I governi devono rispettare le loro promesse
Incontro, martedì a Ginevra, fra 250 ministri e membri di organizzazioni umanitarie, per discutere delle promesse d’aiuto ai superstiti del maremoto.
La conferenza, che mira a una coordinazione generale delle operazioni di soccorso, è stata aperta dal coordinatore ONU per gli aiuti immediati Jan Egeland.
Secondo le Nazioni Unite, oltre 5 milioni di persone necessitano di aiuti di base dopo essere state vittime del maremoto che il 26 dicembre scorso ha devastato il sud-est asiatico.
Le onde-killer hanno causato mezzo milione di feriti e oltre 150’000 morti.
Impegno generale
Secondo Thomas Jenatsch, portavoce della Direzione per lo sviluppo e la cooperazione (DSC), “l’incontro di martedì è un’occasione per la comunità internazionale di riunirsi ed esprimere un’opinione comune in questa situazione che coinvolge tutti gli Stati”.
“La riunione permetterà inoltre alla Svizzera di fissare le proprie priorità per il futuro”, ha aggiunto.
Le dichiarazioni di Jenatsch fanno eco a quelle di Elisabeth Byrs, membro dell’Ufficio ONU per la coordinazione degli affari umanitari (OCHA), incaricata della coordinazione degli aiuti alle vittime dello tsunami.
“La generosità generale dimostrata dopo il maremoto è stata enorme. Come pure le promesse d’aiuto”, ha dichiarato Byrs a swissinfo. “Ma ora vogliamo che queste promesse si trasformino il più presto possibile in moneta sonante”, ha aggiunto.
La scorsa settimana, il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, ha lanciato la più vasta opera d’aiuto nella storia dell’organizzazione internazionale. Un’operazione di oltre 1.18 miliardi di franchi. Una somma stanziata per coprire i costi degli aiuti di urgenza per i prossimi sei mesi.
Durante una conferenza stampa, svoltasi a Colombo, capitale dello Sri Lanka, ad Annan è stato chiesto se crede che le promesse d’aiuto mondiali – stimate attualmente ad oltre 4 miliardi di franchi – saranno poi effettivamente mantenute. “Ginevra sarà la prima verifica”, ha risposto il segretario generale dell’ONU.
“Spero che martedì riceveremo il miliardo di dollari richiesti”, ha aggiunto.
Priorità
La direzione della conferenza è affidata al coordinatore dell’ONU per gli aiuti d’urgenza, Jan Egeland. La consigliera federale, Micheline Calmy-Rey, aprirà invece i dibattiti sottolineando non solo il bisogno di aiuti d’urgenza, ma anche di quelli a lungo termine.
Secondo l’OCHA, la priorità dell’organizzazione rimane attualmente quella di fornire aiuti d’emergenza alle popolazioni disastrate: acqua potabile, cibo, vestiti, medicinali.
Ma, oltre agli aiuti d’emergenza, gli esperti devono inoltre cominciare ad occuparsi delle misure da adottare a medio e a lungo termine per ricostruire le zone disastrate e la vita delle milioni di persone colpite. Lo tsunami è stato particolarmente violento in Indonesia e nello Sri Lanka.
“So che con il tempo, quando le telecamere mondiali non saranno più puntate sulla zona est-asiatica, l’interesse della gente nei confronti della tragedia rischia di diminuire”, ha dichiarato Annan. “È nostra responsabilità far sì che ciò non accada. Dobbiamo costantemente ricordare al resto del mondo che vi è ancora del lavoro da fare”.
Crisi dimenticate
Ai ministri che parteciperanno all’incontro di martedì è inoltre stato chiesto di non dimenticare le vittime di altre crisi umanitarie nel mondo.
L’incontro di Ginevra sarà anche un’occasione per discutere degli aiuti umanitari necessari per altri 14 Stati o regioni disastrati. Fra loro: la Cecenia, l’Angola, il Sudan e i Territori palestinesi occupati.
Nel suo discorso davanti ai partecipanti del congresso, il direttore della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), Walter Fust, affronterà inoltre il problema del ruolo giocato dai media in situazioni di crisi.
“Benché sia giustificato concentrare il nostro discorso sulle vittime dello tsunami, non dobbiamo dimenticare le vittime di altre crisi e conflitti mondiali”, ha aggiunto Fust.
swissinfo, Anna Nelson, Ginevra
(traduzione e adattamento: Anna Passera)
Durante la conferenza, che si terrà martedì a Ginevra, la comunità internazionale è chiamata a confermare le proprie promesse d’aiuto in favore delle vittime dello tsunami.
L’incontro dovrebbe permettere di fissare un programma di coordinazione degli aiuti a corto e a lungo termine.
Oltre 5 milioni di persone necessitano, in seguito al maremoto, di aiuti di base. Centinaia di migliaia di persone sono inoltre a rischio di epidemie a causa della mancanza di acqua potabile, medicine e impianti sanitari.
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