I senatori dicono di sì ai bilaterali II
Gli 8 accordi tra Svizzera e Ue hanno ricevuto giovedì la benedizione del Consiglio degli Stati. Solo Schengen/Dublino ha acceso il dibattito.
I timori riguardo la sicurezza espressi dalla destra dura (UDC) non hanno fatto presa sui senatori. Il dossier passa ora alla Camera bassa.
Con 38 voti in favore, 3 contrari e 3 astensioni, il Consiglio degli Stati ha approvato gli accordi di Schengen/Dublino sulla cooperazione in materia di polizia e asilo con l’Unione europea (UE).
Prima di giungere al voto su questi due oggetti, la Camera aveva approvato senza opposizioni gli accordi sulla fiscalità del risparmio e la lotta alla frode.
Sui banchi del parlamento, gli accordi bilaterali bis di Schengen (sicurezza) e Dublino (rifugiati) beneficiavano di un ampio sostegno, ma avevano acceso gli animi della destra dura, che voleva un referendum obbligatorio per un accordo di questo tipo.
Si parla di associazione, e non di adesione a Schengen, hanno ribattuto i sostenitori degli accordi. E in questo caso la costituzione prevede un referendum facoltativo, e non obbligatorio. Inoltre la sovranità elvetica non è toccata, sostiene la maggioranza.
Schengen/Dublino prevede un allentamento delle norme sull’immigrazione alle frontiere, ma anche uno scambio maggiore di informazioni tra Svizzera e paesi dello spazio Schengen.
Nella legge comunque sarà previsto un emendamento che sancisce la partecipazione dei cantoni all’applicazione e agli eventuali sviluppi di Schengen/Dublino.
Accettata anche una proposta che chiede di garantire che anche in futuro il corpo delle guardie di frontiera disponga di un effettivo almeno pari a quello attuale.
Il ministro di giustizia
In chiusura del dibattito, il ministro di giustizia Christoph Blocher (UDC) ha dichiarato di aver difeso il dossier Schengen/Dublino con un senso del dovere consono al suo ruolo di Consigliere federale.
La sua freddezza nel presentarlo al parlamento era parsa invece a diversi politici al limite dell’accettabile, per un rappresentante del governo che dovrebbe sempre essere in accordo con la posizione degli altri ministri.
Blocher ha dichiarato che non si è semplicemente fatto influenzare dall’euforia generale per l’approvazione degli accordi, e che non si esime dal presentare anche gli svantaggi di Schengen/Dublino.
Ampio sostegno
Il Partito liberale radicale (PLR / destra) ed il Partito popolare democratico (PPD / centro-destra) erano chiaramente a favore degli accordi, che a loro avviso accrescono la sicurezza del paese e permettono di gestire meglio i flussi di richiedenti d’asilo.
In favore degli accordi anche gli ambienti economici, in particolare dal settore turistico. Infatti i visitatori che dispongono di un visto per gli Stati dello spazio Schengen non necessiteranno più un ulteriore visto per entrare in Svizzera.
Col voto su Schengen/Dublino, i «senatori» hanno concluso i dibattiti sugli accordi Bilaterali II con Bruxelles, che il parlamento deve approvare durante questa sessione.
Il Nazionale si occuperà di questo tema a partire da lunedì prossimo.
Fiscalità del risparmio e frode
Per quanto attiene all’accordo sulla fiscalità del risparmio, per lottare contro l’evasione fiscale, la Svizzera effettuerà una trattenuta d’imposta alla fonte a beneficio dell’Ue. Questa sarà aumentata progressivamente fino a raggiungere il 35% a partire dal 2011.
Circa la frode doganale, Svizzera e Ue intensificheranno la collaborazione per combattere il contrabbando e altre forme di reati in materia di fiscalità indiretta (dazi doganali, Iva, imposta sul consumo).
Commentando l’approvazione dell’accordo sulla frode, il ministro delle finanze Rudolph Merz ha detto che in futuro: “I contrabbandieri non potranno più utilizzare la Svizzera per i propri traffici”.
swissinfo e agenzie
Gli accordi bilaterali II comprendono i seguenti dossier:
Schengen-Dublino
fiscalità del risparmio
lotta contro la frode doganale
prodotti agricoli trasformati
Agenzia europea per l’ambiente
Ufficio di statistica dell’UE
programmi di sostegno al cinema
tassazione delle pensioni dei funzionari UE
formazione dei giovani
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