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Il divario politico tra i sessi si sta diffondendo anche in Svizzera

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Un po' dappertutto nel mondo, si osserva che le donne e gli uomini votano ed eleggono in modo sempre più diverso. Keystone / Peter Klaunzer

In Svizzera, le donne e gli uomini tendono ad allontanarsi politicamente. Una tendenza che si estende oltre i confini elvetici ed è dovuta a una diversa sensibilità sulle questioni sociali e ambientali.

Le opinioni politiche di uomini e donne si stanno distanziando. È una trasformazione che si osserva in tutto il mondo, a vari livelli, ma è ancora più marcata tra i giovani.

Le recenti elezioni presidenziali statunitensi hanno evidenziato una polarizzazione tra i giovani elettori e le giovani elettrici. Secondo il quotidiano britannico The GuardianCollegamento esterno, il 58% delle donne tra i 18 e i 29 anni ha votato per Kamala Harris, mentre il 56% degli uomini della stessa fascia di età ha sostenuto Donald Trump.

Le divisioni sembrano ancora più marcate al di fuori dell’Occidente, secondo il quotidiano economico britannico Financial TimesCollegamento esterno, che ha recentemente studiato i dati di diversi paesi. “In Corea del Sud, il divario tra giovani uomini e giovani donne è ormai enorme, e la situazione è simile in Cina. In Africa, la Tunisia presenta lo stesso schema”, si legge. Il giornale parla dell’emergere di un “divario globale di genere”, una frattura globale tra uomini e donne, che colpisce tutti i continenti.

Differenze nel modo di votare

Il fenomeno non risparmia nemmeno la Svizzera. Un divario significativo tra i sessi sta emergendo sempre più spesso anche negli scrutini nazionali. Il fenomeno è stato evidente durante le votazioni federali dello scorso novembre: le donne hanno rifiutato i quattro oggetti sottoposti al voto popolare, mentre gli uomini li hanno accettati.

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Le elettrici hanno votato contro l’ampliamento della rete autostradale proposto dal Governo, che alla fine è stato bocciato. Il divario di genere, valutato al 19% dall’istituto gfs.bern in un’analisi post-voto, è uno dei più significativi mai registrati: il 57% degli uomini ha accettato la proposta, mentre tra le donne la quota di “sì” è stata solo del 38%.

Lo scarto più ampio mai osservato tra i sessi, pari a 27 punti percentuali, è emerso nel 2022 durante la votazione sulla riforma dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti, come mostrato nel grafico sottostante. Quasi due terzi degli uomini hanno sostenuto la revisione che aumentava l’età pensionabile delle donne, mentre due terzi delle donne si sono opposte. In questo caso, l’opinione degli elettori maschi ha prevalso e la riforma è stata adottata.

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“I voti in cui si riscontra una divisione tra uomini e donne rimangono l’eccezione e non la regola”, sottolinea la politologa Martina Mousson.

In effetti, un divario di genere si è manifestato in meno di 70 scrutini federali su oltre 410 oggetti sottoposti al popolo dall’inizio delle analisi delle decisioni di voto VOXCollegamento esterno. È l’opinione delle donne che ha prevalso più spesso: 16 volte contro 11 volte per gli uomini. In tre casi, l’oggetto è stato infine respinto dalla maggioranza dei cantoni, e quindi il genere non ha influenzato il risultato.

Tuttavia, dal 2020, questo divario è diventato molto più frequente e spesso più profondo. Delle dieci votazioni federali con lo scarto più ampio, sei si sono svolte negli ultimi quattro anni.

Per Martina Mousson, questo è principalmente legato agli argomenti sottoposti allo scrutinio popolare. “Sappiamo che le donne votano in modo diverso su alcuni temi, che sono stati molto presenti nelle votazioni degli ultimi anni. Questo è particolarmente vero per gli oggetti legati all’ecologia”, afferma.

La politologa sottolinea che le donne tendono a esprimersi maggiormente a favore della protezione dell’ambiente, del rafforzamento della previdenza per la vecchiaia, delle minoranze o delle persone vulnerabili, della prevenzione in materia di salute e del servizio pubblico e piuttosto contro l’esercito. “Difendono i propri interessi quando il tema le riguarda direttamente – precisa Martina Mousson – come nel caso del voto sull’aumento dell’età pensionabile”.

Vi è anche un’altra spiegazione: “È emersa una nuova consapevolezza politica femminile”. Secondo la politologa, lo sciopero delle donne del 2019 ha permesso loro di prendere coscienza della loro forza politica e di rendersi conto di essere unite su alcuni temi. “Oggi le donne sono più a loro agio nel pensare in modo diverso dagli uomini”, aggiunge.

Le donne votano più a sinistra

Il divario di genere non si limita alle votazioni. Si riflette nei comportamenti in occasione delle elezioni: le donne sono più a sinistra degli uomini.

Durante le elezioni federali, gli elettori tendono a sostenere i partiti borghesi, mentre le elettrici preferiscono i partiti del campo rosso-verde. Questo fenomeno era già presente negli anni ’90, come dimostra il grafico sottostante, basato sugli studi elettorali SelectsCollegamento esterno (condotti a partire dal 1995) dell’Università di Losanna.

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Tuttavia, quando fu introdotto il suffragio femminile, succedeva il contrario: le donne si trovavano più a destra degli uomini. Si diceva che votavano come il parroco. La politologa e responsabile dello studio Selects, Anke Tresch, spiega che la tendenza si è invertita a partire dal 1987 e si è poi accentuata elezione dopo elezione.

“La secolarizzazione ha avuto un ruolo chiave in questo cambiamento di orientamento. Negli anni Settanta, le donne erano più legate alla religione e partecipavano attivamente alla vita della chiesa”, spiega Anke Tresch. Anche l’evoluzione dello status delle donne è un fattore esplicativo: “Sono più attive sul mercato del lavoro e hanno un livello di istruzione medio più elevato rispetto agli uomini”.

Anke Tresch ritiene che le questioni relative alla tutela dei diritti delle donne e di quelli delle minoranze, temi su cui il mondo femminile è “molto sensibile”, le spingano maggiormente verso i partiti di sinistra.

Il divario tra i sessi potrebbe ampliarsi ulteriormente nei prossimi anni, poiché è particolarmente accentuato tra le e i giovani. Secondo lo studio SelectsCollegamento esterno, alle ultime elezioni federali, il Partito socialista è stato il primo partito tra le donne di età compresa tra i 18 e i 24 anni, mentre gli uomini della stessa fascia di età hanno chiaramente preferito l’Unione democratica di centro (UDC / destra conservatrice).

La rottura non è stata consumata

Il fossato politico tra uomini e donne non preoccupa però gli esperti e le esperte. “Ci sono sempre differenze significative tra alcuni gruppi della popolazione. In passato, si sono verificati conflitti importanti legati alla religione. Oggi, sono le differenze di genere a essere diventate un po’ più evidenti”, spiega Anke Tresch.

Tuttavia, la politologa rileva che gli studi dimostrano che le giovani donne prendono sempre più in considerazione la posizione politica quando scelgono un partner. “Se questo fenomeno si diffondesse, potrebbe avere un impatto sulla società”, afferma.

Anche Martina Mousson è ottimista. “Non credo che donne e uomini smetteranno di andare d’accordo in politica e, di conseguenza, nella vita di tutti i giorni”, dice.

Fenomeno passeggero o problema di rappresentazione

Per quanto riguarda i partiti politici, la divisione tra uomini e donne preoccupa di più a sinistra che a destra. “Non credo che si sia formato un divario duraturo”, afferma Johanna Gapany, consigliera agli Stati del Partito liberale radicale (PLR / destra). Ritiene che le differenze siano principalmente legate a temi specifici.

Secondo la consigliera nazionale dei Verdi Delphine Klopfenstein, la divisione di genere osservata durante le votazioni riflette, tra le altre cose, la sottorappresentazione delle donne nelle Camere federali. “Poiché la loro opinione non viene sufficientemente presa in considerazione nelle decisioni del Parlamento, le donne la esprimono nelle urne”, afferma.

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Articolo a cura di Samuel Jaberg

Traduzione con l’aiuto di Deepl/mar

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