I democristiani dicono SI all’Europa
Come previsto, il partito popolare democratico (PPD) ha approvato gli accordi bilaterali II e l’estensione della libera circolazione ai 10 nuovi Stati membri dell’UE.
Durante l’assemblea di sabato, i delegati hanno così deciso la linea del partito in vista delle votazioni federale previste i prossimi 5 giugno e 25 settembre.
Gli accordi conclusi a Bruxelles sono stati accettati con un vero plebiscito dai delegati del partito popolare democratico (PDC), riuniti sabato in assemblea ad Auvernier, nel Canton Neuchâtel.
L’estensione della libera circolazione è infatti stata approvata con 185 voti contro uno, mentre gli accordi di Schengen e Dublino hanno ottenuto 176 voti favorevoli e nessuno contrario.
I negoziati bilaterali con l’Unione Europea sono stati difesi con fermezza dal consigliere federale Joseph Deiss durante il suo intervento in seno all’assemblea.
«Le votazioni di giugno e settembre sugli accordi di Schengen e Dublino e sull’estensione della libera circolazione ai nuovi membri dell’UE saranno appuntamenti cruciali per il futuro della Svizzera», ha affermato il consigliere federale.
Vantaggi economici
Il ministro dell’economia e la presidentessa del PDC, Doris Leuthard, hanno aperto la discussione, insistendo sui vantaggi economici di un sistema di libera circolazione.
Fra gli oratori saliti alla tribuna per difendere la proposta, Hubert Barde, vicepresidente dell’unione svizzera degli imprenditori, ha affermato che «l’adozione di misure di controllo è utile tanto ai lavoratori che agli imprenditori». Secondo Barde, un eventuale NO il prossimo 25 settembre sarebbe un’opzione «irrealistica e pericolosa».
Dello stesso parere il consigliere nazionale ticinese Meinrado Robbiani, il quale, parlando a nome dei sindacati cristiani, ha definito «inconcepibile» il rifiuto della libera circolazione.
A parte una delegata del Canton Ticino, tutti gli altri membri del partito presenti a Auvernier hanno tenacemente sostenuto il SI alla libera circolazione. Parecchi interventi hanno inoltre evidenziato il bisogno della popolazione elvetica di essere rassicurata su questi accordi, combattuti dall’Unione democratica di centro (UDC) e dai Democratici svizzeri.
Sostegno anche a Schengen e Dublino
Fra gli accordi bilaterali, anche quelli di Schengen e Dublino, in votazione il prossimo 5 giugno, sono stati approvati dai delegati del PDC.
«Accettare gli accordi di Schengen non significa aderire a un’unione doganale», ha spiegato Rudolph Dietrich, direttore generale delle dogane. A suo avviso, un controllo efficace della criminalità e dell’immigrazione in Svizzera è impossibile se non si partecipa al sistema di sicurezza europeo.
Anche il consigliere nazionale argoviese Luzi Stamm, membro dell’UDC e sostenitore del «no» agli accordi, è convinto che la situazione migliorerebbe, ma ritiene che si possa giungere allo stesso risultato con accordi specifici.
In armonia con la politica elvetica
Secondo Joseph Deiss, gli accordi raggiunti con Bruxelles riflettono la politica europea della Svizzera.
«La via bilaterale ha permesso alla Confederazione di difendere i propri interessi in modo ottimale: i negoziatori elvetici sono in particolare riusciti a preservare il segreto bancario nell’ambito del nuovo capitolo relativo alla fiscalità del risparmio», ha affermato il ministro dell’economia.
Deiss ha inoltre sottolineato l’importante ruolo dei «bilaterali bis» nel rafforzamento dei controlli della criminalità e dell’immigrazione.
Il consigliere federale si è espresso positivamente anche in merito all’estensione della libera circolazione che, ha ricordato, «permetterà alla Svizzera di accedere a un mercato di 450 milioni di persone».
swissinfo e agenzie
Secondo i risultati di un’inchiesta pubblicati lo scorso 23 gennaio, i due terzi della popolazione elvetica sono favorevoli agli accordi di Schengen e Dublino.
L’estensione della libera circolazione ai 10 nuovi Stati membri dell’UE raccoglierebbe invece solo una maggioranza risicata (52%).
L’UDC, partito di destra, ha lanciato un referendum contro gli accordi di Schengen e Dublino. Se riuscirà a raccogliere le 50’000 firme necessarie, il popolo elvetico sarà chiamato a deciderne la sorte in votazione il prossimo 5 giugno.
L’estensione della libera circolazione delle persone ai 10 nuovi Stati membri dell’UE è combattuta dall’estrema destra (UDC e Democratici svizzeri) e da un gruppo di estrema sinistra. Gli Svizzeri e le Svizzere voteranno il prossimo 25 settembre su questo tema.
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