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I soldi al centro dei negoziati tra Svizzera e UE nel 2007

Oberwilen, nel canton Obvaldo: uno dei paradisi fiscali svizzeri che irritano Bruxelles Keystone

Il contenzioso sulle agevolazioni fiscali concesse da alcuni cantoni svizzeri a ditte straniere e un nuovo contributo della Svizzera all'allargamento dell'UE figureranno tra i temi dominanti dei rapporti tra Berna e Bruxelles.

I Venticinque intendono chiedere alla Svizzera di sostenere finanziariamente anche l’ingresso della Romania e della Bulgaria nell’UE. L’importo previsto questa volta è di circa 300 milioni di franchi.

Per Bruxelles le cose sembrano già ora chiare: la Svizzera dovrà passare ancora una volta alla cassa per sostenere il nuovo allargamento ad Est dell’Unione europea (UE), che porterà dal 1° gennaio 2007 all’adesione della Romania e della Bulgaria.

La presidenza di turno dell’Ue e la Commissione europea si occuperanno della questione all’inizio del 2007. Per Bruxelles si tratta più che altro di trovare l’adeguata formulazione della richiesta da inoltrare a Berna, che dovrà in seguito essere approvata dal consiglio dei ministri dell’Ue.

I Venticinque vorrebbero inserire un complemento al memorandum firmato con la Svizzera sul versamento del cosiddetto “miliardo di coesione”, destinato ai 10 paesi che hanno aderito all’UE il 1° maggio 2004. Questo primo contributo all’allargamento dell’UE è stato approvato il 26 novembre scorso dal popolo svizzero, con un margine minimo di voti favorevoli (53% di sì).

L’ammontare del nuovo credito non è stato ancora definito dall’UE, ma dovrebbe situarsi tra 300 – 350 milioni di franchi.

Resistenze in vista

Anche questa volta si preannuncia quindi in Svizzera una forte opposizione da parte delle forze politiche di destra, a cominciare dall’Unione democratica di centro, che si erano già opposte con un referendum alla concessione del miliardo di franchi in favore dei 10 nuovi membri est-europei dell’UE.

Il nuovo contributo all’allargamento dell’UE non verrà comunque sottoposto già quest’anno al verdetto popolare. Nel corso del 2007 prenderanno avvio i negoziati, che saranno probabilmente abbinati a quelli sull’estensione ai due nuovi membri dell’UE degli accordi bilaterali conclusi finora da Berna e Bruxelles.

In quest’ambito al centro dei dibattiti e dei timori in Svizzera figurerà di nuovo l’accordo sulla libera circolazione delle persone, che dovrebbe venir esteso anche alla Romania e alla Bulgaria. Nel settembre 2005, l’estensione di questo accordo ai 10 nuovi membri dell’Unione europea era stata approvata dal 56% dei cittadini svizzeri.

I negoziati sui nuovi adeguamenti degli accordi bilaterali figurano tra le priorità della politica europea del governo svizzero nel corso del 2007, ha indicato Urs Bucher, responsabile dell’Ufficio dell’integrazione dei Dipartimenti federali degli affari esteri e dell’economia.

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Pressioni sulla fiscalità

L’anno prossimo le autorità elvetiche dovranno quasi sicuramente far fronte a pressioni ancora più forti da parte dell’UE anche sulla questione della fiscalità. Le agevolazioni fiscali concesse da diversi cantoni svizzeri alle aziende straniere hanno sollevato da tempo il malcontento dei paesi europei.

Secondo l’UE, la politica fiscale seguita da alcuni cantoni svizzeri per attirare compagnie straniere violerebbe addirittura il Trattato di libero scambio firmato nel 1972 da Berna e Bruxelles.

A detta del governo elvetico non vi sarebbe invece nessun legame tra l’accordo, che regola le pratiche commerciali, e il sistema fiscale. La Commissione europea dovrebbe elaborare all’inizio del 2007 un documento, in cui invita la Svizzera a mettersi in regola con le norme dell’UE.

Durante il suo semestre di presidenza di turno dell’Unione europea, la Germania intende “rafforzare ulteriormente le già strette relazioni dei Venticinque con la Svizzera”. Uno dei dossier principali saranno i negoziati sul mercato dell’elettricità, ha indicato un portavoce del Ministero degli esteri tedesco.

swissinfo e agenzie

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La disputa tra Svizzera e Unione europea concerne le politiche fiscali in vigore in alcuni cantoni elvetici: secondo Bruxelles, violano l’accordo di libero scambio concluso dalle due parti nel 1972.

La Commissione europea esercita una pressione crescente sulla Svizzera perché elimini le agevolazioni fiscali accordate alle compagnie estere che si installano sul proprio territorio.

L’UE vieta agli Stati membri di attirare gruppi stranieri con tasse inferiori a quelle cui sono soggette le compagnie nazionali.

La Svizzera, che non è membro dell’UE, non ha firmato questa clausola.

1972: firma dell’accordo di libero scambio tra Svizzera e UE.
1992: Berna invia una richiesta d’adesione all’Unione europea. Nello stesso anno la popolazione boccia in votazione l’adesione allo spazio economico europeo.
2002: Entra in vigore il primo pacchetto di accordi bilaterali con l’UE.
2004: Berna e Bruxelles firmano un secondo pacchetto di accordi.

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