L’uomo dell’economia esce dal governo
Rappresentante dell'ala economica di destra del Partito liberale radicale, il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz ha raggiunto l'obiettivo di risanare i conti della Confederazione. Ma il suo nome resterà legato all'impotenza svizzera in vertenze internazionali.
“Vi ringrazio per la fiducia e prometto di servire il Paese e il suo popolo”: erano state le prime parole di Merz, il 10 dicembre 2003, quando le Camere riunite in Assemblea federale lo avevano eletto al governo, alla successione del suo collega di partito, dimissionario, Kaspar Villiger.
Una promessa che, a poco più di sei anni e mezzo di distanza, l’appenzellese è convinto di aver mantenuto. Annunciando le dimissioni, il 6 agosto 2010, Merz ha infatti puntualizzato di lasciare l’esecutivo elvetico “con la consapevolezza di aver svolto il mandato impegnandomi sempre a fondo”.
Ma l’impegno sincero non basta a procurargli consensi per il suo operato. Così il consigliere federale se ne va dopo essere stato per mesi nel mirino delle critiche e delle pressanti speculazioni sulle sue dimissioni.
Nulla avrebbe lasciato presagire un finale così deludente per colui che al momento della sua entrata in governo fu definito da più parti come una personalità politica rodata nella “gestione delle crisi” e “un pensatore critico”.
L’uomo dell’economia
Hans-Rudolf Merz è giunto relativamente tardi in politica e quasi per caso, come aveva egli stesso raccontato. Pur essendo membro attivo del Partito liberale radicale (PLR) ed essere stato segretario della sezione di San Gallo, dove ha studiato economia e ha conseguito un dottorato, la sua carriera professionale è stata decisamente più orientata verso la finanza e l’economia.
Come consulente aziendale aveva esercitato numerosi mandati nell’economia privata e aveva anche svolto incarichi importanti per società svizzere all’estero. Fra le sue attività figurano la presidenza del consiglio d’amministrazione (Cda) dell’Helvetia Patria Assicurazioni di San Gallo e di quello della Banca cantonale di Appenzello Esterno. In quest’ultima aveva diretto il risanamento dell’istituto e la sua vendita all’Unione di banche svizzere (UBS).
Merz aveva svolto mandati anche in società controverse. Era stato presidente del Cda della holding Anova, ex-Amiantus, coinvolta in una diatriba giudiziaria sull’amianto, ed era stato membro del Cda della società Huber+Suhner, sospettata di aver avuto legami con il regime segregazionista sudafricano.
Esordio tardivo, ma brillante
Il suo esordio politico nella Berna federale è avvenuto nel 1997, all’età di 55 anni, quando è stato eletto alla Camera dei Cantoni, come rappresentante del PLR per il seggio di Appenzello Esterno. Alla Camera alta, Merz ha presieduto la commissione delle finanze ed è stato membro di quelle della sicurezza politica e della politica estera.
Le sue doti oratorie, le sue conoscenze e la sua esperienza lo hanno reso rapidamente un personaggio mediatico e una personalità apprezzata nel mondo politico elvetico. Ciò che gli ha aperto la strada per il governo, di cui è diventato membro all’inizio del 2004.
Merz ha assunto la direzione del Dipartimento federale delle finanze (DFF) annunciando come priorità il risanamento dei conti della Confederazione. Un obiettivo raggiunto a suon di programmi di risparmi.
Il ministro delle finanze ha avuto successo anche in un altro campo che gli sta a cuore: gli sgravi fiscali per le aziende. In particolare, nel febbraio 2008, ha ottenuto in votazione popolare l’avallo alla riforma della tassazione delle aziende.
La parabola discendente
Con l’arrivo della crisi economica finanziaria mondiale, sono però iniziati seri grattacapi per Hans-Rudolf Merz, colpito anche da gravi problemi di salute. Proprio nel bel mezzo della tempesta che scuoteva l’UBS, costretta a ricorrere agli aiuti miliardari della Confederazione e della Banca nazionale svizzera per salvarsi dal tracollo, il consigliere federale il 20 settembre 2008 è stato colpito da un attacco cardio-circolatorio. Dopo un intervento a cuore aperto, durante il quale gli sono stati innestati cinque bypass, Merz ha dovuto starsene a riposo forzato fino all’inizio di novembre.
Già allora si erano ipotizzate le sue dimissioni, ma il liberale radicale le aveva categoricamente escluse, orgoglioso di assumere la presidenza della Confederazione nel 2009. Un anno presidenziale, però, che lo ha portato alla porta d’uscita del governo.
Due vicende lo hanno inesorabilmente condannato agli occhi dell’opinione pubblica: l’accordo UBS-Stati Uniti, che ha comportato la revoca del segreto bancario per 4’450 clienti americani del grande istituto svizzero, e la crisi degli ostaggi svizzeri in Libia. Dopo essere volato a Tripoli, aver presentato le scuse della Svizzera alla Libia e fatto grandi concessioni, il presidente della Confederazione era tornato a casa a mani vuote.
Se alla fine Merz è comunque riuscito ad ottenere la ratifica del parlamento svizzero sull’accordo UBS-Stati Uniti, il rapporto delle commissioni parlamentari della gestione ha evidenziato gravi errori da parte sua. Quanto alla vicenda degli ostaggi, la sua immagine si è ulteriormente deteriorata alla fine di giugno, quando è trapelato che era stata ventilata un’operazione militare per liberare i due svizzeri. Merz era all’oscuro e ha pubblicamente criticato colleghi di governo.
Via libera alla campagna per le elezioni
Bersagliato costantemente dai media, Hans-Rudolf Merz era ormai diventato un peso per il PLR, anche se questo lo ha sempre difeso. A questo punto, l’unico servizio che l’appenzellese poteva rendere al partito era quello di ritirarsi.
Una decisione che era diventata ancor più urgente dopo l’annuncio, il 9 luglio scorso, delle dimissioni dal governo del socialista Moritz Leuenberger per la fine di dicembre. Merz ha dunque compiuto il passo che consente ai liberali radicali di giocare le loro carte in vista delle elezioni federali del 2011.
Sonia Fenazzi, swissinfo.ch
Hans-Rudolf Merz nasce il 10 novembre 1942 a Herisau (Appenzello Esterno).
Studia economia e diritto finanziario all’Università di San Gallo, dove nel 1971 consegue il dottorato in scienze politiche.
Dal 1969 al 1974 è il segretario della sezione san gallese del Partito liberale radicale.
Dal 1977 al 2003 svolge la professione di consulente aziendale indipendente; fa parte del consiglio di amministrazione di diverse imprese industriali e di servizi svizzere.
Nel 1997 è eletto quale rappresentante liberale radicale del canton Appenzello Esterno al Consiglio degli Stati (Camera dei cantoni).
Nel dicembre 2003 è eletto al governo federale quale successore di Kaspar Villiger. Dalla sua entrata in carica, nel gennaio 2004, dirige il Dipartimento federale delle finanze.
È stato presidente della Confederazione nel 2009.
Hans-Rudolf Merz è sposato e padre di tre figli.
Il successore o la successora di Hans-Rudolf Merz sarà eletto(a) il 22 settembre dalle Camere riunite in Assemblea federale.
All’interno del Partito liberale radicale (PLR), i pretendenti alla poltrona vacante hanno tempo fino al 21 agosto per candidarsi.
Il partito pone come condizione la provenienza da un cantone italofono o tedescofono.
Il Gruppo parlamentare PLR procederà alle audizioni il 3 settembre e deciderà il 14 settembre chi candidare ufficialmente.
Il PLR avrà concorrenza esterna. Sia l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), sia i Verdi rivendicano il seggio lasciato libero da Merz. Per ora non hanno però ancora annunciato candidati.
Gli ecologisti possono contare sul sostegno del Partito socialista (PS), secondo quanto ha affermato il suo presidente Christian Levrat.
Il Partito borghese democratico (PBD, composto di dissidenti dell’UDC) invece detto che il seggio spetta a un partito di centro.
Il Partito popolare democratico (PPD) non ha ancora svelato le sue carte, ma il suo presidente Christophe Darbellay ha accusato PLR e PS di aver pattuito segretamente un sostegno reciproco ai propri candidati. Accuse seccamente smentite dai diretti interessati.
L’elezione del o della successore(a) del consigliere federale socialista Moritz Leuenberger, che si dimetterà alla fine dell’anno, è in calendario all’Assemblea federale l’8 dicembre.
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