanziato per il quadriennio 2004- 2007.
Troppa intransigenza
Nel suo discorso davanti ai delegati, il presidente dell’USC Hansjörg Walter ha parlato di un “atteggiamento intransigente” dell’esecutivo. Ora l’associazione spera che il Consiglio degli Stati – prima camera ad affrontare il tema – migliori il progetto. A questo scopo i contadini vogliono incontrare i presidenti dei partiti.
L’USC chiede 13,950 miliardi, misure per il sostegno del mercato, interventi efficaci per ridurre i costi e il mantenimento degli elementi più importanti dell’attuale diritto fondiario, per evitare un boom del prezzo dei terreni agricoli.
Walter ha parlato anche del settore in una prospettiva più globale. A suo avviso l’agricoltura ha subito un profondo cambiamento a livello mondiale: la situazione attuale di abbondanza sembra giungere al termine per lasciare spazio ad una fase di penuria.
In Svizzera però è in atto una “rovinosa guerra dei prezzi nel commercio al dettaglio” che incide su quelli della produzione. Agli agricoltori viene spesso attribuita la responsabilità degli elevati prezzi al consumo, ciò che secondo Walter non è però corretto.
Il presidente dell’USC ha anche messo in guardia nei confronti di un accordo di libero scambio con l’Unione europea nel settore agricolo, una soluzione che comporta “enormi rischi”, ha detto. Fino a quando i costi di produzione svizzeri non saranno compatibili con quelli europei i contadini elvetici ne usciranno sempre perdenti, ha ammonito.
Caccia al voto
Intanto l’avvicinarsi delle elezioni federali (previste per l’autunno 2007) ravviva la lotta fra i partiti per garantirsi i voti del ceto contadino.
In una lettera aperta alle famiglie di agricoltori il Partito popolare democratico (PPD – centro) ha assicurato che esse potranno contare sui suoi parlamentari federali. Il partito di Christophe Darbellay ricorda che gli emendamenti fatti passare in commissione e il fatto che i suoi esponenti hanno tentato di aumentare il credito-quadro.
Il PPD chiama in causa apertamente l’Unione democratica di centro (UDC – destra conservatrice). “Non possiamo capire il modo di votare di un partito che pretende di essere la voce dei contadini”, si legge nella lettera.
Ben diversa l’interpretazione di Toni Brunner, contadino e consigliere nazionale (UDC), intervistato dalla radio svizzera-tedesca: a suo avviso quella dei democristiani è una manovra diversiva per nascondere il fatto che la consigliera federale PPD Doris Leuthard mira ad imporre misure drastiche al settore.
swissinfo e agenzie
Nel 2005, il settore agricolo impiegava 188’000 persone contro 254’600 quindici anni prima.
Nello stesso lasso di tempo, 30’000 aziende agricole hanno cessato la loro attività.
In quindici anni, la spese della Confederazione per l’agricoltura sono passate da 2.6 miliardi a 3.7 miliardi all’anno.
L’anno scorso, il settore primario rappresentava l’1% del prodotto interno lordo.
Tra il 2004 e il 2007 la Confederazione avrà speso più di 14 miliardi di franchi per l’agricoltura. Nel 1990 questa voce di spese rappresentava l’8.5% delle uscite contro il 7.1% quest’anno.
La politica agricola PA 2011 mira a migliorare la competitività di tutto il settore agro-alimentare svizzero.
L’elemento centrale della riforma è la riallocazione dei fondi attualmente destinati al sostegno del mercato verso pagamenti diretti non legati alla produzione.
Il governo intende limitare i fondi destinati all’agricoltura a 13.5 miliardi di franchi per il periodo 2008-2011.
Le due camere del parlamento tratteranno la questione durante la sessione invernale che inizia lunedì 4 dicembre.
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