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Il Patto federale torna al mittente

A inizio giugno, Karl Niederer (a sinistra) e Kaspar Michel hanno istallato il Patto in una vetrina del museo di Filadelfia swissinfo.ch

Dopo essere stato esposto con successo fino a venerdì in un museo di Filadelfia, il Patto federale torna in Svizzera.

Negli Stati Uniti dal 10 giugno scorso, il mitico documento è stato visto da decine di migliaia di visitatori.

Il Patto federale del 1291 si appresta a rientrare in Svizzera dopo il suo primo soggiorno all’estero. La mostra «Sister Republics» («Repubbliche sorelle») nella quale era esposto a Filadelfia ha infatti chiuso venerdì i battenti.

Il ritorno della preziosa pergamena avverrà nelle stesse condizioni della partenza: valigia diplomatica e agenti di scorta per l’archivista cantonale svittese Kaspar Michel incaricato di riportare il documento in Svizzera.

«La sicurezza della pergamena non è mai stata minacciata durante i 21 giorni della mostra», hanno detto gli organizzatori svizzeri e americani dell’evento.

Grande interesse

La mostra, segnalata da una enorme bandiera svizzera, è stata spettacolare «e abbiamo registrato un’ottima affluenza di pubblico», afferma Steve Frank, vicepresidente dell’esposizione presso il National Constitution Center.

«Secondo le nostre stime l’hanno visitata 95’000 persone in meno di un mese. Una media di 4000-5000 visitatori ogni giorno, tra cui molti svizzeri e americani di origine elvetica», dice a swissinfo Karl Niederer, uno degli organizzatori dell’esposizione.

«Gli americani pensano che la storia comincia nel 1776 con la loro indipendenza dalla Gran Bretagna. Grazie all’esposizione del Patto federale hanno potuto rendersi conto che, prima di loro, altri Stati hanno fatto la stessa cosa e si sono uniti sotto una sola bandiera», aggiunge Niederer.

Riscoperta delle proprie radici

L’esposizione della mitica pergamena presso il museo di Filadelfia è stato uno dei momenti clou della campagna di promozione della Svizzera negli Stati Uniti denominata «Swiss Roots» («Radici svizzere»), destinata a rinsaldare l’amicizia tra i due paesi e a far riscoprire al milione di americani di origine svizzera il paese dei loro avi.

Il documento, sul quale è stato vergato il trattato di mutua assistenza tra i cantoni di Uri, Svitto e Untervaldo e che è citato nei libri di storia come l’atto fondatore della Confederazione svizzera, sarà di nuovo esposto al Museo del Patto federale di Svitto a partire dal 4 luglio.

Il suo viaggio all’estero aveva provocato lo scontento di un «gruppo di patrioti» vicini all’Unione democratica di centro (destra populista), che temevano rimanesse danneggiato durante il trasporto e l’esposizione.

«Nelle mie vesti di archivista capisco questi timori legati al trasferimento di un documento di tale valore», precisa Karl Niederer, aggiungendo tuttavia che «proprio per questa ragione il National Constitution Center che l’ha ospitato ha voluto garantirne la sicurezza con importanti mezzi elettronici e di controllo».

swissinfo e agenzie

1,2 milioni di americani sono di origine svizzera.
Centinaia di migliaia di altri americani vivono in 5 mila località che portano dei nomi svizzeri.
La maggiore densità di abitanti di origine svizzera si trova in California, New York, Ohio, Pensilvania, Wisconsin.

Il patto federale, attualmente considerato l’icona dell’identità della Confederazione elvetica, impegnava le regioni di Uri, Svitto e Unterwaldo ad aiutarsi reciprocamente e ad adoperarsi per la pace.

È uno dei numerosi documenti redatti attorno al 1300 per rafforzare l’ordine e la sicurezza in quelle valli. Non è però certo che sia stato scritto proprio nel 1291.

“La sua storia è oggi certamente più importante del suo significato di allora”, ha indicato recentemente un professore di storia dell’Università di Zurigo.

Nel 1936, la Confederazione costruì il museo di Svitto dove si trova oggi il patto.

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