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Il parlamento approva i Bilaterali II

La Svizzera è più vicina all'UE con la conclusione del secondo pacchetto di accordi bilaterali Keystone

Dopo i senatori, anche i deputati hanno approvato gli otto accordi bilaterali firmati il 26 ottobre con l’Unione europea (UE).

Il Consiglio nazionale ha chiuso giovedì l’incarto accettando anche i trattati relativi alla fiscalità del risparmio e alla lotta contro la frode .

La decisione della camera bassa sul trattato relativo alla lotta contro la frode è stata presa con 71 voti contro 29. L’accordo sulla fiscalità è invece stato accettato da 146 deputati contro 11.

Il risultato positivo della votazione è stato ottenuto senza particolari sorprese, soprattutto dopo che mercoledì la Camera del popolo aveva già accettato sei degli otto trattati, fra i quali il contestato accordo di Schengen/Dublino.

Il secondo pacchetto d’accordi con l’Unione europea era stato firmato il 26 ottobre scorso a Bruxelles dai ministri Deiss e Calmy-Rey. La procedura si chiude dopo oltre due anni di trattative con il principale partner economico della Svizzera, cominciate il 17 giugno 2002.

Niente soldi ai Cantoni

Nell’accordo sulla fiscalità del risparmio, la Svizzera s’impegna ad introdurre una ritenuta alla fonte sugli interessi (corrisposti o accreditati in Svizzera) prodotti da fondi depositati in Svizzera da persone fisiche residenti in un uno Stato membro dell’UE.

Questa trattenuta fiscale, che verrà aumentata progressivamente al 35 percento, può essere sostituita da una comunicazione volontaria, previa espressa istruzione degli effettivi beneficiari.

La Camera del popolo ha introdotto una divergenza con gli Stati nella legge d’applicazione di questo trattato.

Con 102 voti contro 74, il Nazionale ha infatti deciso che che i cantoni non dovranno ricevere il 10% della parte della trattenuta sugli interessi del risparmio assegnata alla Svizzera. Questa nuova risorsa spetterà di conseguenza interamente alla Confederazione.

La coalizione fra i partiti democristiano, socialista e radicale l’ha spuntata sul consigliere federale Hans-Rudolf Merz che ha invano tentato di ricordare la tradizionale ripartizione dei contributi fiscali fra le due pubbliche collettività.

Salvo il segreto bancario

Da notare che, in base all’accordo, la Svizzera s’impegna inoltre a fornire, dietro richiesta e in caso di frode fiscale o di delitti simili, un’assistenza amministrativa agli Stati membri dell’UE.

L’istituzione di un sistema automatico di scambio d’informazioni tra autorità fiscali non viene tuttavia contemplato: pertanto il segreto bancario è preservato.

Lotta contro la frode

L’Accordo relativo alla lotta contro la frode mira a potenziare la cooperazione fra le polizie dei Paesi aderenti al fine di meglio lottare contro il contrabbando e altre forme di delitti in materia di fiscalità indiretta (dazi doganali, imposta sul valore aggiunto, imposta di consumo) e nell’ambito delle sovvenzioni e degli appalti pubblici.

Il testo prevede un rafforzamento dell’assistenza giudiziaria e amministrativa, nonché un’intensificazione dello scambio d’informazioni con le autorità amministrative e giudiziarie dell’UE.

Chi è contro dovrà lanciare un referendum

L’unico degli otto accordi ad aver suscitato critiche particolarmente veementi è quello di Schengen/Dublino, approvato mercoledì dalla camera bassa.

Mercoledì il Nazionale aveva inoltre rifiutato – come in precedenza gli Stati – di sottoporre il trattato di Schengen/Dublino al referendum obbligatorio, sconfessando così l’Unione democratica di centro che si era battuta contro la sua approvazione.

Il partito di destra aveva fatto del trattato che prevede l’abolizione dei controlli sistematici alla frontiera il proprio cavallo di battaglia ancora prima della conclusione dei negoziati con l’Unione europea e aveva chiesto che fosse sottoposto al referendum obbligatorio.

La camera del popolo non l’ha però ritenuto necessario.

UDC e ASNI pronte per la battaglia

Gli oppositori del trattato di Schengen/Dublino avranno quindi 100 giorni per raccogliere le 50’000 firme necessarie per la riuscita del referendum facoltativo.

L’Unione democratica di centro (UDC) e l’Azione per una Svizzera neutrale e indipendente hanno da subito deciso di preparare la raccolta delle firme, sostenute dal partito di destra «La Lega dei Ticinesi».

«Schengen/Dublino per la Svizzera significa un’enorme perdita di sovranità», ha affermato il consigliere nazionale zurighese Hans Fehr, direttore dell’ASNI.


swissinfo e agenzie

Gli accordi bilaterali II comprendono i seguenti dossier:
– Schengen-Dublino
– fiscalità del risparmio
– lotta contro la frode doganale
– prodotti agricoli trasformati
– protezione ambientale
– armonizzazione della statistica
– programmi di sostegno al cinema
– tassazione delle pensioni dei funzionari UE
– formazione dei giovani

Gli accordi sulla fiscalità del risparmio prevedono una trattenuta sugli interessi dei capitali depositati in Svizzera dai cittadini europei.
La lotta alla frode doganale riguarda in particolare il contrabbando di sigarette.

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