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La lotta contro l’effetto serra continua

Entro il 2012, la Svizzera si è impegnata a ridurre dell'8% le emissioni di gas a effetto serra rispetto a quelli registrati nel 1990 Keystone

Un accordo è stato firmato sabato a Montreal nell'ambito della Conferenza mondiale sul clima. Gli Stati Uniti hanno però preferito non aderirvi.

Oltre 150 paesi, fra cui la Svizzera, hanno accettato di continuare i negoziati sulla riduzione dei gas a effetto serra anche per il periodo dopo il 2012. Il Protocollo di Kyoto ne esce rafforzato.

Dal 28 novembre al 10 dicembre si è tenuta a Montreal la conferenza mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

Dopo ore di intense discussioni, oltre 150 Stati hanno accettato sabato mattina di dare avvio a dei negoziati formali sulla riduzione dei gas a effetto serra anche dopo il 2012, al termine del periodo di applicazione del Protocollo di Kyoto.

Per Alexander Hauri, esperto di Greenpeace Svizzera, un simile esito della conferenza è da considerarsi positivo, perché è una dimostrazione dell’intenzione degli Stati di rendere più severi gli obiettivi di riduzione delle emissioni, anche se solo in una seconda fase.

«Naturalmente avremmo voluto un risultato più chiaro, ma considerato l’ostruzionismo statunitense si tratta comunque di un successo», ha affermato.

Reticenza statunitense

Gli Stati Uniti, che non hanno voluto aderire al trattato, hanno rifiutato anche in questo caso di partecipare ufficialmente ai negoziati.

I paesi che hanno firmato il Protocollo di Kyoto non potranno risolvere il problema da soli: «Abbiamo bisogno del sostegno degli Stati Uniti, ma anche di quello dei paesi emergenti», ha affermato il capo della delegazione elvetica, Bruno Oberle, alludendo a nazioni quali la Cina.

La Conferenza di Montreal era la più importante dal 1997, quando 140 Stati avevano firmato il Protocollo di Kyoto. Il trattato, entrato in vigore quest’anno, impone a 34 paesi industrializzati di ridurre le emissioni di anidride carbonica.

Gli Stati Uniti, il cui la produzione di questi gas è fra le più elevate al mondo, rifiutano dal 2001 di applicare le disposizioni del trattato, da un lato per proteggere la loro economia, dall’altro perché altri paesi particolarmente inquinatori quali la Cina e l’India non vi hanno aderito.

Discussioni informali

Gli USA hanno però perlomeno accettato di partecipare a un «dialogo informale» per limitare il riscaldamento del pianeta.

Quest’ultima intesa dovrebbe permettere l’avvio di «un’azione di cooperazione a lungo termine», ma il testo precisa che «il dialogo non condurrà a negoziati che prevedano nuovi impegni concreti» nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

In ambito ambientale una prima convenzione a livello dell’ONU è stata conclusa nel 1992 a Rio de Janeiro. Anche gli Stati Uniti l’avevano ratificata.

swissinfo e agenzie

La conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici si è tenuta a Montreal, in Canada, dal 28 novembre al 10 dicembre.
Oltre 150 paesi hanno accettato l’avvio di negoziati formali sulla riduzione dei gas a effetto serra anche dopo il 2012.

La conferenza di Montreal, che avrebbe dovuto concludersi venerdì, si prefiggeva in particolare di definire il proseguimento dell’applicazione del protocollo di Kyoto.

Questo trattato, che rimarrà in vigore fino al 2012, impone a 34 paesi industrializzati di ridurre le proprie emissioni di gas a effetto serra.

Siccome gli Stati Uniti non hanno ratificato il protocollo di Kyoto, la conferenza di Montreal si proponeva di migliorare la loro partecipazione agli sforzi futuri di limitare le emissioni di CO2.

Si volevano inoltre implicare maggiormente Cina e India, a cui il trattato non impone doveri precisi.

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