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Kosovo: l’ONU vuole una perizia sull’indipendenza

Festeggiamenti per l'indipendenza del Kosovo a Pristina nel febbraio scorso Keystone

La Corte internazionale di giustizia dell'Aja si pronuncerà sulla legittimità della dichiarazione d'indipendenza del Kosovo. È quanto ha deciso l'Assemblea generale dell'ONU, approvando una risoluzione avanzata dalla Serbia.

Le autorità di Belgrado sono riuscite ad aggiudicarsi il primo round nella vertenza sullo statuto internazionale del Kosovo, l’ex-provincia serba a maggioranza albanese, la cui dichiarazione unilaterale d’indipendenza è stata riconosciuta finora da 48 Stati.

Nel corso dell’Assemblea generale delle Nazioni unite, 77 dei 192 paesi membri dell’ONU hanno accettato la proposta della Serbia di chiedere alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja una perizia sulla legittimità dell’indipendenza del Kosovo. Solo 6 Stati si sono opposti a questa richiesta, mentre 74 si sono astenuti dal voto, tra cui anche Svizzera, Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna.

La Corte internazionale di giustizia è ora chiamata a decidere, se la proclamazione d’indipendenza è conforme al diritto internazionale. Il processo di riconoscimento del nuovo Stato da parte della comunità internazionale rischia così di essere rallentato, dal momento che i giudici dell’Aja impiegheranno prevedibilmente almeno un anno per esaminare la questione.

Timori per la stabilità della regione

“La Corte internazionale di giustizia costituisce uno strumento importante per promuovere una soluzione pacifica dei conflitti”, ha dichiarato l’ambasciatore svizzero all’ONU Peter Maurer, poco dopo il voto da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni unite.

A suo avviso, la richiesta di una perizia rischia però di creare insicurezza, compromettendo la stabilità e lo sviluppo economico nella regione. “Per questo motivo, abbiamo preferito astenerci dal voto”, spiega Peter Maurer.

La Svizzera ha riconosciuto nel febbraio scorso il nuovo Stato, dopo aver attentamente esaminato la legittimità dal profilo del diritto internazionale. “Siamo quindi convinti che anche la Corte dell’Aja considererà legittima la dichiarazione d’indipendenza del Kosovo”, afferma Maurer.

La Svizzera in prima fila

La Svizzera figura tra i paesi che si sono impegnati maggiormente negli ultimi anni per sostenere il processo di riconciliazione e di sviluppo nel Kosovo. Il governo elvetico aveva inoltre ventilato già diversi anni fa uno statuto di indipendenza per l’ex provincia serba.

Nel 2005 la ministra elvetica degli affari esteri Micheline Calmy-Rey aveva attirato l’attenzione internazionale, suggerendo l’opzione dell’indipendenza nel corso di una visita a Pristina e Belgrado.

Oltre alla Svizzera, lo Stato del Kosovo è stato riconosciuto finora anche da 22 dei 27 membri dell’Unione europea e dagli Stati uniti. Tra i paesi che hanno invece rifiutato di riconoscere l’indipendenza figurano Serbia, Russia, Cina, Spagna, Romania, Moldavia e Cipro.

Kosovo un caso eccezionale

Con la risoluzione approvata dall’Assemblea generale dell’ONU, la Serbia spera di rallentare il processo di separazione dell’ex-provincia. Molti paesi preferiranno infatti attendere il parere della Corte internazionale di giustizia dell’Aja, prima di esprimersi a loro volta sulla questione.

A frenare il riconoscimento internazionale dello Stato del Kosovo vi sono stati finora anche i timori di creare un precedente per le numerose regioni di altri paesi che aspirano ad una propria indipendenza. Nel corso dei dibattiti alle Nazioni unite, diversi oratori hanno respinto questa eventualità.

Ai loro occhi, il caso del Kosovo va considerato come un’eccezione, tenendo conto del contesto di violenza e di crisi che aveva fatto seguito allo smantellamento dell’ex-Jugoslavia e che aveva spinto la comunità internazionale ad intervenire militarmente per porre fine ai conflitti scoppiati nei Balcani.

swissinfo, Rita Emch, New York
(traduzione e adattamento Armando Mombelli)

Dopo la Seconda guerra mondiale, la provincia del Kosovo gode di uno statuto di autonomia, ancorato nel 1974 nella Costituzione della Federazione jugoslava.

1989: il presidente serbo Slobodan Milosevic annulla lo statuto di autonomia e invia l’esercito in Kosovo per sedare le proteste.

1998: decine di migliaia di kosovari abbandonano le loro case in seguito ad un’offensiva condotta da Belgrado contro l’Esercito di liberazione del Kosovo (UCK).

1999: la Nato lancia una serie di attacchi aerei contro la Serbia per porre fine al conflitto tra le forze serbe e gli indipendentisti albanesi. Dopo oltre due mesi di bombardamenti, 50’000 soldati della Nato vengono stazionati in Kosovo e la provincia viene posta sotto il protettorato dell’Onu.

2007: il leader separatista Hashim Thaci vince le elezioni parlamentari e preannuncia la proclamazione dell’indipendenza del Kosovo.

2008: il 17 febbraio il parlamento di Pristina proclama l’indipendenza del Kosovo. Dieci giorni dopo la Svizzera riconosce il Kosovo come nuovo Stato indipendente.

In Svizzera vivono tra 170 e 190 mila kosovari. Una cifra che rappresenta il 10% della popolazione de Kosovo.

La Confederazione partecipa dal 1999 alla missione di pace delle truppe internazionali KFOR, guidate dalla Nato. Il contingente svizzero in Kosovo (Swisscoy) conta circa 200 soldati.

La Svizzera figura tra i principali paesi donatori del Kosovo. Per il periodo 2008-2011, la Direzione della cooperazione e dello sviluppo, la Segreteria di Stato dell’economia e l’Ufficio federale della migrazione hanno previsto di impiegare circa 15 milioni di franchi all’anno per i programmi di sviluppo in Kosovo

L’accento sarà posto sulla promozione dell’economia, della democrazia, delle infrastrutture, del rispetto ambientale e della cooperazione migratoria.

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