Il vertice della Francofonia? Conviviale e ambizioso
Settanta capi di Stato e di governo, tremila delegati e seicento giornalisti annunciati sulla Riviera del Lemano. Il vertice della Francofonia, dal 22 al 24 ottobre, si profila come un grande evento. Perlomeno da come è stato presentato dalle autorità.
«Si tratta di uno sforzo notevole» aveva spiegato la responsabile del Dipartimento federale degli Affari esteri, Micheline Calmy-Rey, quando nel mese di maggio aveva presentato agli organi di informazione l’evento. Uno sforzo perché «la Svizzera ha ripreso dal Madagascar l’organizzazione del vertice, sul filo di lana». Previsto inizialmente nel Madagascar, i problemi politici che l’anno scorso avevano destabilizzato l’isola, hanno ostacolato l’organizzazione del vertice della Francofonia. La Svizzera ha allora accolto il testimone proponendosi come paese ospitante.
Insistendo sulle qualità delle relazioni tra Confederazione, canton Vaud e comuni interessati – Montreux e Losanna – la ministra aveva espresso il proprio ottimismo: «Sarà un vertice magnifico».
Tutto procede bene
Sbaragliato il campo da preoccupazioni finanziarie (il parlamento aveva ridotto il budget da 35 a 30 milioni di franchi), la situazione è sotto controllo grazie a misure di economia e a nuove fonti di finanziamento pubbliche e private.
Sotto controllo anche gli aspetti legati alla sicurezza. Polizia ed esercito saranno evidentemente presenti. Ma con quale dispositivo? Per quali minacce? Replicando l’immagine della consigliera federale, il consigliere di Stato Pascal Broulis ha taciuto limitandosi a parlare della visibilità che la Svizzera avrà grazie all’evento, da cui «uscirà cresciuta».
La parola d’ordine sembra essere «convivialità». Non solo nei confronti dei partecipanti al tredicesimo vertice, ma anche nei confronti della popolazione svizzera. Nel centro di Montreux sarà creato il “Villaggio della Francofonia”, all’interno del quale si terranno numerose manifestazioni culturali organizzate durante il vertice. Coinvolti nell’animazione anche università, biblioteche, scuole, festival.
I temi dell’edizione numero 13
Come vuole la tradizione, ad ogni vertice il paese organizzatore propone un tema generale. La Svizzera ha optato per “Sfide e visioni d’avvenire per la Francofonia”, suddiviso in tre diverse tematiche. “Governanza mondiale & Democrazia, libertà, diritti umani”, “Sviluppo durevole: sicurezza alimentare e clima”, infine “Lingua francese: diversità culturale e innovazione”.
«Incoraggiamo i nostri ospiti – sottolinea Micheline Calmy-Rey – a rinunciare a dichiarazioni di ordine generale, a “citazioni” preparate in anticipo che ostacolano ogni forma di comunicazione e di scambio reali, per favorire così un dialogo interattivo». Una bella intenzione, ma se consideriamo che il tema proposto dalla Svizzera tocca quasi tutte le preoccupazioni e gli obiettivi dell’Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF), è lecito avere qualche dubbio. A forza di ampliare il cerchio, ci sarà una minima possibilità di giungere a qualcosa di concreto?
«Le tematiche non sono poi così numerose», risponde la ministra a swissinfo.ch, insistendo sul fatto che la scelta tematica non dipende solo dal paese che organizza il vertice. La riflessione sulla “governanza”, per esempio, è stata sollecitata dall’OIF. «Un’organizzazione vive della sua visibilità e dell’influenza che può avere, non si tratta solo di riunirsi in un luogo piacevole per dare vita ad un bel vertice. La Francofonia ambisce ad instaurare in questo spazio, degli Stati di diritto, la democrazia, la protezione dei diritti umani, lo sviluppo».
Nemmeno il tema della sicurezza alimentare è dovuto al caso e si colloca nella prospettiva del prossimo vertice, quello del 2012, a Kinshasa. «Assumerò la presidenza della Francofonia a partire dal vertice di Montreux per due anni. La Svizzera sarà poi seguita in questa funzione dalla Repubblica democratica del Congo, uno dei paesi più poveri del pianeta. Per la coerenza e la visibilità dell’OIF – sottolinea Calmy-Rey – è importante che ci sia una certa continuità tematica».
Quanto alla lingua francese, il soggetto è evidentemente al centro, in un’epoca in cui la nostra lingua «è in perdita di velocità sulla scena internazionale». Ad ogni modo il vertice, con tutte le sue occasioni di approfondimento e di dibattito, si concluderà con una dichiarazione finale, la «Dichiarazione di Montreux».
La Svizzera romanda… e la Svizzera?
A volte si ha tendenza a scordarlo… Non è la Svizzera romanda a fare parte dell’OIF, ma l’intera Svizzera, germanofoni e italofoni inclusi. Come pensa di sensibilizzare la Svizzera tedesca a questa evidenza? «Quest’anno la presidente della Confederazione è svizzera tedesca – sottolinea Calmy-Rey – ed è una buona cosa. Sarà lei ad accogliere qui a Montreux, i capi di Stato e di governo. Un fatto che focalizzerà anche l’attenzione dei media svizzero tedeschi».
La motivazione, in un certo modo, dovrebbe logicamente venire da sé: «Ad un dato momento, penso che gli svizzeri tedeschi saranno interessati a mostrare a tutti i paesi invitati che la Svizzera non è solo francofona. E’ quanto conta in termine di messaggi: siamo un esempio vivente dei coesistenza e di diversità culturale e linguistica».
Il XIII Vertice della Francofonia si svolgerà a Montreux dal 22 al 24.10.2010, anno in cui la Francofonia festeggia il suo 40° anniversario.
I capi di Stato e di governo adotteranno una dichiarazione finale e procederanno all’elezione del Segretario generale dell’OIF (Abdou Diouf è giunto al termine del suo secondo mandato e si è dichiarato pronto per uno nuovo).
L’Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF) comprende 56 Stati e governi e 14 osservatori provenienti dai cinque continenti. L’elemento che accomuna i membri è la lingua.
La Conferenza dei ministri degli Affari esteri o dei responsabili della Francofonia, si tiene ogni anno per garantire la continuità tra i vertici, a scadenza biennale. Il Consiglio permanente, presieduto dal segretario generale, è incaricato della preparazione del vertice.
Dal 1989, la Svizzera partecipa al vertice dei capi di Stato e di governo dei paesi di lingua francese. Nel 1995, il parlamento si è espresso a grande maggioranza a favore dell’adesione all’Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF).
In quanto quarto maggior contribuente dopo Francia, Canada e Belgio francofono, la Confederazione ha assunto un ruolo fondamentale in seno all’organizzazione.
Traduzione, Françoise Gehring
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