Iniziative popolari partite col piede giusto
Espulsione degli stranieri criminali e imposte eque: le iniziative popolari sulle quali si voterà il 28 novembre sembrano convincere l'elettorato. Stando al primo sondaggio SRG SSR, se si fosse votato il 13 ottobre dalle urne sarebbero usciti due sì.
L’istituto gfs.bern – che ha condotto l’inchiesta rappresentativa per conto della Società svizzera di radiotelevisione (SRG SSR) – indica un 58% di sì all’iniziativa sull’espulsione degli stranieri che commettono reati. I no si attestano al 36%. Gli indecisi sono il 6%.
Il controprogetto proposto da governo e parlamento è ancora in bilico. I contrari sembrerebbero in leggero vantaggio, ma i dati non sono significativi (41% sì, 40% no, 10% indecisi). Un no al controprogetto renderebbe superfluo il ricorso alla domanda sussidiaria che in presenza di un doppio sì – all’iniziativa e al controprogetto – permette ai cittadini di scegliere quale delle due proposte applicare. In questo caso, la preferenza andrebbe all’iniziativa.
L’iniziativa del Partito socialista per imposte eque ottiene un 58% di sì e un 23% di no. Gli indecisi sono il 9%. (Per i dettagli, consultare i grafici riportati qui a destra, ndr.).
Espulsione: un tema che polarizza
Claude Longchamp, direttore dell’istituto gfs.bern, ha sottolineato nel corso di una conferenza stampa che questa prima inchiesta non può essere interpretata come una proiezione di voto. Si tratta semplicemente di un’istantanea del processo di formazione delle opinioni dopo il via delle campagne.
Stando a Longchamp, l’iniziativa sull’espulsione degli stranieri criminali, lanciata dall’Unione democratica di centro, è «molto polarizzante» ed è condizionata da diversi fattori, come la fiducia o sfiducia nel governo. Anche il ceto sociale dei votanti ha una certa rilevanza: il ceto medio e quello basso propendono per un sì all’iniziativa, mentre le classi sociali più elevate non approvano né l’iniziativa né il controprogetto.
Chi dice sì all’iniziativa, apprezza il fatto che regoli le espulsioni in modo unitario, deciso e coerente. Il testo risponde anche ad un desiderio di maggiore sicurezza e rispecchia, ma in modo minore, una diffusa intolleranza nei confronti degli stranieri. Il tasso di criminalità riscontrato in determinati gruppi etnici è ritenuto un problema da ampie fasce della popolazione. Questo facilita il lavoro dei promotori dell’iniziativa: il tema non va creato, esiste già, anche in parlamento.
Gli argomenti degli oppositori – “meglio prevenire i problemi impegnandosi sul fronte dell’integrazione” e “queste espulsioni violano i diritti umani” – non riescono a fare presa, se non in modo parziale. Un dato di fatto che nuoce non solo agli avversari dell’iniziativa, ma anche ai fautori del controprogetto.
Destra-sinistra e il problema della base
A livello partitico, le opinioni sono distribuite all’interno di un classico schema di opposizione tra destra e sinistra. Dicono sì all’iniziativa l’Unione democratica di centro e l’Unione democratica federale (destra). Sul fronte del no sono schierati i partiti di centro e la sinistra. Quest’ultima dice no anche al controprogetto.
Liberali radicali (PLR) e popolari democratici (PPD) sono a favore del controprogetto. Le loro indicazioni di voto sono però in contrasto con le intenzioni espresse dalla base, che è in maggioranza a favore dell’iniziativa.
Anche il Partito socialista (PS) ha un problema simile: la maggioranza della base approva il controprogetto e una minoranza non trascurabile dice addirittura sì all’iniziativa. «Sembra però che i dirigenti del PS non abbiano ancora notato questa cosa», commenta Longchamp.
Solo tra i Verdi sembra regnare l’armonia: dirigenti e base del partito respingono sia l’iniziativa, sia il controprogetto.
L’istituto gfs.bern non esclude che ci possano ancora essere dei cambiamenti d’opinione. Decisiva, se riuscirà a convincere la base del PLR, del PPD e del PS, potrebbe essere la campagna a favore del controprogetto, campagna finora sottotono.
Tasse: il principio del coinvolgimento diretto
Le opinioni in merito all’iniziativa per imposte eque dipendono dall’impatto di quest’ultima sui diversi gruppi sociali. La classe media e quella bassa sarebbero a favore dell’iniziativa.
Anche nel caso di questa iniziativa, voluta dal Partito socialista, è attivo lo schema destra-sinistra.
Sul fronte del sì sono schierati socialisti, verdi, evangelici e cristiano sociali. Dalla parte del no si trovano l’Unione democratica di centro, il Partito liberale radicale e il Partito popolare democratico. Il Partito borghese democratico e i Verdi liberali non hanno ancora dato indicazioni di voto, ma sostengono il comitato per il no.
Tra i partecipanti all’inchiesta, quelli che hanno affermato di voler depositare un sì nell’urna sono stati toccati da questi obiettivi: armonizzare le imposte, non minare la coesione e la solidarietà sociale, abolire i privilegi per i ricchi. Chi è intenzionato a votare no dà valore alla sovranità fiscale dei cantoni e teme che la proposta vada a scapito – seppur indirettamente – del ceto medio.
A differenza dell’iniziativa sull’espulsione degli stranieri criminali, quella per imposte eque è ancora poco presente nell’opinione pubblica. Le idee non sono ancora salde e cambiamenti d’opinione sono possibili.
Decisiva la dinamica delle campagne
Per Claude Longchamp, il risultato del 28 novembre dipenderà in primo luogo dal tipo di dinamica sviluppato dalle campagne pro e contro gli oggetti in votazione. Riusciranno a far aumentare il grado di mobilitazione che al momento si situa ancora su livelli medi? Riusciranno a convincere gli indecisi? A far cambiare idea a qualcuno?
I giochi sono aperti, in particolare per quanto riguarda l’iniziativa per imposte eque; cambiamenti d’opinione restano però possibili anche per l’iniziativa sull’espulsione, soprattutto se i paladini del controprogetto troveranno il modo di tirare acqua al loro mulino.
Sia per l’iniziativa sia per il controprogetto, le espulsioni riguarderebbero gli stranieri condannati con sentenza passata in giudicato.
L’iniziativa prevede l’espulsione per:
omicidio intenzionale, violenza carnale o un altro grave reato sessuale, un reato violento quale ad esempio la rapina, per tratta di esseri umani, traffico di stupefacenti o effrazione; o che hanno percepito abusivamente prestazioni delle assicurazioni sociali o dell’aiuto sociale. Il legislatore avrebbe la facoltà di aggiungervi altre fattispecie. La durata del divieto di entrare in Svizzera per le persone espulse sarebbe fissata dall’autorità competente e varierebbe tra i 5 e i 15 anni. In caso di recidiva, la durata del divieto d’entrata sarebbe di 20 anni.
Il controprogetto prevede l’espulsione per:
assassinio, omicidio, stupro, lesioni corporali gravi, rapina qualificata, presa d’ostaggio, tratta di esseri umani qualificata e infrazione grave alla legge sugli stupefacenti, o altri reati sanzionati con una pena privativa della libertà di almeno un anno, come pure una pena privativa della libertà di almeno 18 mesi per truffa o altre infrazioni legate alle assicurazioni sociali, all’aiuto sociale o a contributi di diritto pubblico, come anche per una truffa economica. Porterebbero inoltre all’espulsione altre infrazioni a una pena privativa della libertà di almeno due anni o a diverse pene pecuniarie che nello spazio di 10 anni sommano almeno 720 aliquote giornaliere.
Questo testo precisa che l’espulsione è decretata nel rispetto dei diritti fondamentali e dei principi di base della Costituzionale e del diritto internazionale.
L’iniziativa vuole un’aliquota fiscale pari ad almeno il 22% sulla quota di reddito imponibile delle persone sole che eccede 250’000 franchi.
Un’aliquota fiscale pari ad almeno il 5 per mille verrebbe applicata alla quota di sostanza imponibile delle persone sole che eccede 2 milioni di franchi.
Per le coppie tassate congiuntamente e per le persone sole con figli, il legislatore ha la facoltà di aumentare il limite di reddito e di sostanza imponibile a partire dal quale l’aliquota fiscale minima sarebbe applicabile.
L’aliquota fiscale media applicabile ad ogni imposta diretta prelevata dalla Confederazione, dai Cantoni e dai Comuni non può decrescere né con l’aumento del reddito imponibile, né con l’aumento della sostanza imponibile.
Traduzione e adattamento, Doris Lucini
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