Quasi nove mesi dopo la fine della guerra civile, i cittadini libici sono chiamati alle urne il 7 luglio 2012 per le elezioni nazionali, le prime dopo oltre 40 anni. La popolazione sta cercando di ritrovare una vita normale, anche se il paese è ancora lungi dall’essere pacificato.
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Dei musei sono stati eretti per commemorare i martiri della rivoluzione, i bambini sono ritornati a scuola, le donne tengono conferenze sui loro diritti e i semplici cittadini sopperiscono alle mancanze del debole governo di transizione. Dalle fotografie di Yuri Kozyrez traspare ottimismo. Gli impatti dei proiettili ricordano però che il rischio di violenza continua ad essere dietro l’angolo. (Tutte le foto di Yuri Kozyrev / NOOR for Time)
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Una transizione verso la democrazia disseminata di insidie
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Previste inizialmente il 19 giugno, le elezioni sono state posticipate al 7 luglio per consentire ad un maggior numero di cittadini di registrarsi nelle liste elettorali. Secondo vari osservatori, il rinvio era necessario anche per offrire migliori possibilità di successo a questo scrutinio. “L’aggiornamento della data delle elezioni si è rivelato utile”, dichiara a swissinfo.ch…
Le aziende svizzere guardano alla Libia con prudenza
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La ricostruzione delle infrastrutture libiche andate distrutte durante la guerra rappresenta una grande opportunità per le aziende straniere. Le società svizzere non sono comunque agli avamposti per approfittare di questo lucrativo mercato. L’arresto e l’imprigionamento di due dipendenti dell’ABB nel 2008 sono ancora in tutte le memorie e certe aziende sono scoraggiate dall’instabilità che regna…
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