L’Iraq e la crisi economica al Forum di Davos
«Costruire la fiducia»: questo il tema del convegno dei big di politica e finanza. Un tema scottante dopo gli scandali nella finanza, il crollo della borsa e l'attesa per la guerra.
Klaus Schwab, fondatore del Forum economico mondiale ha presentato il programma dell’edizione 2002.
La crisi irachena e le tensioni politiche che ne scaturiscono si ripercuoteranno inevitabilmente sul Forum economico mondiale (WEF) di Davos, che si terrà dal 23 al 28 gennaio. Raramente finora – hanno sottolineato martedì gli organizzatori – la manifestazione si è svolta in un contesto così difficile.
A memoria del presidente e fondatore Klaus Schwab, che ha esposto alla stampa i contenuti dell’incontro, la situazione sul piano geopolitico ed economico non è mai stata così fragile. Inevitabilmente, le crisi attuali saranno presenti nei colloqui di tutti i partecipanti.
Odore di guerra
La crisi irachena, in particolare, influenzerà i dibattiti al WEF. Durante il periodo nel quale vari esponenti politici ed economici saranno riuniti a Davos sarà infatti presentato davanti al Consiglio di sicurezza il rapporto intermedio degli ispettori dell’ONU sul disarmo in Iraq.
Il segretario di Stato americano Colin Powell sarà presente a Davos proprio il giorno prima della pubblicazione del rapporto. E, dopo aver suscitato alcune animosità negli ambienti politici locali per la sua posizione critica verso la guerra, anche la nuova ministra degli esteri svizzera, Micheline Calmy-Rey, siederà ad un tavolo della località grigionese con il suo omologo americano.
Alla ricerca della fiducia
«Building trust» – «Costruire la fiducia» – sarà il tema centrale proposto ai partecipanti del Forum. Quest’anno, la 33esima edizione dovrebbe riunire al Centro dei congressi di Davos circa 2150 personalità provenienti da quasi 100 paesi. Fra di loro: 30 capi di Stato o di governo e oltre 80 ministri.
Il nuovo presidente del Brasile, Luis Ignacio Lula Da Silva, raggiungerà Davos dopo aver partecipato al Forum sociale mondiale di Porto Alegre, l’equivalente antimondialista del WEF. Da parte svizzera saranno presenti il presidente della Confederazione Pascal Couchepin e i consiglieri federali Kaspar Villiger, Joseph Deiss, oltre appunto a Micheline Calmy-Rey.
Fra i principali esponenti del mondo economico è stata annunciata la presenza del fondatore di Microsoft Bill Gates e dei «patron» di Nestlé e della Novartis, Peter Brabeck e Daniel Vasella.
Gli scambi saranno centrati sulle prospettive economiche, ma anche sulla lotta contro la povertà. Per la prima volta, delle organizzazioni non-governative (ONG) sono state integrate ufficialmente nel programma, all’insegna dell’Open Forum.
Klaus Schwab si è peraltro rallegrato per il ritorno in Svizzera del Forum dopo la parentesi di Nuova York l’anno scorso, presentata come un gesto di solidarietà nei riguardi della metropoli colpita dagli attentati dell’11 settembre 2001.
swissinfo e agenzie
Per la prima volta è stata autorizzata una contromanifestazione sul luogo stesso. Negli scorsi anni, dei gruppi di no global e contestatari vari avevano creato ingenti danni in dimostrazioni spontanee.
Le misure di sicurezza sono imponenti, ma sia il Forum, sia le autorità hanno offerto uno spazio di dialogo ai dimostranti.
Durante il Forum, fra il 23 al 28 gennaio, i bambini di Davos non saranno obbligati ad andare a scuola, se i genitori si preoccupano troppo per la loro sicurezza.
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