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L’ispettore svizzero è tornato da Bagdad

Il lavoro sul campo delle squadre Onu Keystone

Il team internazionale di esperti non è stato limitato nelle sue ispezioni, lo afferma il delegato svizzero, Rolf List, di ritorno dall'Iraq.

Ma per l’esperto, ritornato a casa martedì, ci vuole più tempo per completare il mandato.

«Abbiamo avuto accesso a tutte le istallazioni che volevamo vedere – ha dichiarato Rolf List a swissinfo – e gli esperti si sono sempre presentati senza annuncio».

Il delegato conferma le informazioni della stampa: gli accompagnatori iracheni che seguono il convoglio ONU non sanno quale sia il traguardo della giornata. Il tempo per annunciare l’arrivo degli ispettori è al massimo di dieci minuti, conferma il delegato tornato dalla sua missione.

Il team di cui List ha fato parte è alla ricerca di agenti chimici e delle cosiddette attrezzature «Dual-Use», utilizzabili per scopi civili come per fini di guerra.

100 siti controllati

Rolf List, che adesso ha dato il cambio ad altri esperti internazionali, ha visitato un centinaio di strutture, soprattutto militari. Ma anche delle istallazioni civili hanno fatto parte del percorso; fra queste anche delle birrerie, delle università e delle fabbriche.

Gli ispettori cercano delle armi di distruzione di massa, come delle strutture in grado di produrle. Seguendo il mandato della risoluzione delle Nazioni unite 1441, l’Iraq deve far conto con delle «serie conseguenze», se il lavoro degli ispettori fosse intralciato.

Secondo la posizione ufficiale degli Stati Uniti e dei più stretti alleati, il comportamento del regime di Bagdad avrebbe già offerto più di un’occasione per evitare o sabotare i controlli. Ragione sufficiente quindi per iniziare la guerra, unica maniera per smilitarizzare il paese dei due fiumi.

Per il momento all’interno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, sono Francia, Germania e Russia a frenare l’intervento armato, cercando di dare più tempo agli ispettori.

Ci vuole più tempo

Rispondendo alle critiche rivolte da più parti all’Iraq di mancanza di collaborazione e dell’impossibilità di trovare sul territorio tutti i nascondigli per le armi, List comunque ribadisce: «Le autorità irachene si sono dimostrate molto aperte alla collaborazione». Non ci sarebbe mai stata l’impressione che ci fossero delle cose nascoste.

Ma per avere veramente una panoramica sulle strutture dell’intero paese sarebbe necessario molto più tempo. Per List tre mesi sono troppo pochi; ci vorrebbe almeno un anno: «La guerra non è una soluzione», aggiunge.

List concede inoltre ai controlli un successo misurabile: «Per tutto il periodo delle ispezioni, per l’Iraq è particolarmente difficile procedere alla costruzione di armi di distruzione di massa».

Rolf List non può dire niente di concreto sul suo lavoro sul campo. Nemmeno sul tipo esatto di istallazioni controllate. Si associa però alla sentenza del capo della missione, Hans Blix: «Non abbiamo trovato la colt fumante, ma potrebbe ancora succedere».

Nuovo incarico

Se il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite dovesse prorogare il mandato degli ispettori, anche Rolf List potrebbe tornare in Iraq. List, che nella vita quotidiana è esperto doganale, è già stato nel 1998 come delegato in Iraq.

Per prepararsi al suo mandato, List ha seguito dei corsi di formazione organizzati dalle Nazioni unite in America, in Austria e in Gran Bretagna. Oltre a lui un solo altro cittadino elvetico partecipa a questo tipo di missioni ONU.

swissinfo e agenzie

Hans Blix e Mohammed El Baradei, sono i capi degli ispettori inviati dalle Nazioni unite in Iraq. Hanno già presentato due rapporti intermedi al Consiglio di sicurezza dell’Onu. L’ultimo è del 7 marzo.

Fino ad ora i due responsabili hanno ribadito che non esistono prove che l’Iraq abbia armi di distruzione di massa o un’attività nucleare.

Al contrario, hanno detto, l’unica certezza sono i missili capaci di colpire oltre il limite massimo di 150 chilometri.

Una conferma, secondo Blix ed El Baradei, della collaborazione di Bagdad, anche se mancano all’appello tonnellate di agenti chimici. In parte le armi convenzionali a media gittata sono state distrutte.

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