Negli ultimi due decenni sono state eliminate 45 milioni di mine antiuomo e il numero di vittime è passato da circa 20'000 a 5'000 all’anno. Ciononostante, migliaia di persone in tutto il mondo sono costrette a vivere con gli strascichi della guerra.
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Una sofferenza ben visibile in paesi quali l’Afghanistan, la Cambogia o la Bosnia, dove sono stati creati centri ortopedici e di riabilitazione per assistere gli amputati.
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L’uomo che avanza tra le bombe
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Sul tavolo ci sono due casse di plastica. Due contenitori di morte. Al loro interno diversi tipi di mine: antiuomo e anticarro, fatte di plastica, di metallo, rotonde o allungate. Alcune sono concepite per esplodere sotto l’effetto di una lieve pressione, altre sono innescate da una reazione chimica. Roman Wilhelm, militare di carriera, ci accoglie…
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«C’e una grossa differenza tra armi nucleari e mine antiuomo. Le prime sono le armi dei ricchi, le seconde quelle dei poveri. Hanno comunque qualcosa in comune: entrambe proiettano l’ombra della guerra anche durante la pace». Era il 1997 e con queste parole è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace alla Campagna Internazionale…
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