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Islam Alijaj: lo Steve Jobs di una “rivoluzione dei disabili”?

Foto Islam Alijaj a lavoro
Il nuovo consigliere nazionale del PS Islam Alijaj seduto alla sua postazione di lavoro nell'azienda di famiglia nel quartiere Altstetten di Zurigo. Thomas Kern/swissinfo.ch

 
Il consigliere nazionale socialista ha una paresi cerebrale ed è il primo parlamentare svizzero di origini albanesi. Nella competizione elettorale Islam Alijaj è entrato con uno slogan ambizioso: "scrivere la storia".

Il nuovo consigliere nazionale Islam Alijaj ha fretta: “Per me è sempre stato chiaro che se fossi stato eletto non avrei potuto perdere tempo.”

Altri parlamentari neoeletti si concedono una fase di acclimatazione. Alijaj, cui una paresi cerebrale impedisce di parlare altrettanto in fretta di quanto pensa, ha inoltrato una mozione parlamentare e varie interrogazioni già alla sua prima sessione.

Le interrogazioni e la mozione riguardano la Legge sui disabiliCollegamento esterno, che regola l’eliminazione delle barriere che impediscono a persone con disabilità di accedere liberamente ai trasporti pubblici, agli edifici e al mercato del lavoro.

Secondo Alijaj, le persone disabili non sono intralciate in tutti gli ambiti della vita solo dalla loro disabilità, ma anche da una società che crea degli ostacoli non necessari. Che si tratti di educazione, difesa o finanze pubbliche: ovunque il deputato socialista trova agganci con la politica verso le persone disabili.

Persone disabili nella Quinta Svizzera

Anche in riferimento all’emigrazione svizzera all’estero, Alijaj evoca questioni politiche relative alla disabilità. Le svizzere e gli svizzeri con una normale rendita dell’Assicurazione invalidità (AI) possono di regola trasferirsi all’estero, “ma una rendita straordinaria la si perde. Neppure le prestazioni complementari né tantomeno gli assegni per grandi invalidi possono essere esportati”. 

Foto primo piano Islam Alijaj
Islam Alijaj sceglie in maniera accurata le parole e persegue una grande visione, come il suo modello Steve Jobs. Thomas Kern/swissinfo.ch

Per quel che lo riguarda, Alijaj non ha nessuna intenzione di emigrare. “A Zurigo talvolta dimentico di essere disabile.” Non riesce neppure a immaginarsi il trasloco in un altro quartiere. Crescere a Zurigo è stata una salvezza. “La città da una parte è aperta al mondo, dall’altra molto competitiva. Entrambi questi valori mi hanno fatto bene.”

Il primo consigliere nazionale svizzero della diaspora albanese

Se forse cresciuto in campagna o in Kosovo, dove è nato, Alijaj non sarebbe potuto diventare quello che è oggi. “Se vado in Kosovo mi sento molto disabile.”

Il primo ministro kosovaro Albin Kurti si è complimentato per la sua elezione su X/Twitter e Alijaj è fiero di essere il primo parlamentare svizzero a rappresentare la diaspora albanese. Ciononostante, non mancherà di criticare la politica di inclusione kosovara quando presto sarà ricevuto da Kurti.

Alijaj non ha peli sulla lingua. “Il punto di vista delle persone con disabilità è dimenticato anche dai partiti di sinistra”, dice il parlamentare, membro del Partito socialista (PS).

Lo scorso ottobre, 56 nuove e nuovi parlamentari hanno fatto la loro entrata all’Assemblea federale. L’UDC, l’Alleanza del Centro e il Partito socialista (PS), ossia le tre formazioni che hanno guadagnato di più in queste Elezioni federali, contano il maggior numero di volti nuovi al Parlamento.

Al contrario I Verdi, grandi perdenti della tornata elettorale 2023, non sono riusciti a portare nuova linfa a Berna. In questa serie di articoli, swissinfo.ch traccia un ritratto di nove parlamentari che muovono i primi passi nel legislativo federale.

Parte di una “rivoluzione dei disabili”

Da anni, Alijaj fa “buchi nei muri”. Ogni dichiarazione, ogni mozione, ogni discorso pubblico serve ad aprire un nuovo varco verso una società in cui le persone disabili hanno pari diritti. “Mi sono candidato per dare il via a una rivoluzione dei disabili. La rabbia che si è accumulata fra di noi si è scaricata lo scorso anno.”

Gesti primo piano Islam Alijaj
Thomas Kern/swissinfo.ch

La rabbia ha trovato espressione a suo avviso nella sua elezione. Nel nuovo parlamento siedono ora tre persone con disabilità. E la rabbia si è espressa anche nella prima sessione delle persone con disabilitàCollegamento esterno nella sala del Consiglio nazionale, nel corso della quale 44 membri hanno approvato una risoluzione (44 su 200 sarebbe la quota proporzionale di parlamentari con disabilità, se si tenesse conto della percentuale di persone disabili in Svizzera, pari al 22%).

La rabbia della “rivoluzione dei disabili” si è manifestata concretamente anche davanti alla sede delle Ferrovie federali svizzere. Le aziende di trasporto svizzere hanno avuto 20 anni di tempo per eliminare le barriere architettoniche nelle stazioni e nelle fermate degli autobus. “Per 10 anni le FFS hanno dormito “, dice Alijaj.

Il termine per applicare le misure è scaduto il 1° gennaio e solo il 60% delle stazioni è privo di barriere. Alla fine di gennaio un gruppo di persone disabili ha inscenato una protesta di fronte alla sede principale delle FFS. Alijaj crede che si tratti della prima manifestazione di una lunga serie. La rabbia rimane.

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Il modello Steve Jobs

Alijaj non si limita tuttavia a singoli interventi parlamentari o a qualche protesta. Il fatto che altre persone diano poche possibilità di successo alla sua prima mozione non lo preoccupa. Pensa a grandi linee, come Steve Jobs. Sì, Steve Jobs: il fondatore della Apple nella Silicon Valley è l’idolo di Islam Alijaj, il socialista di Zurigo.

Se il 37enne padre di famiglia fosse un parlamentare qualsiasi, si potrebbe ridere di lui. Ma Alijaj è stato sempre sottovalutato, fin dai tempi della scuola e ancora durante l’assemblea del PS, che ha deciso le posizioni nella lista elettorale. Ciononostante continua a seguire la sua visione: “Scrivere la storia” è lo slogan della sua campagna elettorale.

Campagna professionale e costosa

“Ho imparato dal movimento delle donne che il patrimonio è una premessa per l’indipendenza”, dice Alijaj. Le persone disabili, che per tutta la vita sono relegate nel mercato del lavoro secondario, non sono in grado di mettere da parte dei risparmi.

Chi oltre ai contributi dell’Assicurazione invalidità riceve le prestazioni complementari – come accade spesso – non ha una cassa pensioni e non ha neppure la possibilità di assicurarsi privatamente attraverso il terzo pilastro.

Sul suo manifesto elettorale la testa di Alijaj buca la carta rossa. L’immagine è apparsa anche in una grande inserzione nel settimanale “Weltwoche”, accompagnata dallo slogan “Islam nel Consiglio nazionale”. Una provocazione, in un giornale che da anni mette in guardia dalla presunta islamizzazione della Svizzera. Un noto pubblicitario ha pagato 20’000 franchi di tasca propria per l’inserzione.

Smartspider di Islam Alijaj
Ecco come si presenta lo smartspider di Islam Alijaj, che riflette le sue visioni e posizioni politiche. smartvote.ch

La campagna elettorale di Alijaj è stata concepita da David Wember, responsabile delle campagne

della nota agenzia di comunicazione Farner. Ed è costata parecchio: 200’000 franchi, la più cara fra tutte quelle dei candidati del PS.

I contributi singoli più elevati versati alla campagna sono arrivati dall’azienda di famiglia degli Alijaj e dall’organizzazione per i disabili Pro Infirmis. Circa 70’000 franchi sono tuttavia frutto di piccole donazioni. E oltre a donare soldi, i sostenitori di Alijaja – una rete composta da “centinaia di persone” – si sono attivate distribuendo volantini e attaccando manifesti.

Logistica e retorica professionali

In un’intervista Wember, definito da Alijaj “la testa dietro la mai campagna elettorale”, ha osservato che i professionisti e le professioniste non parlano mai di strategia, ma solo di logistica. Alijaj è un professionista – lo si capisce dalla sua visione della “rivoluzione dei disabili” e del ruolo che vi si sente chiamato a svolgere. Ma lo si nota anche nella sua retorica.

La sua assistente Gloria Fischer ripete parola per parola, con voce chiara e forte e in prima persona, quel che dice Alijaj, la cui dizione è difficile da capire a causa della paresi cerebrale. Il deputato non usa mai una parola di troppo e i suoi trucchi retorici sono piazzati con abilità.

Islam Alijaj con la sua assistente per l'inclusione.
Gloria Fischer (a sinistra) è l’assistente di Alijaj per l’inclusione e ripete a voce alta e chiara ogni sua parola. Thomas Kern/swissinfo.ch

Quando Alijaj dice che, in un Paese dove la costruzione dei minareti è vietata, l’elezione di un musulmano di nome Islam non è un’opzione, ha senza dubbio ragione. Ma il suo grande progetto riguarda un altro tema: l’uguaglianza delle persone disabili.

La rabbia dei e delle disabili si esprime anche nell’iniziativa popolare per l’inclusioneCollegamento esterno, che chiede la parità di diritti piuttosto che la semplice protezione dalle discriminazioni. Alijaj fa parte del comitato ed è all’origine dell’idea; accanto a lui siedono politici e politiche sia di destra che di sinistra.

Lodi dall’UDC

Uno di loro è il consigliere nazionale dell’Unione democratica di centro (UDC) Rémy Wyssmann, che ha parole di apprezzamento per il deputato socialista: Alijaj mantiene le promesse, usa con “parsimonia i soldi dei contribuenti e dei donatori” ed è una delle poche personalità politiche “della sinistra e dell’area statalista” che mostra comprensione per le esigenze delle piccole aziende.

Wyssmann ritiene che questo dipenda dall’ambiente in cui è cresciuto: la famiglia di Alijaj gestisce un servizio di pulizie con trenta dipendenti. “Non ha paura del contatto”, dice Wyssmann. “Ha i piedi per terra, è diretto e non è altezzoso.”

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Lo slogan dei “falsi invalidi” ha avvelenato il clima

I fratelli di Alijaj votano per il Partito liberale radicale. Dentro e fuori dal parlamento il deputato non ha difficoltà a collaborare con i politici e le politiche borghesi, compresi quelli dell’UDC. Mette in chiaro però che vent’anni fa la campagna dell’UDC sulla revisione dell’Assicurazione per l’invalidità, incentrata sul concetto di “falsi invalidi”, ha “avvelenato tutto”.

“La campagna non sarebbe mai avvenuta se le persone disabili fossero state attive politicamente”. Una simile retorica non avrebbe potuto funzionare se chi la esprimeva avesse dovuto guardare negli occhi le persone disabili. “Nei dibattiti di voto sull’iniziativa per l’inclusione, l’UDC non ci dirà in faccia che siamo solo un fattore di spesa, come faceva in passato. Non succederà.”

A lungo le persone con disabilità non sono state prese sul serio. Alijaj ritiene che la colpa sia anche delle campagne delle organizzazioni che si basavano sulla compassione. “Oh, guardate i poveri disabili – o qualcosa del genere”. Per questo nella sua campagna ha puntato “dall’inizio alla fine sulla forza”.

Un socialista atipico

Alijaj è di grado di collaborare con tutte le aree politiche, ma può anche irritare esponenti di ogni schieramento. Ha fatto un tirocinio commerciale e ritiene che la formazione professionale vada rafforzata. “Non possiamo avere tutti una formazione accademica. Non abbiamo bisogno di così tanti dipendenti provenienti dalle università.”

Quando gli si dice che un simile discorso raramente esce dalla bocca di un socialista, Alijaj sorride. Sentiremo molte altre parole da parte sua che in genere un socialista non dice, avverte. “Per me non è un problema. Sono autentico.”

A cura di David Eugster

Traduzione dal tedesco: Andrea Tognina. Revisione: Sara Ibrahim

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