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La Quinta Svizzera immagina soluzioni per ridurre i costi della sanità

infermiera
L'invecchiamento della popolazione è uno dei fattori che provocano l'aumento dei costi della sanità. Keystone / Gaetan Bally


Lottare contro l'eccessivo consumo dei servizi medici, agire sulla prevenzione, creare un'assicurazione malattia unica: le soluzioni immaginate dalla nostra comunità residente all'estero per limitare i costi della sanità sono molte. Tutte e tutti sono d'accordo su un punto: il sistema va riformato.

La maggior parte delle svizzere e degli svizzeri all’estero non paga i premi dell’assicurazione malattia nella Confederazione. Le persone espatriate sono tuttavia coscienti del problema causato dall’aumento dei costi della sanità. Le nostre lettrici e i nostri lettori hanno espresso le loro preoccupazioni ed evocato potenziali soluzioni nel dibattito che abbiamo lanciato su SWI swissinfo.ch.

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Diverse persone manifestano il loro sostegno alla creazione di un’assicurazione malattia unica, idea ampiamente respinta in votazione popolare federale nel 2007 e nel 2014. “Questa cassa malattia coprirebbe i costi delle cure mediche di base. La Confederazione e i Cantoni ne sarebbero azionisti di maggioranza e definirebbero criteri di riuscita misurabili”, illustra Nando, svizzero in Italia.

Il lettore si dice inoltre soddisfatto del sistema sanitario del proprio Paese di residenza: “Le cure di base e i servizi di emergenza sono gratuiti per tutti. Si paga l’assicurazione di base con le tasse”.

Un altro utente della nostra piattaforma è convinto che un sistema unico per tutte e tutti funzionerebbe in Svizzera, grazie anche alla taglia ridotta del Paese. “Metterebbe fine allo spreco di risorse”, afferma.

Per Aram, lo Stato dovrebbe proporre esso stesso un’assicurazione di base. “Questo obbligherebbe gli attori privati a innovare e a ridurre i costi”, scrive. Aram riconosce che questo modello presenta delle lacune, ma è persuaso che sarebbe un passo nella giusta direzione.

Prevenire è meglio che curare

Altri e altre partecipanti al dibattito consigliano di rafforzare la prevenzione. “Per ridurre i costi della sanità, bisogna lanciare una campagna federale per agire sulle principali disfunzioni: cattiva alimentazione, eccessi, consumo di droghe e di alcol. Ritorniamo alle basi: che la tua alimentazione sia la tua medicina”, propone Elena Lacroix Jaeggy.

Achille condivide questa opinione: “L’eccesso di cibo è certamente un elemento importante, ma non più che l’alcol, di cui si sa che basta appena un sorso per aumentare la probabilità di cancro”.

Questo lettore ricorda anche che l’esercizio fisico è essenziale per restare in buona salute. Auspica il lancio di campagne che uniscano questi vari aspetti per migliorare la salute della popolazione.

Un altro partecipante alla discussione denuncia il comportamento dei grandi gruppi farmaceutici, “che vogliono fare profitti  e hanno azionisti che si aspettano ricavi elevati”. Si rammarica che per questi attori la prevenzione non sia redditizia.

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Il consumo eccessivo nel mirino

Da parte sua, Marco ritiene che una cattiva alimentazione non sia la principale causa del problema. Secondo lui, è l’eccessivo consumo dei servizi sanitari ad essere responsabile dell’aumento dei costi. Un’opinione condivisa da un altro utente che punta il dito contro “le persone che vanno dal medico per un raffreddore o chiamano l’ambulanza per casi non urgenti”.

Da parte sua, Yerly dà la colpa all'”inefficacia dell’amministrazione, incapace di individuare i malati immaginari che riescono a ottenere farmaci o congedi malattia”. La riflessione di Aderma è simile: dal suo punto di vista, l’amministrazione svizzera è troppo passiva e frena così l’innovazione che permetterebbe di limitare i costi della sanità.

Vera Gottlieb ritiene che, innanzitutto, vadano tenuti sotto controllo i prezzi dei farmaci. “L’industria farmaceutica dovrebbe contribuire a questo sforzo”, scrive.

Un peso per le economie domestiche

“In Svizzera, tutti sono obbligati a pagare premi dell’assicurazione malattia molto onerosi”, constata Giacomo Notrevo. Secondo lui, questo sistema è vantaggioso per le persone ricche, non per coloro con un reddito basso, che dipendono di conseguenza dai sussidi statali. “Il Parlamento svizzero dovrebbe istituire una commissione nazionale incaricata di esaminare altri metodi per organizzare le cure sanitarie e di riformare il sistema”, propone.  

Per concludere, Michel Parnia, svizzero in Canada, s’interroga: “Ho vissuto il razionamento alimentare. Siamo arrivati al punto in cui bisognerà razionare le cure?”.

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A cura di Samuel Jaberg, traduzione di Zeno Zoccatelli

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