I giovani sono poco sensibili alla civica
In Svizzera la partecipazione dei giovani alle votazioni e alle elezioni continua a calare. Nei programmi scolastici, l’educazione civica ha un ruolo marginale. Sensibilizzare i giovani ai temi legati alla cittadinanza è difficile.
A fine maggio, alla vigilia della decisione del governo svizzero sull’energia nucleare, un migliaio di scolari è sceso in strada a Berna per chiedere la chiusura delle centrali atomiche. È la prova che fra i giovani cittadini, l’interesse per la cosa pubblica non è del tutto estinto. Non ancora, perlomeno.
Nel paese della democrazia diretta, l’entusiasmo politico dei giovani fra i 18 e i 29 anni è sempre più flebile. «I giovani s’interessano ai temi di attualità, legati per esempio alla catastrofe di Fukushima. Ma preferiscono le azioni spontanee e rapide ad attività istituzionali, pianificate a lungo termine, come le votazioni e le elezioni», rileva Lukas Golder, politologo all’istituto gfs.bern.
Situazione critica
Il ricercatore, che ha partecipato a numerose analisi di tendenza VOX sul comportamento di voto dei 18-29enni, osserva che da circa tre anni la partecipazione dei giovani alle votazioni è costantemente diminuito (il tasso medio di partecipazione è del 45%). «Già in precedenza questa fascia di età partecipava meno di altre, ma oggi la situazione è ancora più critica».
I giovani disertano sempre più spesso le urne, anche se paradossalmente – come fa notare Geo Taglioni della Federazione svizzera delle associazioni giovanili – «si impegnano sempre più spesso nei movimenti e nelle manifestazioni politiche».
Secondo Lukas Golder, il disinteresse per le votazioni e le elezioni dipende da un’educazione politica lacunosa. Senza negare l’importanza della famiglia nell’inculcare una cultura politica nei giovani, anche la scuola ha una gran parte di responsabilità. Soprattutto in un paese dal sistema politico complesso come la Svizzera, difficile da capire «in particolare per le persone che vengono dall’estero».
Tre cantoni, tre sistemi
Vuol dire che la scuola dell’obbligo, le scuole professionali e i licei non riescono a adempiere al loro compito di formare dei cittadini critici e capaci di discernimento? «L’informazione dipende da molti fattori, ma soprattutto dagli insegnanti. Alcuni allievi dicono di imparare cose interessanti durante le ore di educazione civica e di storia, altri affermano di non apprendere nulla», afferma Geo Taglioni.
Se la qualità dell’insegnamento dipende spesso dalle persone, ci sono però molte differenze anche fra i cantoni. In Svizzera il sistema scolastico è tutt’altro che omogeneo. In Ticino e nel canton Zurigo, per esempio, l’educazione civica è integrata in altre materie, come la storia, il francese e la geografia.
Nella scuola dell’obbligo del canton Vaud, invece, gli allievi beneficiano di una lezione di civica settimanale. La civica è diventata una materia scolastica a pieno titolo nel 2006, in seguito al postulato di un deputato al parlamento cantonale.
Il parlamento del Ticino ha invece respinto nel 2005 un’iniziativa che chiedeva l’introduzione di un corso analogo. «Abbiamo preferito rafforzare questa materia attraverso un approccio integrato. Gli studenti sono però sottoposti a valutazione su quanto apprendono in questo ambito», rileva Diego Erba, segretario generale del Dipartimento cantonale dell’educazione.
Lo stesso anno, anche il Consiglio dell’educazione del canton Zurigo ha deciso di rafforzare la sensibilizzazione dei suoi allievi alla politica integrando l’educazione civica in altri corsi, come informa Brigitte Mühlemann, direttrice del dipartimento pedagogico della Direzione dell’educazione.
La civica, insegnamento marginale
In vari cantoni svizzeri, la civica non è dunque una materia scolastica a pieno titolo. Questo può indurre a trascurarla. «Prima di disporre di un’ora settimanale, l’educazione civica doveva essere fatta all’interno delle lezioni di storia, ma almeno nel nostro liceo, non lo si faceva spesso», osserva Grégoire Gingins, professore di economia, diritto e civica nell’istituto secondario di Montreux-Est, nel canton Vaud.
«Non è facile trasmettere la parte formale del corso di civica (il sistema politico svizzero). Ma bisogna perseverare, è necessario sensibilizzare gli allievi a questi temi, altrimenti rischiano di essere più facilmente manipolabili e di avere meno voglia di andare a votare», aggiunge Gingins. Senza contare che in termini di conoscenze civiche, gli allievi svizzeri si piazzano secondo uno studio internazionale in ottava posizione, dietro l’Irlanda e la Polonia.
Selezionare l’informazione
E se la scuola svizzera deve ancora compiere dei progressi nell’ambito della sensibilizzazione alla vita politica, essa deve anche adattarsi ai nuovi modi di fare politica attraverso i nuovi media, osserva Geo Taglioni.
«La sfida per i giovani d’oggi è quella di filtrare tutte le informazioni che ricevono. Le scuole devono fare dei progressi in questo senso, per insegnare ai giovani a usare correttamente internet e a selezionare l’informazione». Secondo un’analisi di tendenza VOX su questo tema realizzata nel 2009, il 35% dei 18-29enni ricorre a internet per informarsi prima delle votazioni.
In Svizzera, il sistema scolastico è caratterizzato da un forte radicamento locale e cantonale e dalla specificità delle diverse regioni linguistiche. La responsabilità principale compete ai 26 cantoni.
La competenza per il settore della formazione postobbligatoria è ripartita tra Confederazione e cantoni.
A livello nazionale non esiste alcun ministero per l’istruzione e l’educazione. L’autorità di coordinamento nazionale è la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione.
Fonte: Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione
Ticino: Una decina di anni fa è stato creato un Consiglio cantonale dei giovani, che riunisce giovani tra i 14 e i 18 anni. Si riunisce tre o quattro volte l’anno. Ogni anno approfondisce un tema e sottopone raccomandazioni e proposte al Consiglio di Stato (governo cantonale). Quest’ultimo è tenuto a rispondere per iscritto e a discutere con i giovani.
Vaud: La legge sulla promozione delle attività giovanili, entrata in vigore nel luglio del 2010, ha istituito una Commissione dei giovani cantonale. Ne fanno parte giovani tra i 14 e i 18 anni. La Commissione può prendere posizione su progetti di legge e sottoporre delle proposte al governo cantonale.
Zurigo: Nel cantone non esiste ancora una simile istituzione. Recentemente una mozione al parlamento cantonale ha chiesto al Consiglio di Stato di elaborare le basi legali per un parlamento cantonale dei giovani.
Il progetto «Polittour», lanciato nel maggio di quest’anno in vari cantoni svizzeri, intende avvicinare i giovani alla politica. I rappresentanti delle sezioni giovanilidei partiti politici svizzeri visiteranno le scuole per discutere con gli studenti di vari temi.
Tra gli argomenti dibattuti ci saranno il ruolo dei giovani in politica, le prospettive per i giovani nel mondo del lavoro, la posizione dei giovani nella società, i sussidi alla cultura, l’energia nucleare e la crescita economica in Svizzera.
Traduzione di Andrea Tognina
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