Il Giappone, un’opportunità per le aziende elvetiche
Swissinfo.ch ha intervistato la ministra svizzera dell'economia Doris Leuthard in occasione del suo recente viaggio nel paese del Sol Levante.
Accompagnata da una delegazione di imprenditori, la ministra svizzera ha visitato all’inizio di ottobre Tokyo, Osaka e Kobe, incontrando esponenti del mondo politico ed economico, prima di proseguire il suo viaggio verso la Corea del Sud.
Il viaggio è avvenuto in un momento importante per le relazioni bilaterali tra Svizzera e Giappone: in settembre è infatti entrato in vigore un accordo di libero scambio volto a rafforzare il commercio tra i due paesi.
L’intesa sopprimerà la maggior parte dei dazi, facendo risparmiare agli esportatori elvetici circa 100 milioni di franchi all’anno, e garantirà la protezione degli investimenti e della proprietà intellettuale.
swissinfo.ch: Quale è stato il maggiore successo di questo viaggio?
Doris Leuthard: Il simposio che abbiamo organizzato a Tokyo ha attirato molti esponenti di spicco del mondo economico, scientifico e culturale giapponese e svizzero. Il nostro scopo era quello di creare legami tra le persone, di individuare possibili investitori e di promuovere l’accordo di libero scambio. All’incontro hanno partecipato 700-800 persone, quindi si può parlare di grande successo.
swissinfo.ch: Quali sono le aree di crescita per gli esportatori svizzeri in Giappone?
D.L.: Il Giappone è uno dei paesi che si riprenderà piuttosto rapidamente dalla crisi economica mondiale. Di conseguenza, riteniamo sia interessante per le aziende elvetiche essere presenti.
Per esempio, considerando il fatto che il ciclo di vita di una casa costruita in Giappone si situa attorno ai trent’anni, vi sono ottime prospettive per l’industria edile; lo stesso vale per le aziende specializzate nei sistemi di riscaldamento, nell’energia solare e nell’approvvigionamento idrico.
Nel contempo, stiamo promuovendo il design svizzero. I prodotti giapponesi sono infatti sì funzionali, ma i consumatori cercano anche marchi e design innovativi. Vi sono alcuni famosi architetti, ingegneri e designer elvetici che vorrebbero inserirsi in questo mercato.
swissinfo.ch: La popolazione giapponese, che sta invecchiando molto rapidamente, costituisce un mercato interessante?
D.L.: Proprio a questo proposito, Nestlé ha deciso di adattare la propria offerta tenendo conto delle necessità delle persone di età superiore ai 65 anni. I giapponesi sono assai attenti alla salute, e di conseguenza le nostre aziende farmaceutiche e alimentari sono strategicamente ben posizionate nel paese.
swissinfo.ch: Che cosa si sta facendo per attirare investimenti giapponesi nella Confederazione?
D.L.: Attualmente, la Svizzera investe in Giappone 16 volte in più rispetto alla controparte. Di conseguenza, stiamo cercando di informare i potenziali investitori giapponesi in merito agli elementi che ci accomunano. In particolare: l’orientamento all’eccellenza, la ricerca, la manodopera qualificata, la qualità di vita, la stabilità e la sicurezza.
Nel contempo, desideriamo attirare aziende attive nel settore dell’elettronica, dell’informatica e della farmaceutica che puntano al mercato europeo, considerando il know-how di cui disponiamo in Svizzera in questi ambiti.
swissinfo.ch: Quali sono le sue prime impressioni relative al nuovo governo giapponese?
D.L.: Anche se era ancora troppo presto per discutere dettagliatamente in merito alle posizioni dell’esecutivo, sono rimasta sorpresa dall’apertura dei nuovi ministri. I contatti sono stati meno formali rispetto al passato, e ho potuto tenere i miei discorsi senza preoccuparmi eccessivamente del protocollo. Questo nuovo comportamento ha costituito una sorpresa positiva e una dimostrazione di come possiamo avanzare assieme.
Il nuovo ministro dell’economia [Masayuki Noashima] mi ha detto che il governo sarà maggiormente disponibile a sottoscrivere altri accordi di libero scambio. Aprire i propri mercati costituisce un segnale importante in un simile periodo di crisi, proprio quando parecchi altri paesi hanno deciso di attuare politiche protezionistiche.
Matthew Allen, Osaka, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento: Andrea Clementi)
Sul suolo svizzero sono attive circa 100 aziende nipponiche; le imprese svizzere in Giappone sono circa 140.
Tra le principali aziende giapponesi in Svizzera vi à il fabbricante automobilistico Nissan, che nel 2006 ha spostato la sua sede europea dalla Francia al canton Vaud.
Vi è poi la Hitachi Medical Corporation, a Zugo da dodici anni, il produttore di chip Elpida Memory (canton Ginevra) o ancora il gruppo chimico Sekisui Chemical (canton Lucerna).
Un accordo di libero scambio tra Svizzera e Giappone è in vigore dal 1° Settembre 2009. La Confederazione è il primo paese al di fuori dell’Asia ad aver concluso una simile intesa con Tokyo.
Il Giappone è il principale partner commerciale della Svizzera dopo l’Unione europea e gli Stati Uniti.
Esportazioni svizzere in Giappone (2008): principalmente prodotti chimici e farmaceutici, orologi e macchine per un valore di 7 miliardi di franchi (+4,9% rispetto al 2007)
Importazioni svizzere dal Giappone (2008): soprattutto automobili, apparecchi elettronici, metalli preziosi e articoli di bigiotteria per un valore di 4,1 miliardi di franchi.
Nel primo trimestre del 2009 le esportazioni svizzere verso il paese del Sol levante sono sorprendentemente aumentate del 13,7%, mentre le importazioni dal Giappone sono calate del 25%.
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