L’ora della verità sul “Fiscogate” ticinese
"Dimezzata" la consigliera di Stato Marina Masoni, ministra dell'economia e delle finanze del canton Ticino, finita nell'occhio del ciclone.
In base alle severe conclusioni del rapporto di inchiesta sulla conduzione della Divisione delle contribuzioni, il Governo ha infatti deciso di esautorarla.
A Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, sede del Governo ticinese, l’aria era molto pesante.
La presentazione delle conclusioni dell’inchiesta amministrativa – decisa lo scorso 17 gennaio per fare chiarezza sulle irregolarità emerse all’interno del fisco ticinese – si inserisce in un clima politico arroventato.
L’avvicinarsi delle elezioni cantonali, in calendario il primo di aprile del 2007, segna quasi l’avvio di una sorta di resa dei conti e di grandi manovre, soprattutto all’interno stesso del Partito liberale radicale, ossia il partito di Masoni.
La recente bocciatura delle misure di risparmio in campo sociale da parte della popolazione ticinese, suona inoltre come una chiara censura della politica finanziaria portata avanti a spada tratta dalla responsabile del Dipartimento economia e finanza.
Prime conseguenze
La ministra ticinese e vice presidente del Partito radicale svizzero, che sembrava predestinata ad una carriera politica federale, è stata disarcionata proprio da uno dei suoi cavalli di battaglia – la politica fiscale – ed è stata intrappolata dalla Fondazione di famiglia, con sede a Svitto, uno dei paradisi fiscali svizzeri.
E ora c’è chi attende le sue dimissioni, a cominciare dai partiti ticinesi, socialisti, popolari democratici e Lega.
Si sono però dimessi, in seguito agli elementi scaturiti dall’inchiesta amministrativa, il direttore e il vicedirettore della Divisione delle contribuzioni dopo che il Consiglio di Stato aveva comunicato loro l’intenzione di licenziarli.
L’inchiesta ha infatti messo in risalto diversi problemi nella conduzione del fisco: lacune, mancanza di collegialità e trasparenza, mancanza di regole di procedura chiare, di direttive. Ma ha escluso pressioni ed interferenze da parte di Masoni sulle attività della Divisione.
Rimane tuttavia, sul piano politico, la decisione di non restituire a Masoni la direzione del fisco, poiché “il rapporto ha messo in evidenza gravi problemi funzionali” che si sono prodotti proprio sotto la sua direzione.
Lo scoglio della Fondazione di famiglia
Chiara ed inequivocabile censura da parte dei commissari sulla Fondazione Villalta dell’Argine, che “non adempie i requisiti posti dal diritto svizzero per essere riconosciuta come tale”.
La commissione ha pure confermato che Marina Masoni si era effettivamente dimessa dal Consiglio della Fondazione nel 1995, dopo la sua elezione in Consiglio di Stato. Ma è stata sostituita dal marito.
Gli aiuti finanziari destinati alla sua campagna elettorale e la scelta di domiciliare la Fondazione in un cantone fuori dal Ticino, avevano sollevato montagne di critiche, anche nella Svizzera interna, soprattutto legate all’opportunità politica di una tale scelta.
E ora che tutti i nodi, o quasi, sono venuti al pettine, ad un anno dalla scadenza naturale della legislatura, il Governo ticinese si trova ad operare sulle spine.
Per ristabilire un clima sereno all’interno del fisco, uno dei settore sensibili dello Stato, la direzione è stata dunque affidata al ministro liberale radicale Gabriele Gendotti.
swissinfo, Françoise Gehring, Bellinzona
Il Consiglio di Stato ticinese ha definitivamente ritirato alla ministra delle finanze e dell’economia Marina Masoni, e sino alla fine della legislatura nel 2007, la competenza della Divisione contribuzioni.
Una decisione scaturita sulla base della Commissione di inchiesta amministrativa, nominata in gennaio per fare luce su irregolarità emerse all’interno del fisco ticinese.
Partito socialista, Partito popolare democratico e Lega dei ticinesi chiedono le dimissioni di Masoni, rappresentante del Partito liberale radicale.
Settembre 2004: il fisco riapre un dossier fiscale dei genitori di Marina Masoni in merito ad alcune prestazioni professionali finite nella Fondazione di famiglia, Villalta, con sede a Svitto
13 ottobre 2005: il fisco decide per l’imposizione e chiede 1 milione di franchi
17 gennaio 2006: il Governo nomina i membri della Commissione di inchiesta amministrativa
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