L’Unione europea chiama la Svizzera alla cassa
L'Unione europea (Ue) ha chiesto alla Svizzera di sostenere finanziariamente i suoi due nuovi membri, Bulgaria e Romania. Il montante del contributo non è stato indicato.
Dopo la decisione del Consiglio dei ministri dell’Ue lo scorso dicembre, la richiesta di contributo è giunta martedì a Berna.
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Accordi bilaterali
A poco più di un mese dall’entrata di Bulgaria e Romania nell’Ue (che ora conta 27 Stati membri), la Commissione europea ha ufficialmente chiesto alla Svizzera di partecipare finanziariamente all’adesione dei due paesi dell’Europa dell’Est.
Secondo quanto riferito da Adrian Sollberger dell’Ufficio dell’integrazione, nel corto messaggio giunto da Bruxelles, sottoscritto dalla commissaria europea alle relazioni esterne Benita Ferrero-Waldner, non figura alcun montante.
Non è però un segreto che per Bulgaria e Romania l’Ue si aspetti dalla Confederazione una somma pari a 300-350 milioni di franchi su cinque anni.
«La richiesta verrà ora esaminata. Il Consiglio federale deciderà in seguito la risposta», ha indicato l’Ufficio dell’integrazione. La legge sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est rende sì possibile un nuovo credito, ma l’ultima parola spetterà al Parlamento.
Niente miliardo
Negli anni precedenti, la Svizzera ha sostenuto Bulgaria e Romania con crediti annuali di 25 milioni di franchi. Questo aiuto alla transizione è stato versato fino all’entrata dei due Stati nell’Ue, il 1. gennaio 2007.
Sofia e Bucarest non possono contare sul «miliardo di coesione» – accettato in votazione popolare il 26 novembre 2006 – che Berna verserà a Bruxelles: esso è infatti destinato unicamente ai dieci paesi aderiti all’Ue il 1. maggio 2004.
Libera circolazione
Con l’adesione di due nuovi membri all’Ue, Berna dovrà pure affrontare la questione dell’estensione dell’accordo sulla libera circolazione delle persone.
L’argomento sarà oggetto di negoziati, verosimilmente a partire dalla primavera. Concretamente, si tratterà di discutere dei termini transitori durante i quali è possibile porre delle limitazioni all’accesso al mercato del lavoro elvetico (priorità dei lavoratori indigeni, controllo delle condizioni salariali e lavorative, contingenti per le autorizzazioni di soggiorno).
L’estensione dell’accordo a Bulgaria e Romania verrà stabilita mediante un protocollo all’accordo sulla libera circolazione delle persone del 2002.
swissinfo e agenzie
Il fondo di coesione dell’Unione europea (Ue) è uno strumento creato nel 1994 allo scopo di attenuare il divario economico e sociale tra i diversi membri dell’unione.
Nel 2004, l’Ue ha chiesto a Berna di sostenere finanziariamente la coesione dei suoi nuovi membri, così come hanno fatto gli altri Stati dell’Associazione europea di libero scambio (che oltre alla Svizzera raggruppa Norvegia, Islanda e Liechtenstein).
Il 26 novembre 2006, i cittadini svizzeri hanno accettato al 53% la nuova Legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est. Essa stabilisce le basi legali per il versamento del contributo di coesione ai dieci nuovi membri dell’Ue aderiti nel 2004. Berna verserà un miliardo di franchi su dieci anni.
Il cosiddetto “miliardo di coesione” era stato combattuto da un referendum lanciato dalla destra nazionalista.
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