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I Verdi sperano di riconfermare i loro successi

Il presidente dei Verdi svizzeri Ueli Leuenberger vuole una Svizzera aperta e senza centrali atomiche Keystone

Nelle ultime due elezioni federali il Partito ecologista svizzero (Verdi) ha segnato una forte crescita, raccogliendo quasi il 10% dei voti nel 2007. Ma per l'anno in corso i pronostici sono meno favorevoli. Intervista con il presidente dei Verdi Ueli Leuenberger.

swissinfo.ch:Quali sono le priorità del suo partito per la prossima legislatura?

Ueli Leuenberger: Sono legate alla situazione planetaria e a quella specifica in Svizzera. La questione del clima è il più grande problema a cui è confrontata l’umanità. Anche abbandonare il nucleare è una questione molto importante. Il nuovo parlamento deciderà la politica energetica e il futuro del nucleare in Svizzera.

Noi siamo conosciuti come partito per una Svizzera aperta. La nostra terza priorità riguarda dunque l’atteggiamento nei confronti degli stranieri che vivono in Svizzera, la solidarietà con il mondo, il rafforzamento della cooperazione e la lotta per i diritti fondamentali, contro la diffusione del razzismo e della xenofobia.

swissinfo.ch:In che settori la Confederazione dovrebbe ridurre le uscite e in quali dovrebbe invece investire di più?

U.L.: Dovrebbe investire di più nelle energie rinnovabili, perché è il futuro del nostro paese, e anche nell’occupazione. Per una maggiore efficienza nel settore dell’energia e per proteggere il pianeta, occorre anche investire di più nella ricerca. Senza poi dimenticare di fare attenzione a non creare dei buchi nella nostra rete di sicurezza sociale e non escludere le persone dalla società.

Risparmiare, sarebbe possibile nell’esercito. Attualmente, abbiamo un esercito sproporzionato che non sa nemmeno più quali sono i suoi compiti.

swissinfo.ch: Che via dovrebbe seguire la Svizzera nelle sue relazioni con l’Unione europea?

U.L.: I Verdi svizzeri sono molto chiaramente pro europei, anche se una piccola minoranza è critica nei confronti dell’Unione europea. Tuttavia abbiamo una serie di riserve. Ci interroghiamo soprattutto su aspetti riguardanti la politica agricola e di democrazia diretta.

Ma siamo sicuri che possiamo trovare soluzioni in merito. Perciò si deve negoziare con l’Unione europea, che dice molto chiaramente che la via bilaterale è finita.

swissinfo.ch: La Svizzera deve rinunciare all’energia nucleare e puntare sulle energie rinnovabili?

U.L.: È ovvio che dobbiamo rinunciare all’energia nucleare. Il nostro partito è scaturito dal movimento antinucleare. È un impegno costante. I tragici eventi in Giappone ci dimostrano che si deve rinunciare alla più pericolosa tecnologia che esiste.

Oltre a ciò, c’è il problema delle scorie nucleari, che sono un’ipoteca per migliaia di anni. Chi si ricorderà fra 10mila anni cosa contengono quei fusti nei depositi?

Per soddisfare le esigenze energetiche, c’è bisogno di un ripensamento. Ideare apparecchi più efficienti nella produzione e la fabbricazione. Risparmiare il 40% di energia per il riscaldamento degli edifici in Svizzera.

swissinfo.ch: A cosa dovrebbero corrispondere la missione e gli effettivi dell’esercito di domani?

U.L.: Occorre rivedere tutti i compiti dell’esercito. Siamo favorevoli a un esercito che non sia più obbligatorio, ma non a un esercito di professionisti. Vogliamo ancora un esercito di volontari, ma più piccolo. Per esempio, siamo convinti che non abbiamo bisogno di nuovi aerei militari. Per ora, si può mantenere il budget per le strutture esistenti. Una volta che sapremo che direzione seguire, discuteremo dei nuovi budget.

swissinfo.ch: Come si posiziona il suo partito rispetto all’immigrazione e all’integrazione degli stranieri in Svizzera?

U.L.: L’immigrazione è un po’ una problematica banalizzata negli ultimi tempi. Xenofobia e razzismo si rafforzano nel nostro paese. Vogliamo una buona integrazione degli stranieri, in particolare agevolando la naturalizzazione. Desideriamo inoltre lottare contro la discriminazione e la stigmatizzazione degli stranieri che vivono e lavorano qui. Sul piano della politica di asilo, la Svizzera deve assumersi le proprie responsabilità di fronte al mondo.

In Svizzera, abbiamo relativamente pochi rifugiati rispetto ai paesi del sud che accolgono centinaia di migliaia di persone in fuga a causa di regimi dittatoriali o disastri ambientali.

swissinfo.ch: Quali sono le proposte del suo partito per migliorare la politica della Confederazione nei confronti della Quinta Svizzera?

U.L.: La Quinta Svizzera è molto importante. Con i nuovi mezzi di comunicazione è più facile rimanere in contatto. Ma attualmente, la rappresentanza degli svizzeri all’estero è insufficiente. Si deve trovare il modo per fare sentire la loro voce, per esempio tramite rappresentanti degli svizzeri all’estero in parlamento o un Consiglio più vicino agli svizzeri all’estero che possa difendere i loro interessi presso le autorità.

Anche i servizi consolari devono essere migliorati. C’è tutta una serie di paesi in cui gli svizzeri all’estero hanno notevoli difficoltà a livello amministrativo, dato che i tagli di bilancio hanno privato del Dipartimento federale degli affari esteri di risorse e di personale.

swissinfo.ch: Secondo alcuni sondaggi, dopo un periodo di crescita, il suo partito rischia ora di far fronte ad una fase di stagnazione.

U.L.: Siamo in una prospettiva di sviluppo sostenibile a livello di partito. Anche se quattro anni fa abbiamo fatto un enorme balzo, passando da 13 a 20 consiglieri nazionali e riuscendo per la prima volta a fare eleggere due senatori.

Da allora, salvo poche eccezioni, abbiamo ottenuto modesti rafforzamenti alle elezioni nei cantoni e nelle grandi città. Ma sono sicuro che, pur avendo pochi mezzi finanziari a disposizione, convinceremo la popolazione a fidarsi di noi.

In Svizzera, il primo partito ecologista è stato fondato nel 1971 nel cantone di Neuchâtel per combattere un progetto di costruzione di un’autostrada.

Nel 1979, i Verdi approdano per la prima volta nel parlamento federale. Ma è solo nel 1983 che si dotano di una struttura nazionale.

Dal settembre 1993 il partito è denominato “I Verdi – Partito ecologista svizzero“.

Come lo indica il nome, il Partito ecologista svizzero orienta il suo programma verso la tutela ambientale e lo sviluppo sostenibile

Alle elezioni federali del 2003 i Verdi avanzano al 7,4%. Nel 2007 progrediscono fino al 9,6% dei voti ed entrano per la prima volta al Consiglio degli Stati (Camera alta).

Nella corrente legislatura i Verdi sono rappresentati da 20 deputati e 2 senatori. A livello nazionale, formano il quinto partito in ordine di grandezza, ma non sono rappresentati in governo.

Ueli Leuenberger è nato il 26 marzo 1952 nel cantone di Berna. Dopo aver esercitato diverse professioni, ha seguito la formazione di operatore sociale.

Ha quindi ricoperto diversi posti di responsabilità in campo sociale. Nel 1996 ha fondato l’Università popolare albanese, che ha diretto fino al 2002. Ha poi lavorato fino al 2010 come insegnante presso il Centro di formazione delle professioni della salute sociale.

Ha aderito al Partito ecologista svizzero nel 1988. Prima di approdare, il 1° giugno 2003, al Consiglio nazionale, era stato eletto al legislativo e all’esecutivo comunali di Ginevra, e nel 2001 al parlamento cantonale.

Nella primavera del 2008, i Verdi lo hanno eletto alla presidenza del partito, di cui aveva già la vicepresidenza dal gennaio 2004. Il suo mandato come presidente è stato rinnovato per due anni nel maggio 2010.

(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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