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Il personale dei ritrovi pubblici vittima del fumo passivo

Il fumo passivo uccide, in Svizzera, circa 400 persone l'anno. Keystone

Il seguito all'abuso di tabacco da parte della clientela, coloro che lavorano in ristoranti, bar e discoteche sono costretti ad inalare ogni giorno fumo passivo equivalente a 15 – 38 sigarette.

È quanto risulta da uno studio presentato dal Centro d’informazione per la prevenzione del tabagismo del Canton Vallese. Si tratta di uno dei primi tentativi di misurare scientificamente l’esposizione al fumo passivo.

I dipendenti di ristoranti, bar e discoteche inalano l’equivalente di 15-38 sigarette al giorno. Lo dimostrano i primi risultati di uno studio condotto dal Centro d’informazione per la prevenzione del tabagismo (CIPRET) del canton Vallese e pubblicato mercoledì dal mensile “Revue médicale suisse”.

All’inizio del 2007 il CIPRET aveva distribuito alla popolazione 1500 collettori in grado di captare la nicotina presente nell’atmosfera. Sei mesi più tardi, praticamente tutti i 630 campioni rientrati presentano tracce di nicotina, sottolinea la rivista medica.

Solo il 5,7% delle persone che hanno portato lo speciale collettore è stato esposto debolmente al fumo passivo. Gli altri campioni finora esaminati presentano dosi di nicotina più o meno forti.

Tassi molto alti nei locali pubblici

Il tasso più alto di esposizione è stato rilevato nei collettori portati da dipendenti di bar, ristoranti e discoteche. Queste persone sono “state costrette a fumare” l’equivalente di 15-38 sigarette al giorno.

Tenendo conto di questi dati, giovedì il parlamento vallesano intende pronunciarsi su una proposta di vietare il fumo in tutti i locali pubblici del cantone. La proposta, presentata da alcuni parlamentari del Partito popolare democratico, è sostenuta dal Partito socialista.

Si oppongono invece i rappresentanti del Partito liberale radicale, dell’Unione democratica di centro e del Partito popolare democratico dell’Alto vallese, secondo i quali la questione del fumo passivo va regolata nell’ambito della legislazione nazionale.

Popolazione preoccupata

La questione del fumo passivo sembra preoccupare in ogni caso la popolazione vallesana. Una petizione contro il fumo nei luoghi pubblici, promossa martedì dallo stesso CIPRET ha raccolto nel giro di poche ore 3000 firme sul suo sito internet.

Già in vigore da anni in alcuni paesi europei, un divieto di fumo generalizzato in ristoranti, bar e discoteche è stato introdotto finora soltanto nel canton Ticino. La proposta era stata approvata due anni fa dalla stessa popolazione ticinese.

swissinfo e agenzie

L’Irlanda è stata la prima nazione europea a introdurre, nel 2004, il divieto di fumare sul luogo di lavoro, ristoranti e bar compresi. Numerosi altri paesi europei – tra cui Francia, Italia e Gran Bretagna – hanno seguito l’esempio, istituendo legislazioni simili. In alcuni casi è consentita l’installazione di locali appositi per i fumatori.

In Germania, nei diversi Länder, si prevede l’introduzione verso metà 2008 di disposizioni concernenti il fumo nei ristoranti, conformemente alle raccomandazioni dell’Unione europea.

Negli USA i singoli Stati hanno la facoltà di decidere in merito al divieto di fumare; più della metà dispongono di una severa legislazione che impedisce il fumo in bar e/o ristoranti. In Canada è stata introdotta nel 1986 una legge volta a proteggere i non-fumatori sul posto di lavoro, che consente l’introduzione di spazi separati

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