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La diplomazia svizzera si riunisce in Sri Lanka

Keystone Archive

Micheline Calmy-Rey si è recata venerdì in Sri Lanka, dove incontrerà la presidente, il Primo ministro e rappresentanti dell’opposizione per fare il punto sul processo di pace in corso.

Per la ministra degli esteri, il viaggio è anche l’occasione per discutere della rete diplomatica elvetica con gli ambasciatori svizzeri in Asia.

“Discuteremo del piano di pace e della situazione difficile che esiste in questo momento nel paese”, ha spiegato la responsabile del Dipartimento degli affari esteri (Dfae) la vigilia della visita in Sri Lanka.

Durante il suo viaggio di cinque giorni, Micheline Calmy-Rey avrà la possibilità di incontrare i vari protagonisti della diatriba che da oltre vent’anni caratterizza l’isola a sud dell’India.

“Incontrerò la presidente Chandrika Kumaratunga, il Primo ministro Mahinda Rajapakse, il mio omologo degli Affari esteri, oltre a visitare rappresentanti dell’opposizione e della società civile”, ha precisato Calmy-Rey, primo consigliere federale a rendersi nell’ex Ceylon.

Tigri pronte a negoziare

Il dialogo tra i ribelli tamil, che dal 1983 lottano per l’indipendenza della parte nord orientale dell’isola, e le autorità è ad un punto morto dal mese di aprile dell’anno scorso.

“Non c’è stato nessun sviluppo del processo di pace ed i partiti non hanno ancora ripreso i dialoghi”, dichiara Stephan Husy, responsabile della Sezione Operazione e pool di esperti per la promozione della pace presso la Divisione politica IV (Sicurezza umana) del Dfae.

Il suo collega della Divisione politica II Rodolphe Imhoof afferma però che “i ribelli sono pronti a riprendere le trattative, ciò che rappresenta un segnale positivo”.

Berna ha creato nel 2003 un posto di consigliere presso l’ambasciata a Colombo per seguire il processo di pace, oltre a sostenere numerosi progetti di sviluppo della società civile, del federalismo, dei diritti dell’uomo e programmi di sminamento.

“In un processo di pace è importante rafforzare la società civile. Una società civile forte è segno di un buon funzionamento della democrazia”, indica Micheline Calmy-Rey.

Svizzera ed Asia più vicini

Prima dei meeting ufficiali, la responsabile del Dfae si riunirà con gli ambasciatori elvetici della regione per discutere dei legami tra Svizzera ed Asia.

“L’importanza economica e politica crescente dell’Asia ci incita a riaggiustare la nostra strategia diplomatica nei 10-15 anni a venire”, spiega Calmy-Rey.

La ministra degli esteri continua precisando che il Dfae vuole rafforzare i legami con l’Asia: “Non essendo legata a grandi blocchi, la Svizzera non può contare su nessun altro per difendere i propri interessi, come ad esempio i paesi dell’Unione europea”.

L’attuale piano di risparmio della confederazione impone tuttavia di fissare delle priorità.

“Dobbiamo valutare se, con certi paesi, i nostri legami non sono troppo sviluppati rispetto ai nostri interessi politici ed alla cooperazione nel campo dell’aiuto allo sviluppo. In Asia tuttavia, la tendenza è piuttosto di rafforzare la rete diplomatica”, fa notare Calmy-Rey.

Migrazione e promozione della pace

Le questioni relative alla migrazione delle persone – attualmente la Svizzera accoglie circa 40’000 srilankesi – alla promozione culturale ed alla politica di aiuto allo sviluppo saranno anche dibattute.

L’agenda prevede inoltre discussioni attorno alla promozione della pace ed ai diritti umani.

La Svizzera è particolarmente attiva in quest’ultimo campo: da oltre dieci anni intrattiene infatti un dialogo con la Cina sui diritti dell’uomo, nonché un’ “accenno di dialogo” con la Corea del Nord.

swissinfo e agenzie

Nel quadro del suo sostegno al processo di pace, la Svizzera ha intensificato dal 2002 gli incontri bilaterali con Colombo, la capitale srilankese, ed i ribelli tamil.

La Svizzera, che ad inizio ottobre ha accolto a Ginevra una riunione interna delle Tigri tamil (“Liberation Tigers of Tamil Eelam”), vorrebbe svolgere un ruolo complementare a quello della Norvegia, mediatore ufficiale della diatriba srilankese.

8 milioni di franchi il sostegno che la Direzione dello sviluppo e della cooperazione fornisce ogni anno allo Sri Lanka.
Oltre 60’000 le vittime della guerra civile in Sri Lanka.

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