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Il parlamento rimanda la Lex Koller al governo

Per il governo è la Legge sulla pianificazione del territorio che dovrebbe lottare contro gli appartamenti di vacanza vuoti RDB

I deputati non vogliono sopprimere la "Lex Koller", la legge che limita la vendita di immobili agli stranieri. Mercoledì hanno deciso di rispedire il dossier al Consiglio federale.

Il governo è invitato a proporre misure di accompagnamento più severe, per impedire le speculazioni e i “letti freddi” negli immobili di vacanza vuoti per undici mesi all’anno.

Grazie ad un’alleanza di circostanza tra la sinistra e l’Unione democratica di centro (destra nazional-conservatrice), la camera bassa del parlamento ha rinviato il progetto di abrogazione della Lex Koller al governo con 115 voti contro 67.

I deputati del Consiglio nazionale stimano che le misure di accompagnamento alla totale liberalizzazione della vendita di immobili a stranieri siano insufficienti.

Se fossero state adottate nella loro forma attuale – ha commentato Roger Nordmann, relatore della commissione del Nazionale che ha seguito il dossier – queste misure avrebbero aggravato i problemi attuali dei “letti freddi” e della speculazione nei centri urbani.

La camera bassa del Parlamento ha così rispedito il pacchetto al governo, il quale dovrà rivedere la sua versione. In particolare, i deputati chiedono delle misure accompagnatorie più severe.

Un po’ a sorpresa, il Nazionale ha poi obbligato anche la commissione a riprendere il dossier (93 voti contro 92). Quest’ultima dovrà esaminare nei particolari le modifiche della legge sulla pianificazuione del territorio già proposte dal governo.

Contro l’«inforestierimento»

L’obiettivo della legge federale sull’acquisto di fondi al momento della sua introduzione, nel 1985, era impedire che porzioni importanti del territorio svizzero finissero in mani straniere. Nel contesto dei dibattiti sulla legge si parlava sovente di «svendita della patria».

L’elemento principale della legge è il contingentamento della vendita di appartamenti per vacanze. Altre norme sono state nel frattempo cancellate. Per questo la questione degli appartamenti è al centro della discussione.

Nessun pericolo

La legge si applica oggi solo alle persone che non vivono in un paese dell’Unione europea o dell’AELS (Associazione europea di libero scambio, comprendente Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia). Cittadini di questi paesi domiciliati in Svizzera possono acquistare qualsiasi terreno senza restrizioni.

Rimane proibito solo l’acquisto di immobili in cui l’acquirente non intende abitare e di appartamenti per vacanze al di fuori delle località turistiche.

Già nel 1995 una commissione di esperti ha constatato che non esiste nessun pericolo reale di «inforestierimento». A causa dei «prezzi relativamente alti e delle rendite poco attraenti» un’abolizione della legge non dovrebbe condurre ad «un aumento massiccio della domanda straniera».

Non più attuale

L’abolizione della legge metterebbe fine d’altro canto alla discriminazione dei potenziali acquirenti stranieri. Il governo spera che questo abbia ripercussioni positive sulla politica estera. Per questo, e nella speranza che la misura abbia effetti positivi anche sull’economia, ritiene che la Lex Koller debba essere cassata.

Il problema degli appartamenti per vacanze che rimangono vuoti durante la maggior parte dei mesi dell’anno non ha nulla ha che vedere con la provenienza dei proprietari, ha rilevato in passato il governo. Per affrontarlo occorrerebbero modifiche della legge sulla pianificazione del territorio.

Misure controverse

Le misure contro la speculazione fondiaria e la costruzione di seconde case proposte dal governo sono state però considerate troppo blande dalla commissione della pianificazione e dalla commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale (camera del popolo). Le commissioni hanno così suggerito alla camera di rimandare il progetto al governo perché lo rielabori.

Fra le misure che le commissioni ritengono degne di essere prese in considerazione vi è l’introduzione di una durata minima di residenza come condizione per l’acquisto di un terreno.

Iniziativa contro l’abolizione

Il parlamento non è il solo ad avere dei dubbi sulle proposte del governo. In ballo c’è anche una doppia iniziativa popolare lanciata da Helvetia Nostra, l’organizzazione che fa capo al noto ambientalista Franz Weber.

Delle due iniziative riassunte sotto lo slogan «Salvate il territorio svizzero!» , una si oppone all’abolizione della Lex Koller e alle misure di accompagnamento previste.

swissinfo, Christian Raaflaub
(traduzione dal tedesco: Andrea Tognina)

In Svizzera le nuove acquisizioni di immobili di vacanza da parte di stranieri sono sottoposte a contingentamenti.
Nel 1985, il limite era fissato a 2’000 alloggi (1’344 sono stati acquistati).
La recessione si è fatta sentire a partire dal 1988: 672 appartamenti acquistati sui 1’800 autorizzati.
Tra il 1991 e il 2001, il contingente era di 1’420: 953 immobili sono stati acquisiti nel 1991 e 1’326 dieci anni più tardi.
Il limite è stato ridotto a 1’400 nel 2005: in quell’anno sono stati acquistati 1’393 alloggi.

Il qualificativo informale di “Lex Koller” per evocare la legge sull’acquisizione di immobili da parte di stranieri si riferisce all’ex consigliere federale Arnold Koller, il quale ha partecipato all’ultima grande revisione di questo testo legale.

La legge, in vigore dal 1985, era in passato chiamata “Lex Friedrich”, dal nome dell’ex membro del governo Rudolf Friedrich.

A sua volta, questa legge è il frutto di una decisione presa dall’ex ministro Kurt Furgler (“Lex Furgler”) ed è entrata in vigore nel 1961.

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