Impronte digitali elettroniche, a Singapore una consuetudine
Mentre in Svizzera l'introduzione del passaporto biometrico, in votazione il prossimo 17 maggio, ha scatenato un vivace dibattito, a Singapore le impronte digitali elettroniche fanno parte della quotidianità.
In questo angolo di mondo ci sono alcune regole e consuetudini, che in Svizzera sarebbero inimmaginabili. Ne è convinta Sabine Silberstein (55 anni), una cittadina svizzera che vive da tredici anni a Singapore, dove lavora come direttrice di un museo. Intervista.
swissinfo: L’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) ha recentemente invitato a sostenere nella votazione del 17 maggio, l’introduzione del passaporto biometrico. Lei che cosa pensa dei passaporti biometrici?
Sabine Silberstein: Ritengo che i passaporti biometrici siano assolutamente un “Must”. Molti paesi li hanno già introdotti e finora, a mia conoscenza, non ci sono stati grandi problemi.
swissinfo: In Svizzera gli oppositori contestano la centralizzazione delle informazioni in una banca dati e mettono in guardia contro il controllo dello Stato sui cittadini.
S.S.: Numerosi svizzeri possiedono una carta Cumulus e figurano su Facebook. Ma in questi casi la protezione della sfera privata e dei dati personali sembra avere meno valore.
swissinfo: Secondo lei uno Stato che sorveglia i propri cittadini non costituisce un pericolo?
S.S.: Vivo da quasi tredici anni a Singapore, dove lo Stato controllore è una realtà diffusa. La mia impronta digitale mi identifica come abitante di Singapore. Come cittadina svizzera e straniera, a Singapore quando esco o entro dal paese infilo il mio passaporto svizzero in una macchina. Poi passo attraverso un primo sbarramento. Al secondo, pongo il pollice su una piccola finestra. Funziona sempre e senza essere costretti a fare la coda.
A Singapore le impronte digitali elettroniche fanno ormai parte della quotidianità da molto tempo. Le chiavi di casa non servono più: mi basta appoggiare ad un sensore il mio indice. Ci potrebbero essere problemi, se le banche dati dovessero trovarsi nelle mani sbagliate o se persone sprovviste di principi etici riuscissero a procurarsi l’accesso alle banche dati.
swissinfo: L’incaricato federale della protezione dei dati Hanspeter Thür ritiene inappropriato immagazzinare le informazioni in una banca dati centralizzata. Le sezioni giovanili di diversi partiti svizzeri (Unione democratica di centro, socialisti, liberali radicali e Partito evangelico) mettono in guardia contro la pirateria informatica, potenzialmente in grado di scardinare l’accesso alla banche dati.
S.S.: Penso onestamente che oggigiorno non si è al riparo da falsificazioni. Per come stanno adesso le cose, tuttavia, voterò sì e relativamente senza riserve all’introduzione del passaporto biometrico. Come sarà fra dieci anni, staremo a vedere.
swissinfo: Secondo lei il passaporto biometrico che tipo di vantaggi offre?
S.S.: Questo tipo di documento faciliterà in molti paesi l’ingresso e l’uscita. E spero che in futuro possa facilitare molte pratiche per noi svizzeri all’estero. Attualmente nel canton Zurigo si sta discutendo sul fatto che tutti gli zurighesi devono viaggiare fino a Zurigo o a Winterthur per chiedere un passaporto. È una cosa inaudita.
A Singapore possiamo scegliere: se vogliamo volare in poco più di due ore a Hong Kong o farci un viaggio di dodici ore verso la Svizzera. L’ambasciata a Singapore non è autorizzata a rilasciare un passaporto.
swissinfo: Dopo lo scandalo dello schedature, gli svizzeri mostrano molta diffidenza nei confronti della registrazione di dati. Lei riesce ad immaginare che un giorno anche in Svizzera le impronte digitali elettroniche diventino una consuetudine come a Singapore?
S.S.: Non credo proprio. A Singapore ci sono cose che in Svizzera, gelosa delle sue tradizioni, non avrebbero nessuna “chance”. Nell’approccio alla democrazia, la Svizzera e Singapore non possono essere comparate. Singapore è una forma di dittatura senza essere una dittatura in senso stretto, ma di sicuro non è una democrazia come la intendiamo in Svizzera.
A Singapore la popolazione è totalmente apolitica. Fintanto che la popolazione potrà abitare in buone condizioni, accedere al sistema sanitario e scolastico, alle casse di previdenza per la vecchiaia e conservare un buon livello di vita, non si interesserà di politica. Non sono interessati alla decisioni del governo.
swissinfo: Gli svizzeri di Singapore si interessano alla votazione del 17 maggio?
S.S.: Negli ambienti che frequento, non è un tema predominante, rispetto invece all’interesse suscitato dalle votazioni sugli accordi bilaterali tra Svizzera e Unione europea o dall’iniziativa sui minareti.
Intervista swissinfo, Corinne Buchser
(traduzione e adattamento dal tedesco, Françoise Gehring)
La legge sui documenti d’identità serve a garantire la libera circolazione dei cittadini svizzeri. Crea la base per l’introduzione definitiva di un tipo di passaporto in cui i dati personali sono registrati sotto forma elettronica, in particolare anche l’immagine del viso e le impronte digitali. I dati vengono conservati nella banca dati dell’Ufficio federale di polizia.
La tecnologia adottata permette di verificare l’identità con maggiore certezza e riduce notevolmente la possibilità di usare abusivamente i passaporti, vale a dire di viaggiare sotto falsa identità
La modifica di legge approvata dal parlamento nel 2008 prevede anche l’archiviazione di tutti i dati del passaporto nel Sistema d’informazione sui documenti d’identità (ISA), creato nel 2003.
Attualmente sono già 54 gli Stati che rilasciano questo tipo di passaporto ai propri cittadini. Gli Stati Uniti richiedono già dal 25 ottobre 2006 che nei passaporti rilasciati dopo tale data siano registrati i dati biometrici.
I Verdi e la sinistra hanno apertamente criticato il progetto e denunciato il rischio di un rafforzamento del controllo statale sui cittadini e dell’impiego abusivo di queste informazioni.
Già nel XIX secolo erano attive a Singapore case di commercio svizzere. Nel 1871, gli Svizzeri presenti nel paese fondarono lo “Swiss Club Singapore”.
Al momento, grazie alle condizioni quadro favorevoli sono rappresentate a Singapore circa 260 imprese elvetiche. Le università dei due paesi permettono un vasto scambio di studenti.
La Svizzera e Singapore hanno relazioni diplomatiche dal 1967. L’ambasciata a Singapore è la “Swiss House of Science” che dipende dal Dipartimento federale dell’interno. Essa promuove i contatti nei settori della formazione, della ricerca e dell’innovazione.
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