L’elezione in Cecenia rischia di essere una farsa
Domenica, il popolo ceceno sarà chiamato ad eleggere il nuovo presidente. Malgrado i sette candidati in lista, il deputato svizzero Andreas Gross parla di “messa in scena”.
Di ritorno a Grozny per conto del Consiglio d’europa, l’osservatore elvetico è ben cosciente della complessità della situazione nella regione caucasica.
Domenica prossima, i cittadini della Cecenia saranno chiamati alle urne, per la seconda volta nello spazio di un anno, per eleggere il nuovo presidente.
Molti credono tuttavia che il nome del futuro leader ceceno sia già noto, ancor prima dello scrutinio. Il presentimento è che Alu Alkhanov, il candidato sostenuto dal Cremlino ed ex ministro degli interni della Cecenia, sia predestinato alla vittoria.
Gli osservatori della scena politica a Mosca, prevedono che Alchanow sarà eletto dalla stragrande maggioranza dei cittadini, come fu il caso per Achmat Kadyrov. L’ultimo presidente, ucciso in un attentato allo stadio di Grozny il maggio scorso, aveva raccolto l’80,8% dei voti. La manipolazione dello scrutinio era stata evidente.
Attenzione alle semplificazioni
“Sembra evidente che l’elezione rischia di essere una farsa”, indica il consigliere nazionale socialista Andreas Gross, membro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa da quattro anni.
Designato come relatore speciale sulla situazione politica in Cecenia nel giugno del 2003, Gross ha visitato periodicamente il disastrato paese nel nord del Caucaso.
Durante la sua prossima visita di quattro giorni in Cecenia, Andreas Gross sarà il responsabile di una delegazione che valuterà l’aspetto umanitario e politico del paese.
A differenza di certi slogan apparsi sui media – del tipo “I russi sono cattivi, i ceceni buoni” – l’osservatore svizzero avverte di evitare una semplificazione del conflitto.
“Possiamo sicuramente affermare che l’elezione non sarà una vera votazione, ma questo è riduttivo. Un’affermazione così semplicistica non aiuta a trovare delle soluzioni reali al problema”.
La paura di esprimersi
“La situazione è estremamente complessa e gli interessi in gioco molteplici. Non solo la politica, ma anche l’aspetto economico, militare e culturale giocano un ruolo”, indica Gross.
Il delegato elvetico presenterà il quadro della situazione di fronte all’Assemblea parlamentare europea nel mese di ottobre.
“Lo scopo è di esporre l’attuale situazione in maniera dettagliata, senza tralasciare il minimo aspetto. Questo getterà le basi per elaborare soluzioni concrete”, spiega Gross.
Oltre al dialogo con le rappresentanze ufficiali, la delegazione prevede di incontrare esponenti di organizzazioni non statali (Ong).
Nell’agenda della visita in Cecenia, sono inoltre programmati incontri con il presidente ad interim Sergej Abromow e con il rappresentante del Cremlino per la Russia meridionale Vladimir Jakovlev.
Gross spera però di avvicinare anche la popolazione, sebbene le precedenti esperienze abbiano evidenziato che non sarà impresa facile.
“Molti hanno paura di rappresaglie”, fa notare il delegato del Consiglio d’Europa.
Andreas Gross aggiunge infine che “questa considerazione mette in evidenza un aspetto sconcertante dello scrutinio: quando la gente ha paura di esprimersi, significa che le elezioni non sono delle vere elezioni”.
swissinfo, Alexandra Stark, Mosca
(traduzione dal tedesco: Luigi Jorio)
La Repubblica Cecena, ricca in giacimenti di petrolio, si trova nella regione del Caucaso.
Condivide i suoi confini con la Georgia a sud, con l’Inguscezia ad ovest e con la repubblica russa del Daghestan ed est.
Nel 1991, la Cecenia aveva proclamato l’indipendenza e tre anni dopo l’esercito russo occupò il paese.
Nel corso di 20 mesi di guerra, 30’000 persone furono uccise.
Dopo un attentato a Mosca, che il Cremino additò agli indipendentisti ceceni, i soldati russi occuparono una seconda volta la Cecenia nel 1999.
Oggigiorno, il conflitto non è ancora terminato, sebbene il governo russo si ostini a parlare di “situazione normalizzata”.
Circa 1’000’000 la popolazione in Cecenia.
75% sono ceceni.
20% russi.
La maggior parte dei ceceni sono mussulmani sunniti.
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