Il miliardo di coesione pronto per l’impiego
Il miliardo di franchi concesso dalla Svizzera quale contributo all'allargamento dell'Unione europea dovrebbe venir impiegato a partire dall'anno prossimo. È quanto risulta dalla conferenza annuale della cooperazione con l'Europa dell'est, tenuta giovedì a Lucerna.
Gli accordi quadro di cooperazione con i 10 paesi entrati nell’Ue nel 2004 dovrebbero essere firmati ancora quest’anno. I primi progetti potrebbero quindi venir realizzati dall’inizio del 2008.
L’adesione di 10 nuovi paesi all’Unione europea, nel maggio del 2004, ha aperto anche per la Svizzera un nuovo mercato di 75 milioni di consumatori.
In seguito all’allargamento dell’Ue verso est, Berna e Bruxelles hanno infatti concordato di estendere ai nuovi membri gli accordi bilaterali conclusi dal 2000 tra la Confederazione e i Quindici.
In cambio, il governo svizzero si era impegnato a contribuire con 1 miliardo di franchi al fondo di coesione creato da Bruxelles per ridurre le disparità economiche e sociali tra gli Stati membri dell’UE.
Approvato dal parlamento e dal popolo svizzero nel 2006, il “miliardo di coesione” attende ora di venir impiegato nell’ambito di progetti di cooperazione con i paesi beneficiari.
Accordi quadro imminenti
Le prossime tappe per l’impiego di questo fondo sono state discusse, giovedì a Berna, nell’ambito della conferenza annuale sulla cooperazione con l’est, organizzata dalla Direzione della cooperazione e dello sviluppo.
Secondo i rappresentanti delle autorità elvetiche, gli accordi quadro di cooperazione con i 10 paesi entrati nell’Ue nel maggio del 2004 potrebbero essere firmati ancora quest’anno, permettendo l’avvio dei primi progetti all’inizio del 2008.
Anche le aziende svizzere possono annunciarsi per partecipare alla realizzazione dei programmi di cooperazione, ha sottolineato Hugo Bruggmann della Segreteria di stato dell’economia (SECO).
Per sorvegliare lo svolgimento dei programmi di cooperazione, verranno istituiti appositi uffici nelle ambasciate svizzere di Varsavia, Budapest, Praga e Riga (Lettonia).
Uffici di coordinamento dei vari paesi beneficiari presenteranno proposte concrete, che saranno sottoposte al giudizio delle autorità elvetiche. Spetterà quindi alla Confederazione dare o no il proprio benestare.
Criteri chiari di attribuzione
Per l’ambasciatore Walter Fust, capo della DSC, “criteri chiari nell’attribuzione del denaro dovranno fare in modo che si riduca al minimo il numero di perdenti”.
Nel suo intervento la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey ha ricordato invece che gli aiuti a questi Stati godono del particolare sostegno della popolazione svizzera, che ha approvato in votazione un’apposita legge.
Nel corso della riunione si è discusso anche dei possibili ambiti di intervento. Tra questi figurano la sicurezza e lo sviluppo regionale, il rafforzamento del settore sanitario, la protezione dell’ambiente e gli aiuti, sotto forma di borse di studio, ai giovani. In particolare rivestirà una certa importanza la cooperazione con le organizzazioni non governative.
Altri sviluppi
Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC)
Buone esperienze
Stando alla ministra elvetica dell’economia Doris Leuthard, i progetti di cooperazione avranno ricadute, sebbene indirette, anche per la Svizzera.
“Buoni progetti che godono del sostegno elvetico costituiranno un’ottima pubblicità per la nostra economia”, ha affermato la consigliera federale. “Tutto ciò favorirà l’istaurarsi di un clima favorevole per allacciare nuove relazioni d’affari”.
Il ministro delle finanze lituano Rimantas Sadzius – presente a Lucerna – ha dichiarato che la cooperazione con la Svizzera non costituisce nulla di nuovo per il suo paese. “Con Berna abbiamo già esperienza nella scelta di progetti sensati”, ha sottolineato.
swissinfo e agenzie
Tramite i Fondi strutturali e il Fondo di coesione, dal 2007 l’UE versa 33 miliardi franchi all’anno per ridurre le disparità sociali e sostenere lo sviluppo economico dei 12 paesi che hanno aderito nel 2004 (Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia, Lituania, Estonia, Slovenia, Malta e Cipro) e nel 2007 (Romania e Bulgaria).
Su richiesta dell’Unione europea, il governo svizzero ha accettato nel 2004 di accordare 1 miliardo di franchi quale contributo al primo allargamento dell’UE verso est.
Nel marzo del 2006 il parlamento svizzero ha approvato la nuova Legge federale sulla cooperazione con l’Europa orientale, che fornisce anche la base legale per l’attribuzione del contributo ai nuovi membri dell’Ue.
Combattuta da un referendum, la nuova legge sulla cooperazione con l’Europa orientale è stata accettata anche dal popolo svizzero il 26 novembre dell’anno scorso.
La Svizzera sarà ora chiamata a fornire un contributo anche per sostenere lo sviluppo della Romania e della Bulgaria. Negoziati in merito sono ancora in corso tra Berna e Bruxelles.
Dal 1990, la Confederazione ha già concesso 3,45 miliardi di franchi per sostenere la transizione verso la democrazia e l’economia di mercato dei paesi ex-comunisti dell’Europa orientale.
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