La rivendicazione della destra dura si fa strada
Ad eccezione dei democratici cristiani, i grandi partiti,sono pronti a discutere sull’entrata in governo di un secondo rappresentante dell’Unione democratica di centro (UDC).
Anche la stampa non esclude più quest’eventualità dopo il trionfo elettorale della destra dura.
La rivendicazione UDC di un secondo seggio in Consiglio federale, è considerata legittima dalla maggior parte dei partiti, ad eccezione del PPD. È il modo in cui è stata formulata che solleva perplessità. I più la considerano, infatti, una provocazione.
L’Unione democratica di centro, dopo il trionfo elettorale di domenica, ha imposto un ultimatum anche al suo consigliere federale: Samuel Schmid dovrà «riconoscersi nella linea del partito» se vorrà continuare a rappresentarlo in governo.
Il candidato Christoph Blocher
Domenica il presidente dell’UDC Ueli Maurer non ha atteso neppure i risultati finali per comunicare l’intenzione di candidare Christoph Blocher per il secondo seggio in governo.
La rivendicazione è stata ripetuta lunedì: «Per restare credibili con il nostro elettorato dobbiamo entrare in Consiglio federale con due personalità: una è Christoph Blocher e l’altra Samuel Schmid, con cui dovremo però ancora chiarire alcuni aspetti della sua linea politica», ha dichiarato il capogruppo alle Camere federali Caspar Baader.
«Nel caso in cui gli altri partiti non dovessero accettare ed eleggere solo un consigliere federale o altri candidati, l’UDC andrà all’opposizione», ha confermato Caspar Baader.
La battaglia della destra è contro il secondo seggio del PPD, come conferma a swissinfo il portavoce dell’UDC Yves Bichsel: “Il nostro attacco è chiaramente diretto contro i democristiani. In questo Paese ci sono molti problemi da risolvere ed anche la sinistra deve essere presente in governo”.
Democristiani inflessibili
Il PPD non intende però rinunciare ad un rappresentante in governo. «Il ritiro di uno dei nostri due consiglieri federali è escluso», ha dichiarato il segretario generale Reto Nause. Per i democristiani i partiti di governo devono essere capaci di lavorare consensualmente.
Per i radicali, i risultati ottenuti dall’UDC conferiscono un peso supplementare alla rivendicazione di un secondo seggio.
Il PRD non ha nulla a priori contro Christoph Blocher, anche se la sua candidatura è stata avanzata in maniera particolarmente aggressiva.
Il ricatto UDC
I socialisti non temono di essere esclusi dal governo. Una coalizione di centro-destra sarebbe in teoria possibile.
L’esclusione del PS «non farebbe che aggravare i problemi della Svizzera», ha dichiarato Reto Gamma segretario generale del partito, il quale ha riconosciuto che. «una rappresentanza dell’UDC in governo proporzionale al suo peso elettorale è legittima».
Il PS considera però una «pura provocazione» la presentazione di Blocher come candidato unico. «Nessun partito può permettersi di imporre i suoi candidati agli altri», ha puntualizzato il portavoce dei socialisti Jean-Philippe Jeannerat.
Anche secondo i Verdi la richiesta espressa ieri da Maurer è una provocazione. «Mi sorprenderebbe che PLR e PPD accettassero di sottomettersi ad un tale ricatto», ha detto la co-presidente Ruth Genner.
Per i politologi Claude Longchamp e Werner Seitz converrebbe a tutti, o quasi, che il PPD rinunci ad uno dei due seggi spontaneamente. L’altra possibilità è che i partiti «borghesi» gli organizzino un’uscita di scena onorevole fissando un termine per le dimissioni di un consigliere federale democristiano.
swissinfo e agenzie
La rivendicazione UDC di un secondo seggio in Consiglio federale, è considerata legittima dalla maggior parte dei partiti, ma non dai democristiani.
Socialisti e radicali riconoscono che i risultati elettorali conferiscono all’UDC un peso supplementare.
La candidatura del leader della destra Christoph Blocher considerata però una provocazione dalla maggior parte dei partiti.
UDC 27.7 % (+5.2%)
PSS 24.2 % (+1.7%)
PRD 16% (-3.9%)
PPD 12.9% (-3.0%)
Verdi 7.7% (+2.7%)
Partecipazione al voto: 42.5% (-0.8% rispetto al 1999)
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