La polarizzazione nel paese del consenso
Il 19 ottobre i cittadini svizzeri sono stati chiamati alle urne per eleggere il nuovo parlamento. Tutti si aspettavano un trionfo dell’Unione democratica di centro e così è stato.
Accanto alla destra radicale è cresciuto anche lo schieramento rosso-verde. Il paese è uscito dalle urne più diviso che mai.
“Vincerà l’UDC”. Per mesi e mesi i sondaggi e la stampa lo hanno ripetuto. Poi, il 19 ottobre, è arrivata la conferma delle urne.
La crescita dei poli
L’Unione democratica di centro ha guadagnato quasi 4 punti percentuali nelle elezioni per il Consiglio nazionale (la camera del popolo), passando dal 22,5% al 26,6% delle preferenze.
Oggi l’ex-partito agrario, attestatosi su posizioni di destra radicale, è il primo partito svizzero anche per numero di seggi: 55 in Consiglio nazionale e 8 nel Consiglio degli Stati (la camera dei cantoni).
Le urne hanno premiato anche il Partito socialista, che ha guadagnato un seggio in Consiglio nazionale e tre al Consiglio degli Stati, e soprattutto il Partito ecologista svizzero, che ha fatto un balzo in avanti del 2,4% conquistando in totale 13 seggi (+4).
L’implosione del centro
Sono usciti invece nettamente sconfitti dalla tornata elettorale i partiti di centro. Il Partito popolare democratico, già in calo da anni, è sceso al 14,4% dei consensi (-1,5%), perdendo 7 seggi in Consiglio nazionale.
La percentuale di votanti che ha scelto il Partito liberale radicale (PLR) è invece scesa di 2,6 punti al 17,3%. Il partito ha perso sette seggi in Consiglio nazionale e altri quattro al Consiglio degli Stati.
A ciò si aggiunge la perdita di due seggi del Partito liberale svizzero, che con quattro deputati non può più formare un gruppo parlamentare autonomo e si è aggregato alla frazione PLR.
Destra e sinistra
Guardando ai grandi schieramenti del parlamento, si constata che all’interno del fronte borghese vi è stato uno spostamento di consensi verso l’UDC e verso il discorso antistatalista e conservatore del suo leader Christoph Blocher.
Complessivamente, lo schieramento rosso-verde ha guadagnato terreno sulla destra. Ma la sinistra rimane una minoranza, nel parlamento e nel paese, e poiché il centro si è indebolito, avrà molte più difficoltà nella prossima legislatura a costruire alleanze.
Una delle parole più frequenti nei commenti sulle elezioni d’autunno è stata “polarizzazione”. Il che è tutto dire, in un paese che ha costruito il suo sistema politico sulla ricerca del consenso.
swissinfo, Andrea Tognina
Il successo dell’Unione democratica di centro era ampiamente annunciato. Già nel 1999 la formazione di Christoph Blocher era diventata il primo partito svizzero per numero di voti.
Ma il consenso per l’UDC rimaneva limitato ai cantoni della Svizzera tedesca. Nel 2003 la frontiera linguistica è stata invece ampiamente superata.
L’UDC appare ormai ben radicato anche nella Svizzera romanda. È anzi proprio il successo fra gli elettori francofoni che ha permesso al partito di fare un nuovo balzo in avanti.
Unione democratica di centro 26,6% delle preferenze
Partito socialista 23,3%
Partito liberale radicale 17,3%
Partito popolare democratico 14,4%
Partito ecologista svizero 7,4%
Partito evangelico svizzero 2,3%
Partito liberale svizzero 2,2%
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